Creatività, cosa vuol dire, studenti e professionisti a confronto

Pubblicato il 30 Ott 2019

creatività significato

La creatività è oggi alla ribalta: in un mondo sempre più complesso e digitale la competenza ‘creatività’  è sempre più importante anche in ambito lavorativo. E’ un concetto fluido, difficile da definire e declinato diversamente a seconda di inclinazioni personali, progetti e necessità lavorative, contesti. Per esempio, è molto differente il concetto di creatività tra gli studenti rispetto ai professionisti. Vediamo come.

Uno studio realizzato da IF! – Italians Festival (evento nazionale dedicato al mondo dei professionisti creativi) ha cercato di scoprire cosa stimoli e che cosa ostacoli la creatività, chi siano i guru a cui ci si ispira per uscire dalla propria comfort zone e quali fattori spingano a mettersi in gioco per compiere scelte coraggiose o percorrere strade nuove.

Lo studio ha anche voluto individuare dei trend “generazionali”, mettendo a confronto l’approccio e le opinioni dei professionisti che lavorano in questo settore con quelli degli studenti di diversi istituti, compresi il Dipartimento di Design del Politecnico di Milano e l’Università Cattolica.

Se per gli studenti la creatività è la capacità di produrre qualcosa di sorprendente e inedito, dall’effetto wow,  per i professionisti è l’arte di rinnovare e reinventare per fini pratici ciò che già esiste.

Il 50% di chi ancora al mondo della creatività dai banchi di scuola, infatti, la ritiene la capacità di generare nuove idee attraverso ragione e fantasia, mentre a condividere questa posizione è solo poco più di quarto dei professionisti (29,3%). Chi già lavora nel settore, infatti, ritiene che essere creativi consista piuttosto nel trovare collegamenti inaspettati tra cose apparentemente non correlate (34,7%), concetto che per gli studenti passa invece in secondo piano (26,7%). Inoltre, per i professionisti – principalmente per gli over 40 (53,8%) – essere creativi vuol dire saper trovare una soluzione smart a un problema comune (17,3%), mentre gli studenti prediligono la capacità di creare stupore e nuove esperienze (14%).

Cosa stimola la creatività

Per quanto divergenti siano le definizioni, si somigliano invece le top 3 degli elementi che stimolano la creatività di studenti e professionisti. Per i primi è soprattutto la musica (54,7%) a favorire la creazione di nuove idee; seguono il confronto con gli altri (38,4%) e camminare (34,9%). Se le passeggiate chiudono il podio anche della classifica dei professionisti, in questo caso le prime due posizioni sono invertite rispetto a quelle dell’altro campione: poco meno della metà (45,3%) sostiene che la loro primaria fonte di ispirazione sia la compagnia di altre persone, seguita a distanza ravvicinata dalla musica (41,3%). Curiosamente, una ridotta percentuale di professionisti (8%) – equamente divisa tra uomini e donne e prevalentemente concentrata nella fascia di età compresa tra 31 e 40 anni (66,6%) – dichiara che anche fare sesso stimola la loro creatività. In questo caso, le numeriche calano tra gli studenti (3,5%).

I nemici della creatività: la mancanza di tempo e di libertà

Che cosa, invece, ostacola il processo creativo? Su questo punto professionisti e studenti si trovano d’accordo: la mancanza di tempo – con scadenze ravvicinate e molteplici task da portare a termine simultaneamente – è il principale nemico dell’ispirazione per entrambi i gruppi di rispondenti (52% nel primo caso, 47,7% nel secondo). Ad accomunare i due punti di vista anche l’influenza negativa esercitata dalla confusione. Stare in mezzo agli altri è sì fondamentale per pensare e agire in modo creativo, ma a patto che il confronto non avvenga in un ambiente o modo caotico, come conferma circa un terzo di studenti (36%) e professionisti (32%). Questi ultimi completano il quadro sottolineando come non sia possibile arginare il problema con un’organizzazione inflessibile: sia guideline troppo stringenti (30,7%) che contesti sociali troppo rigidi (26,7%) sono colpevoli di mettere un freno all’approccio out-of-the-box.

Al netto degli elementi di disturbo, professionisti e studenti raggiungono il picco della loro creatività in situazioni e momenti diversi. I primi ammettono di essere più creativi proprio sul lavoro (60%), mentre poco più di un quarto (26,7%) sente di dare il meglio di sé fuori dall’ufficio. Gli studenti, invece, si sentono ugualmente all’apice del processo creativo in entrambe le occasioni: il 45,3% nel tempo libero, il 44,2% in occasione di attività legate allo studio. Per entrambi i gruppi, invece, la vita di coppia non sembra essere un forte incentivo all’inventiva: l’ambito sentimentale permette di manifestare il massimo della propria creatività solo al 10,7% dei professionisti e all’8,1% degli studenti.

Primo passo creativo: uscire dalla comfort zone

Sorprendentemente, le nuove generazioni si dimostrano meno audaci quando si tratta di sperimentare percorsi nuovi e incamminarsi lungo strade inesplorate. La maggior parte dei professionisti (40%), forte di anni di esperienza e della profonda conoscenza delle dinamiche del settore, si dichiara infatti fortemente propensa a uscire dalla propria comfort zone, mentre la stessa percentuale di studenti (40,7%) preferisce non sbilanciarsi, definendosi solo mediamente incline ad abbandonare il certo per l’incerto.

Per abbandonare la nostra zona di comfort vengono in soccorso personalità ispiranti e la diversità.

I guru della creatività

Interpellati su questo punto, sia professionisti (34,7%) che studenti (44,2%) hanno indicato Steve Jobs come il personaggio famoso che meglio incarna il concetto di creatività, capace di uscire dalla propria comfort zone per percorrere strade inesplorate. Non solo tecnologia e imprenditoria sono terreno fertile per virtuosi cambi di prospettiva: si guarda anche all’esempio di artisti del calibro di Andy Warhol (nominato dal 38,4% di studenti e dal 24% dei creativi di professore) e di icone della moda come Coco Chanel (con preferenze che oscillano tra il 37,2% degli studenti e il 24% professionisti). Chi già opera nel campo della comunicazione attinge per ispirazione anche alla musica e all’architettura – in particolare a Mozart e Le Corbusier – mentre chi si appresta a entrare nel mondo del lavoro fa i nomi di Premi Nobel (Rita Levi-Montalcini), pubblicitari (Armando Testa) e penne immortali (Dante Alighieri).

La diversità come fonte d’ispirazione

I diversi campioni di intervistati si trovano d’accordo sul ruolo chiave giocato dalla diversity in questo scenario. Sia per i professionisti (57,3%) che per gli studenti (47,7%), infatti, il contatto con persone ed esperienze che esulino dalla propria realtà (sia essa culturale, etnica, religiosa o di orientamento sessuale) rappresenta il principale stimolo a uscire dalla propria comfort zone. Differenze emergono dall’analisi dei fattori secondari. Se un terzo (33,7%) di chi frequenta università e accademie indica la noia e la voglia di cambiamento tra le altre motivazioni valide per lasciarsi alle spalle la propria zona di comfort – seguite dalla ricerca di situazioni adrenaliniche (16.3%) – la percentuale scende al 20% nel caso dei professionisti. Di contro, questi ultimi accennano all’emulazione: per il 12% di loro è l’esempio di qualcun altro a ispirare scelte coraggiose.

Segnaliamo che Milano da giovedì 7 a sabato 9 novembre torna all’hub creativo BASE Milano IF! Italians Festival, l’evento dedicato alla creatività organizzato e promosso da ADCI – Art Directors Club Italiano e UNA – Aziende della Comunicazione Unite insieme al main partner Google.

Il tema di quest’anno – “Mettetevi scomodi” – verrà affrontato in interviste, approfondimenti e tavole rotonde da numerosi ospiti, tra cui Enrico MentanaLinusLa Vale di Radio Deejay, Nino Frassica, lo psicoanalista Massimo Recalcati, la Music Supervisor di Black Mirror e Peaky Blinders Amelia Hartley e tanti altri.

E’ un evento a pagamento. Qui maggiori info.

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