LinkedIn, oltre ad essere il principale network per trovare lavoro e fare personal branding, è anche utile per capire periodicamente come le aziende si vanno orientando nelle offerte di lavoro, quali figure professionali cercano e quali competenze, hard e soft, richiedono. Vediamo ora quali indicazioni ci può dare per l’anno appena cominciato.
Se le soft skill apprezzate dalle aziende tendono a cambiare ‘gradualmente’, non è così per le hard skill che invece si evolvono rapidamente, grazie alla spinta della trasformazione della tecnologia moderna.
Così, se l’anno scorso sono stati il cloud computing, l’intelligenza artificiale e il ragionamento analitico a guidare la lista globale di LinkedIn delle competenze hard più richieste, quest’anno in cima alla lista c’è la blockchain, un’abilità che un anno fa non era ancora entrata tra le top.
La tecnologia blockchain ha raggiunto una fase di maggiore maturità, in cui tutte le grandi multinazionali del mondo cominciano ad avere delle linee di business in ambito blockchain; così la tecnologia è, secondo LinkedIn, il settore di competenze più richiesto negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, in Germania e in Australia. Altre competenze tecniche – cloud computing, ragionamento analitico, IA, progettazione di UX, calcolo scientifico – viaggiano insieme alla blockchain nella lista delle competenze più richieste. Così come una manciata di altre skill – marketing di affiliazione, vendite e produzione video – centrali per le vendite e il marketing, rappresentano un ambito in cui il popolare network professionale ha mappato moltissime offerte di lavoro.
Tra le competenze trasversali, la più richiesta è ancora la creatività, proprio come nel 2018 e nel 2019. Ma in quinta posizione fa capolino l’intelligenza emotiva, un’abilità importante in quasi tutti i ruoli.
Mentre le hard skill sono di solito molto specifiche per ogni profilo aziendale, le migliori abilità soft – creatività, persuasione, collaborazione, adattabilità, intelligenza emotiva – sono necessarie per avere successo in quasi tutti i ruoli.
Novità di quest’anno, l’intelligenza emotiva ha un significato diverso per le diverse persone. Ma Daniel Goleman, autore del best-seller Emotional Intelligence del 1995, ha indicato un mix di consapevolezza di sé, autoregolamentazione, abilità sociale, empatia e motivazione. Altri citano la capacità di riconoscere le emozioni, le proprie e quelle degli altri, e di usare le informazioni emotive come carburante per il pensiero e il comportamento produttivo.
A questo punto, non possiamo che suggerirti di leggere il libro di Goleman (se non lo hai già fatto), spesso indicato anche per sviluppare doti di leadership.
(Fonte originale: LinkedIn Talent Blog)