Disruption. E’ una parola “di tendenza” : ma siamo sicuri di averla capita? E qual’è il giusto mindset per chi cerca lavoro oggi in un’azienda evoluta?
Abbiamo chiesto di parlarci di disruption e di come influisce sul mercato del lavoro a uno dei massimi esperti italiani, Fabio Troiani, amministratore delegato di Bip, una società che lavora con le grandi aziende proprio per aiutarle a diventare disruptive.
Che cos’è la disruption? Come stanno cambiando le organizzazioni aziendali e perché è oggi importante, per un’azienda, essere disruptive?
La disruption è un atteggiamento mentale di ricerca di elementi innovativi nella tecnologia che non diano soltanto un semplice vantaggio competitivo ma che ridefiniscano completamente le regole di un determinato settore, spiazzando il 90% del mercato. Basti pensare a come Uber, Instagram e Airbnb hanno rivoluzionato completamente i business in cui operano, dimostrando che nessuna tecnologia è definitiva, ma può sempre essere superata rapidamente da tecnologie più recenti e chi non sta al passo con l’innovazione, in qualsiasi settore, è destinato a morire.
Come influisce la digitalizzazione in questo scenario?
È solo una delle tecnologie abilitanti, insieme a tante altre: dalla stampa3d ai droni e alla nanotecnologia, per citarne alcune.
Quali sono le professioni che emergono in questo scenario e quali competenze servono?
Questo scenario sta portando alla nascita di nuove professioni, come quella del data scientist, ma anche alla richiesta sempre più frequente di esperti di robotica e neuro scienze, fondamentali per la crescita esponenziale di un’organizzazione. Le competenze più richieste sono: disegno di nuovi prodotti e servizi, interpretazione dei dati per analizzare i comportamenti delle persone, capacità di sapere prendersi rischi quando necessario. E’ infine fondamentale una buona dose di competenze Stem (science, technology, engineering, mathematics).
Qual è il mindset che deve avere un giovane per entrare in un’organizzazione aziendale evoluta, per esempio la vostra?
I giovani devono fare le domande giuste e non concentrarsi soltanto sul saper dare le risposte giuste. Devono inoltre essere consapevoli che il mondo del lavoro è cambiato: non esiste più il posto garantito e sarà normale, per loro, cambiare azienda dieci volte nei prossimi vent’anni. Non vengono più controllati gli orari ma i risultati, come dimostra la diffusione, anche in Italia, dello smart working.
E’ ancora importante la laurea? Quanto influiscono le competenze digitali oggi sulla carriera?
Le competenze digitali sono ormai la base per la maggior parte delle professioni, nei settori più diversi. Più che i titoli di studio, tuttavia, il contesto in cui ci troviamo rende sempre più importanti le esperienze, non solo universitarie, affrontate da chi si propone a un’azienda.