I giovani imprenditori (e manager) oggi spesso si trovano a mettersi in discussione. Contesti lavorativi nuovi richiedono nuovi leader in grado di abbracciare le sfide e cogliere le opportunità del cambiamento. E una delle domande più gettonate è: “Come deve essere il leader del futuro?”
Cosa sta cambiando?
Nell’ultimo anno e mezzo, a seguito della pandemia e della conseguente rivoluzione che ha investito tutto il mondo del lavoro, da chi ha dovuto improvvisamente adattarsi al remote working a chi è dovuto rimanere al proprio posto affrontando tutti i rischi e le problematiche che questo ha comportato, la leadership è stata messa a dura prova. Garantire la continuità operativa, e rappresentare un punto di riferimento per la propria squadra stimolando in essa resilienza, fiducia e senso di appartenenza quando intorno sembrava sgretolarsi ogni certezza sono stati i compiti più ardui mai richiesti alle generazioni di leader attuali. Ora che stiamo imparando a convivere con il Covid, è naturale pensare, alla luce dell’esperienza vissuta, quali possano essere le caratteristiche che deve avere un buon leader del futuro.
Creare un nuovo modo di lavorare, più umano, inclusivo, coinvolgente: gli obiettivi del leader del futuro
La grande rivoluzione scatenata dal Covid in ambito lavorativo è stata quella di aver messo le persone al centro di tutto. Posti davanti a una realtà dalle tinte scure ci si è soffermarti a riflettere su come sino ad ora sia stato gestito il rapporto lavoro – vita privata scoprendo che la bilancia pendeva da una parte sola. Da qui la voglia di creare un nuovo modo di lavorare, più umano, inclusivo, coinvolgente. Un nuovo modo nel quale non solo recuperare i propri spazi e il proprio tempo, ma soprattutto la propria individualità all’interno di gruppo mosso da obiettivi condivisi. È in questo contesto che la differenza tra l’essere un capo e l’essere un leader emerge con tutta la sua forza richiedendo uno sforzo ulteriore a chi decide di accettare la responsabilità di guidare una squadra conquistando passo dopo passo il ruolo di leader.
Le 10 soft skill per il leader del futuro
Ma quali sono dunque le principali caratteristiche richieste ai leader che sono chiamati a condurre le organizzazioni in questo periodo di profondi cambiamenti? La risposta arriva da un’indagine condotta da Espresso Communication per Great Place to Work Italia che per l’occasione ha coinvolto un panel di 20 professori universitari.
Dall’analisi emerge complessivamente la necessità di un leader più attento alle esigenze del singolo, che usa la gentilezza piuttosto che forza, dotato di una capacità d’ascolto tale da permettergli di entrare in empatia con chi si relaziona (anche a distanza), flessibile nel valutare e rispondere a situazioni nuove e inaspettate, bravo nel motivare e al tempo stesso incline a condividere la leadership attraverso la fiducia e la responsabilizzazione dei singoli membri del team.
Vediamo allora in dettaglio quali sono le 10 soft skill del leader del futuro secondo gli esperti coinvolti nell’indagine:
- L’ascolto attivo, poiché il leader ha a cuore le opinioni delle persone che fanno parte della propria azienda;
- Il motivational speaking: il vero capo d’azienda è in grado di motivare i propri collaboratori e di ispirare fiducia e positività;
- Le interpersonal skill, ovvero l’attitudine alla gentilezza e, quindi, a coltivare delle relazioni efficaci all’interno del proprio workplace;
- La leadership collettiva: essere leader significa anche capire quando lasciare la parola ai propri collaboratori, facendoli sentire importanti e, a loro modo, anche dei punti di riferimento;
- Il time management, cioè la capacità di organizzare il lavoro e rispettare anche le scadenze;
- L’apprezzamento e la gestione dei conflitti per favorire lo scambio di opinioni;
- La costruzione di feedback accurati per aiutare le persone intorno a sé a migliorare sia dal punto di vista personale sia professionale;
- La comunicazione efficace, poiché risulta fondamentale essere chiari sia di fronte ad eventuali clienti sia agli occhi dei suoi collaboratori;
- L’empatia: competenza ideale per comprendere le necessità dei propri collaboratori;
- La flessibilità, la quale consente di adattarsi alle diverse situazioni lavorative
Tra i 20 professori universitari che hanno accettato di confrontarsi su questo tema il professore Mariano Corso, docente di Leadership e Innovazione presso la School of Management del Politecnico di Milano ha commentato: “La figura del leader sta evolvendo per effetto del cambiamento dei modelli organizzativi e dell’effetto della crescente digitalizzazione dei processi e delle relazioni organizzative. Nei prossimi anni, faranno sempre più la differenza doti come la capacità di coinvolgere i collaboratori, infondendo entusiasmo e motivazione e comunicando visione e orientamento all’innovazione e all’imprenditorialità. Creare un ‘great place to work’ per i collaboratori al giorno d’oggi vuol dire supportare ciascuno di loro attraverso l’ascolto attivo, generare una spirale positiva di fiducia e infondere visione e senso d’identità”.