Gi Group è la prima multinazionale italiana del lavoro, nonché una delle principali realtà, a livello mondiale, nei servizi dedicati allo sviluppo del mercato del lavoro. Con oltre 200 filiali in Italia e la presenza in oltre 50 Paesi in Europa, America, Asia e Africa, Gi Group supporta i giovani nell’ingresso nel mondo del lavoro e nello sviluppo della loro carriera professionale. Gi Group è anche una delle aziende che ci ha accompagnato nella nostra Disruptor Challenge (il contest per studenti di University2Business) lanciando i suoi contest in ambito ‘Work’. Conosciamo meglio questa società parlando con Chiara Bugini, Candidate Management Expert Gi Group, che sarà presente anche all’evento conclusivo del contest il prossimo 25 gennaio a Milano (maggiori dettagli sull’evento qui).
Buongiorno Chiara, ci racconti un po’ di più su quello che fa Gi Group per i giovani?
‘L’incontro tra il mondo del lavoro e i giovani è per noi di GI Group un valore fondamentale e significa mettere in campo azioni e iniziative che siano di supporto da una parte a tutti i ragazzi all’inizio del loro percorso professionale e dall’altra alle aziende che in loro cercano le energie e il potenziale necessario per lo sviluppo dei team e del business. Per questo sono molteplici e varie le iniziative che organizziamo: giornate di orientamento nelle scuole superiori, eventi presso le università, recruiting day nelle nostre filiali. Sempre con un obiettivo. Affiancare i giovani, aiutarli a conoscere il mondo del lavoro, le professioni che ci sono e che cambiano costantemente e rapidamente, aiutarli a scoprire il talento che ognuno di loro possiede, ad esprimere il potenziale nel contesto che più rappresenta i loro valori e le loro aspettative e perché no, ai loro sogni. Tra gli eventi che organizziamo ci sono i ‘Technical Gi Day’, una vera opportunità di confronto tra chi offre e chi, per la prima volta, cerca un lavoro: attraverso lo storytelling di aziende nostre clienti i giovani possono scoprire quali sono le hard e le soft skills necessarie per lavorare in determinato ruolo e contesto. Partecipiamo a eventi nazionali come il Salone dello Studente e siamo promotori di eventi innovativi, come il Campus Party Connect o il Campionato Universitario dove abbiamo modo di incontrare studenti che per spirito di iniziativa e intraprendenza riescono sempre a stupirci. Utilizziamo metodologie e strumenti come i gaming, simulazione e role play. Perché giocare e mettersi alla prova aiuta a conoscere di più se stessi e affrontare con più coraggio e consapevolezza la ricerca del lavoro’.
Quali sono i principali bisogni formativi dei giovani universitari oggi?
‘Credo che i giovani universitari oggi abbiano molti valori e voglia di fare, ma si trovino spesso disorientati rispetto al mondo del lavoro. Manca loro una conoscenza di quelli che sono i profili e le competenze che le aziende cercano. Per questo lavoriamo con loro: per aumentare la consapevolezza del loro profilo “fatto” di hard, ma soprattutto di soft skills e per aiutarli a scoprire quali sono gli strumenti che servono per farsi conoscere, magari creando un profilo Linkedin o utilizzando i social network . Sempre con attenzione alla web reputation. A volte l’università o il percorso di studi scelto non completa le competenze hard che servono per intraprendere una determinata professione. Per colmare questi gap organizziamo delle Academy. Tra queste quelle organizzate da @QiBit, brand di Gi Group che si occupa di selezione e recruiting di profili Ict. Percorsi che durano fino a 250 ore su specifiche tecnologie, completamente gratuiti e volti a creare o migliorare competenze che li faciliteranno nel cogliere le opportunità che Aziende e mercato del lavoro offrono’.
Uno dei vostri contest nella Disruptor Challenge chiedeva idee innovative per migliorare i processi di selezione utilizzati dalle aziende per identificare i migliori talenti per lo sviluppo dei loro team. In che modo sta cambiando il processo di recuiting?
‘Il processo di recruiting negli ultimi anni si è evoluto e arricchito con l’obiettivo non solo di identificare i migliori talenti, ma anche garantire una candidate experience che supporti il posizionamento del brand delle aziende. Sicuramente i tool sviluppati hanno potenziato e arricchito il processo. La fase di attraction è favorita da una molteplicità di canali on linee e dall’uso dei social. Gaming , challenge, project work consentono di privilegiare il talento sul profilo nella scelta di chi portare avanti nel percorso di selezione. Video interviste, test, nuove modalità di assessment digitali sono sempre più utilizzati. Resta però centrale il ruolo dell’HR che usa questi strumenti, un punto di riferimento reale e sempre presente per il candidato’.
Esistono oggi delle caratteristiche vincenti che aprono le porte a qualsiasi lavoro?
‘Ogni ruolo richiede preparazione specifica, che può però anche essere acquisita e affinata nel corso del tempo. Ma a parità di competenze tecniche il valore è dato dalle soft skills: la capacità di lavorare in team, il problem solving, la negoziazione…. E sono su queste ultime che si focalizzano le aziende quando devono scegliere chi entrerà a fare parte dei loro team.’
Chiara Bugini interverrà all’evento del prossimo 25 gennaio a Milano nel corso del quale saranno presentati e premiati i finalisti e i vincitori del contest Disruptor Challenge. Nel corso dell’evento, dedicato al talento imprenditoriale, saranno presenti anche tre giovani imprenditori digitali italiani che racconteranno la loro storia.
Leggi l’agenda dell’appuntamento e iscriviti su questa pagina.