Informatica e tecnologie ICT, ingegneria industriale e dell’informazione, medicina, farmaceutica, e non solo. Ecco quali sono i corsi di laurea che il mercato del lavoro richiede oggi, e nel prossimo futuro. Una semplice guida per orientare le proprie scelte post diploma
Ci siamo, finalmente la scuola sta per volgere al termine, ma, con il diploma quasi tra le mani, l’euforia lascia ora spazio a nuovi dubbi: e adesso cosa faccio? Esistono un numero pressoché infinito di percorsi da intraprendere dopo la scuola superiore, così come sono davvero tanti i corsi di laurea a disposizione di chi intende proseguire gli studi all’università. Cerchiamo dunque di capire come orientarci al meglio individuando quali sono le lauree più richieste sul mercato del lavoro.
Cosa fare dopo il diploma?
Cosa fare dopo il diploma è una di quelle scelte della vita in grado di determinare concretamente il proprio futuro. Le opzioni sono diverse: si può decidere di proseguire gli studi, ci si può rimboccare le maniche e tuffarsi nel mondo del lavoro, oppure si può prendere un anno sabbatico, o gap year, nel quale fare un’esperienza all’estero, uno stage, imparare o perfezionare le lingue straniere, e in generale avere del tempo per guardarsi intorno per prendere una decisone più consapevole.
Chi dovesse decidere di approfondire le proprie conoscenze proseguendo con gli studi, dopo aver conseguito la maturità ha davanti a sé più possibilità di scelta, come fa presente il sito del Ministero dell’Istruzione: la prima opzione è quella di iscriversi a un corso di laurea universitario (di primo livello, di secondo livello, a ciclo unico) continuando magari con un master (di primo o di secondo livello) o una specializzazione; per chi sta cercando invece una formazione più veloce e con un taglio decisamente più tecnico per entrare subito nel mondo del lavoro, la soluzione potrebbe essere quella di frequentare un corso professionale presso gli ITS – Istituti Tecnici Superiori; se si ha una forte predisposizione artistica si potrebbe altresì puntare ad acquisire un diploma accademico presso uno degli istituti di Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM); infine, se le lingue straniere sono la propria passione, una valida idea è quella di iscriversi a un Istituto a Ordinamento Universitario SSML – Scuola Superiore per Mediatori Linguistici e seguire un corso di laurea in Mediazione linguistica per la traduzione e l’interpretariato. Insomma, oggi il mondo della formazione offre un insieme di possibilità variegate per chi desidera continuare gli studi dopo il diploma.
Le lauree più richieste per trovare lavoro
Quando si tratta di scegliere l’università è bene farsi guidare da due diverse tipologie di ragionamenti: una più strettamente personale, l’altra legata al mondo del lavoro. Se infatti da un lato è vero che la scelta migliore è quella che rispecchia le proprie attitudini e aspirazioni, è spesso solo grazie ad una forte motivazione che il percorso di studi universitario viene portato a termine (l’Italia è uno dei Paesi dell’UE con la più alta percentuale di abbondono universitario), dall’altro è altrettanto vero che ai sogni deve corrispondere un contesto favorevole, ossia un mercato del lavoro in grado di assorbire le competenze acquisite per non creare quel pericoloso cortocircuito tra aspettative professionali e realtà. La mancata corrispondenza tra le competenze di chi cerca lavoro e le figure oggi più richieste dalle aziende, infatti, non fa altro che alimentare lo skill gap, una delle problematiche più rilevati all’interno della divisione Risorse Umane, soprattutto a seguito della forte spinta al digitale registrata negli ultimissimi anni che ha di colpo fatto invecchiare le conoscenze diffuse in ambito tecnologico (secondo una ricerca internazionale, una competenza su tre presente in un annuncio di lavoro standard nel 2017 per posizioni nel settore IT, finanza o vendite è già obsoleta).
Ma quali sono dunque le lauree più richieste oggi? Per rispondere a questa domanda arriva in aiuto la XXIV Indagine Condizione occupazionale dei Laureati pubblicata da Almalaurea. Lo studio, realizzato intervistando 660 mila laureati di primo e secondo livello dei 76 atenei italiani facenti parte del Consorzio interuniversitario Almalaurea, rivela come le chance occupazionali dei neolaureati sono differenti a seconda della disciplina intrapresa: a parità di altre condizioni, dicono i ricercatori, i più favoriti sul mercato del lavoro sono i laureati del gruppo informatica e tecnologie ICT, così come di quello di ingegneria industriale e dell’informazione, a cui si aggiungono i laureati dei gruppi medico-sanitario e farmaceutico, educazione e formazione, architettura e ingegneria civile nonché scientifico. Inoltre, sottolinea la ricerca, a parità di ogni altra condizione, le lauree di secondo livello mostrano maggiori opportunità di occupazione a un anno dal titolo: rispetto ai laureati di primo livello, quelli di secondo livello (che includono sia i laureati magistrali biennali sia i magistrali a ciclo unico) risultano avere l’24,7% in più di probabilità di essere occupati.
I corsi di triennale più richiesti in Italia
Se è vero che l’Italia è un Paese con alti livelli di disoccupazione, è vero anche che coloro che hanno titoli maggiori hanno livelli di occupazione più alti, per tutte le fasce di età. A sostenerlo è anche l’University Report 2022 pubblicato dall’Osservatorio JobPricing, che evidenzia altresì la relazione esistente tra istruzione e salario: maggiore è il titolo di studio, maggiore è la retribuzione con lo stipendio medio di un laureato, il 45% più alto dello stipendio di un non laureato.
Dunque, verso quali corsi di laurea triennale rivolgersi per avere, se non un buon stipendio garantito, più possibilità di raggiungere i propri obiettivi professionali? Per avere un’idea delle lauree più richieste nel futuro prendiamo a riferimento lo studio Previsioni dei Fabbisogni Occupazionali e Professionali in Italia a Medio Termine realizzato dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere. Stando alla ricerca, tra il 2021 e il 2025, la Digital Transformation e l’attenzione all’ecosostenibilità avranno un fortissimo impatto sul mondo del lavoro. La domanda di competenze digitali interesserà sia figure professionali già esistenti quanto nuove professioni emergenti, come data scientist, big data analyst, cloud computing expert, cyber security expert, business intelligence analyst e artificial intelligence system engineer delle costruzioni. Oltre il 42% del fabbisogno di competenze green sarà soddisfatto dalle professioni ad elevata specializzazione e tecniche; tra le principali figure con competenze green di grado elevato risultano gli ingegneri (civili, energetici e meccanici), i tecnici nella gestione dei cantieri edili, i tecnici della sicurezza sul lavoro, gli architetti e gli specialisti del recupero e della conservazione del territorio. Dunque tutte quelle facoltà che concorrono a formare il giusto bagaglio di competenze per svolgere professioni digitali e green jobs sono certamente indicate per una scelta consapevole del corso di laurea da intraprendere.
Ad ogni modo, in generale, rileva lo studio, nel quinquennio di previsione 2021–2025 il fabbisogno di laureati da parte del sistema economico dovrebbe attestarsi intorno a 1,2 milioni di unità, per una media annua che potrà variare tra 228mila e circa 239mila unità. Con riferimento all’ammontare medio annuo del fabbisogno di laureati tra il 2021 e il 2025, la quota maggiore riguarderà i laureati dell’area economico-statistica, con una domanda compresa tra 36mila e 40mila unità in media annua (di cui 35.000-38.500 unità dell’indirizzo economico e oltre 1.300 unità dell’indirizzo statistico).
Non molto inferiore sarà il fabbisogno di laureati dell’area giuridico e politico-sociale, per cui si prevede una richiesta di oltre 39mila unità all’anno (di cui 23.100 per giurisprudenza e 16.300 per l’indirizzo politico-sociale). Seguono l’indirizzo medico-sanitario, con un fabbisogno stimato tra 33-35mila laureati in media annua; gli indirizzi di ingegneria, con una domanda compresa tra 31-35mila unità; insegnamento e formazione (comprese scienze motorie) per cui si stima che saranno necessari circa 25mila laureati per ciascun anno di previsione.
Poi le lauree in ambito Letterario, Filosofico, Storico e Artistico (da 13.000 a 13.500 unità); Architettura, Urbanistico e Territoriale (da 13.000 a 13.400 unità); Linguistico, Traduttori e Interpreti (da 8.500 a 9.000 unità); Scientifico, Matematico e Fisico (da 8.400 a 8.800 unità); Psicologico (da 6.400 a 6.900 unità); Geo-biologico e biotecnologico (da 5.700 a 5.900 unità); Chimico-farmaceutico (da 4.100 a 4.600 unità) e Agroalimentare (da 3.000 a 3.100 unità)
Quali sono le lauree meno utili in Italia?
Posto che lauree inutili non ne esistono, essendo ogni corso di laurea un momento di crescita personale e culturale, tuttavia è realistico ammettere che vi sono alcune lauree meno utili, dove “meno utili” sta per meno richieste, e non di valore inferiore. Anche in questo caso il Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati può aiutare a fare chiarezza indicando come meno favoriti nell’inserimento lavorativo i laureati dei gruppi disciplinari psicologico, giuridico, arte e design. Le cause di ciò possono essere diverse: dall’eccessiva offerta di figure professionali con tali competenze alla relativa inadeguatezza del mercato del lavoro.