Come costruire (o non costruire) un buon team di lavoro

Pubblicato il 05 Dic 2016

team

Quando si inizia un’attività imprenditoriale ci sono molte variabili da considerare. Sicuramente definire chiaramente se collaborare con altri, e con chi, è fondamentale per la buona riuscita del proprio business e per l’immagine che si vuole dare a potenziali clienti, stakeholder e interlocutori. Ciò anche perché spesso, nella richiesta di finanziamenti o di supporto alla propria startup, la solidità di competenze e di relazioni del team di lavoro diviene elemento essenziale di valutazione per i finanziatori.

Infatti in ogni business plan c’è una sezione relativa alla descrizione del gruppo di lavoro, ma è sovente una parte considerata meno importante di altre dall’aspirante imprenditore che presenta il documento: si pensa di poter definire successivamente chi inserire, o spesso si aggiungono collaboratori che sembrano adeguati, o “per far numero”, o “per far vedere che” senza riflessioni accurate in merito.

Invece, definire con chi lavorare è altrettanto cruciale quanto chiarire che cosa fare e perché: le famose mission e vision della futura impresa.

Come detto, spesso ci si affida nella scelta dei collaboratori ad amici, famigliari o conoscenti con i quali si condivide l’idea e con i quali piacerebbe spartire oneri e onori dell’attività. Bisogna però chiedersi: è davvero un’idea lavorativa per la quale tutti i membri del gruppo metterebbero qualcosa? E cosa sono disposti a dare? È davvero di tutti la creatura che si vorrebbe far finanziare? E sarebbero tutti disposti a dare e metterci lo stesso impegno tempo e dedizione nel progetto? Molto spesso la risposta è no, l’idea è figlia di un solo membro del team di lavoro, e questo cambia di molto i termini di leadership e followership.

Due precisazioni, due step iniziali sono utili per dare indicazioni sul come partire a costruire un buon team di lavoro.

Prima di tutto circa il lavorare con altri: spesso ci sia affilia per dividere il rischio e per portare avanti un progetto che da soli non sarebbe possibile realizzare. Molto spesso, invece, una persona basta, ma manca la consapevolezza e la fiducia nelle proprie capacità, e quindi, invece che creare una startup, si aprirà una libera professione riducendo i costi e gli investimenti economici da fare. Quindi una buona domanda per cominciare è: ho davvero bisogno di lavorare con altri? Sono davvero necessarie le loro competenze? Posso farcela nella mia idea da solo? Altri, infatti, forse non servono o non sono necessari proprio nelle attività per i quali sono stati coinvolti. Per capire ciò si può provare a immaginarsi il futuro della propria attività professionale realizzato nei minimi dettagli: come mi vedo tra 3-5 anni? Cosa faccio? Con chi sono? Ci sono accanto a me altre persone, chi? E cosa fanno?

Capire come vengono prese le decisioni, quanto spesso vengono fatte riunioni e dove, chi decide che cosa ecc. Immaginarsi tutto questo nei minimi dettagli, essendo sinceri con sé stessi e con la propria vision del futuro è un passo vitale per la propria idea e per la forma che prenderà.

Una seconda considerazione basilare per lavorare bene assieme segue proprio questa vision costruita del futuro professionale: una volta immaginato, è essenziale cominciare a definire su carta dettagliatamente chi fa cosa e come, quando, quanto spesso e perché fin da subito. Non quando l’idea è già avanzata, non quando si sta pensando di avviarsi e chiedere contributi, ma proprio quando l’idea parte. Di chi è, che competenze servono, perché si è scelto di mettersi assieme e proprio nella composizione scelta. Un organigramma insomma, e un mansionario chiaro, che riflettano ciò che si vorrebbe l’attività professionale diventasse.

Affinché ciò che si è immaginato possa diventare un traguardo davvero raggiungibile è vitale infatti partire traducendo “il futuro ideale” in strumenti concreti che chiarifichino ruoli e mansioni.

vision-concept

Nel caso di un gruppo di imprenditori o soci che si vogliano affiliare, quello della costruzione della vision potrebbe essere un esercizio che tutti possono fare contemporaneamente: se si confronteranno le visioni emerse allo stesso traguardo temporale, probabilmente ne emergeranno future aziende anche molto diverse.

Proprio dalla discussione di differenze e uguaglianze, e dal lavoro di negoziazione che i protagonisti faranno, potranno chiarificarsi obiettivi e strategie che prima erano solo apparentemente condivise. E quindi di conseguenza partire col costruire organigramma e mansionario citati sopra.

Questi due passaggi preliminari sono fondamentali per costruire un efficace team di lavoro, che possa dimostrare a sé prima, e a eventuali investitori poi, la solidità della propria negoziazione interna e la consistenza della costruzione di progettualità imprenditoriale.

Dall’esterno infatti altre persone possono vedere più facilmente che dall’interno (poiché si è travolti da entusiasmo e voglia di generare qualcosa di nuovo) incertezze, conflittualità, mancate riflessioni e mancata pianificazione. E intravedere e prevedere possibili demotivazioni davanti alle difficoltà, contrarietà nel seguire le idee e le decisioni del leader, e a condividerne davvero il progetto.

Tutte cause queste che possono portare al fallimento del progetto imprenditoriale ancora prima di affrontare le fatiche per il reperimento di risorse e investimenti.

Contributor: Silvia Gazzotti | Psicologa del lavoro empowerment oriented iscritta all’Albo e laureata presso l’Università degli Studi di Padova con lode, svolge la libera professione dal 2008. L’esperienza professionale è prima cresciuta nelle organizzazioni, in particolare nella formazione e selezione del personale, per poi indirizzarsi verso l’orientamento e il sostegno all’empowerment organizzativo ed individuale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 5