Un mix di informatica e management, un orientamento strategico e una propensione alla leadership: sono queste le caratteristiche che dovrebbe possedere un buon Direttore ITC. Scopriamo cosa fa, come diventarlo e qual è la sua retribuzione
Per la rubrica “Identikit Professioni” vi presentiamo il Chief Information Officer.
Il Chief Information Officer (CIO) è la figura aziendale responsabile del reparto ICT (Information and Comunication Technology). Si tratta di una professione C-level ed è un leader strategico che utilizza dati e tecnologie per spingere l’organizzazione verso il futuro. La sua funzione va oltre quella di un esperto tecnico; è, infatti, una sorta di visionario che comprende l’innovazione, elabora strategie a lungo termine e gestisce il cambiamento in modo proficuo.
Collabora strettamente con gli stakeholder aziendali e si concentra non solo sulle tecnologie, ma anche sulle implicazioni commerciali e organizzative delle decisioni prese. Di solito, il CIO riporta direttamente al CEO (Chief Executive Officer) e partecipa attivamente alle principali riunioni direzionali, interagendo alla pari con altri dirigenti, come il CFO (Chief Financial Officer), il CDO (Chief Data Officer) e il COO (Chief Operating Officer).
Come è cambiata nel tempo la figura
La figura del Chief Information Officer, per la natura stessa della sua professione a stretto contatto con la tecnologia, ha subito un’evoluzione significativa nel corso degli anni. Questa evoluzione è stata innescata dall’avvento della rete e dal progresso tecnologico, che hanno accresciuto l’importanza del suo ruolo, fino a renderlo centrale nella strategia dell’impresa.
La Randstad Technologies CIO Survey del 2021 riconosce il CIO come “riferimento per il business, capace di anticipare i cambiamenti in corso e tradurli nella strategia aziendale”. Ecco perché è una figura destinata a evolvere, anzi ad anticipare l’evoluzione stessa, tecnologica e del business.
L’investimento nelle tecnologie dell’informazione è sempre più cruciale per le imprese, poiché aiuta a velocizzare i processi di cambiamento organizzativo e a rimanere competitivi in mercati in continua evoluzione. La crescente importanza della figura del CIO è direttamente proporzionale all’implementazione dell’automazione e alle macchine “intelligenti” nelle attività organizzative.
Quali sono le sue responsabilità
Abbiamo compreso che il CIO è una figura sempre più strategica per le imprese, ma concretamente, cosa fa?
Preparati, la risposta è un po’ articolata, perché le attività del Chief Information Officer non si possono racchiudere in poche righe. Le sue responsabilità abbracciano un ampio spettro di funzioni aziendali, vediamone alcune.
Innanzitutto, il CIO definisce la strategia tecnologica dell’azienda in linea con gli obiettivi aziendali. Questo processo si svolge in diversi passaggi:
- identificazione delle esigenze tecnologiche delle varie funzioni aziendali;
- valutazione delle soluzioni possibili per soddisfarle;
- scelta delle soluzioni su cui investire;
- coordinamento dell’implementazione delle tecnologie scelte;
- definizione delle politiche di utilizzo di questi sistemi informativi.
In generale, il CIO supervisiona l’adozione dei sistemi tecnologici e dei network aziendali, tra cui data science, machine learning, piattaforme Cloud e Intelligenza Artificiale, con l’obiettivo di facilitare le diverse attività dell’impresa e aumentarne l’efficacia e l’efficienza. Per questo motivo, deve rimanere sempre aggiornato sulle tendenze e le novità tecnologiche.
Il CIO è anche responsabile della gestione dei sistemi IT (hardware, software e reti), garantendone la disponibilità e l’affidabilità e anche del personale di riferimento, coordinando i team di lavoro e assicurandosi che ognuno svolga le mansioni nel modo giusto. Si occupa della sicurezza informatica a 360 gradi: dalle politiche di implementazione, alla gestione dei rischi informatici, fino alla protezione dai cyber-attacchi.
È importante sottolineare che il CIO è chiamato a dialogare con tutte le funzioni aziendali, tra cui Risorse Umane, Finanza, Ricerca e Sviluppo, Controlling, Produzione, Logistica, Vendita, Fatturazione e altre. La collaborazione è cruciale per assicurare che le tecnologie e i dati siano allineati con le esigenze e gli obiettivi di ciascuna area aziendale e per abbattere le barriere tra queste.
Differenza CIO e CTO
Per non creare confusione, è importante chiarire la differenza tra CIO e CTO. Entrambe le figure si occupano di tecnologia e sistemi informativi ma con focus diversi.
Il CIO è focalizzato sulla gestione strategica delle tecnologie IT all’interno dell’azienda, mentre il CTO si concentra sulla ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche volte a conferire un vantaggio competitivo all’azienda. Spesso è a capo dell’area Ricerca e Sviluppo dell’organizzazione.
In poche parole, il CIO gestisce l’attuale tecnologia dell’azienda e la utilizza per risolvere problemi organizzativi, mentre il CTO si occupa di sviluppare nuove tecnologie, sia per l’uso interno che per la vendita sul mercato.
Competenze necessarie per diventare CIO
Abbiamo capito che il CIO è una figura altamente strategica e che deve avere una visione olistica dell’azienda e dei sistemi informativi che ne fanno parte. È proprio per questo che, per diventare un Chief Information Officer, sono necessarie una serie di competenze, sia specifiche che trasversali, che abbracciano diverse sfaccettature dell’Informatica e del Management.
Hard Skill
Per un Chief Information Officer, alcune delle hard skill fondamentali sono:
- conoscenza delle infrastrutture, delle tecnologie e dei sistemi IT;
- competenze in ambito Data Science;
- strategie di Cybersecurity;
- conoscenza degli algoritmi di Intelligenza Artificiale;
- abilità nell’analisi dei dati;
- competenze in Cloud Computing.
Queste sono solo alcune delle competenze specifiche che un buon CIO dovrebbe possedere ed è bene che siano abbinate a un costante aggiornamento sulle tendenze e sui nuovi scenari tecnologici in continua evoluzione.
Soft Skill
Nonostante siano particolarmente importanti per un CIO, le Hard Skill non bastano. Nella sua cassetta degli attrezzi un buon Direttore IT dovrebbe avere anche delle soft skill necessarie a svolgere al meglio il proprio lavoro. Vediamone alcune:
- leadership;
- abilità di project management e problem solving;
- people management… ma soprattutto people empowerment;
- buone capacità comunicative (ma anche di ascolto) e di negoziazione;
- flessibilità e pensiero strategico;
- time management.
In generale, trattandosi di un ruolo di grande responsabilità, è bene che il CIO riesca a coniugare il proprio bagaglio di conoscenze tecniche con altrettante competenze trasversali, per guidare l’azienda e le persone verso il successo.
Il percorso di studi per diventare Direttore ITC
Ora che abbiamo cercato di capirne di più sulla professione del Chief Information Officer, è probabile che ti starai chiedendo “ma come si diventa CIO?”. Proviamo a rispondere. Non esiste un percorso unico che porta al raggiungimento di questa responsabilità, ma è importante combinare preparazione accademica ed esperienze professionali.
Di solito, un CIO ha conseguito una laurea in informatica o in ingegneria informatica, ma anche in facoltà come Ingegneria Gestionale, Economia e Comunicazione e Marketing. Una buona preparazione accademica è fondamentale, ma non basta. Per arrivare a questa professione è infatti necessario acquisire esperienza lavorativa nel settore dell’Informatica con progressione verso ruoli di crescente responsabilità e una costante formazione.
La retribuzione di un CIO
La retribuzione di un CIO può variare notevolmente in base a fattori come l’esperienza, il settore di appartenenza, le dimensioni dell’azienda e la collocazione geografica. Generalmente gli stipendi di un Direttore IT variano da 80mila e 200mila euro di RAL (Retribuzione Annua Lorda). Insomma… mica male!