Secondo University Report 2015, realizzato come ogni anno dal portale JobPricing.it in collaborazione con Repubblica.it, studiare negli atenei più prestigiosi d’Italia paga sempre.
Le tasse universitarie, i libri e le spese di trasporti o affitti sono esborsi senza dubbio impegnativi per le famiglie, ma la buona notizia è che non costituiscono un costo affondato. Al contrario, si tratta di un vero e proprio investimento per il futuro.
Partiamo innanzitutto evidenziando che, secondo il report considerato, in termini di stipendi medi, coloro che detengono il diploma di scuola superiore guadagnano circa 23.000 euro lordi all’anno, mentre i laureati triennalisti ne guadagnano circa 30.000. Il vero e proprio salto retributivo lo si percepisce con la laurea magistrale, che ripaga per circa 44.000 euro lordi all’anno, con i master di secondo livello, coi quali si arriva a 46.000 euro, sino a raggiungere i 53.000 euro con i dottorati di ricerca.
Un’ulteriore distinzione che emerge è tra il conseguimento della laurea presso un’università pubblica piuttosto che privata: emerge che gli atenei privati battono nettamente quelli pubblici, superandoli del 21% come retribuzioni medie, anche se i Politecnici restano indietro rispetto alle università private solamente di 7 punti percentuali. Risulta, infatti, che chi ha studiato alla Bocconi ottiene il 20,9% in più rispetto allo stipendio medio dei giovani laureati, corrispondente a poco meno di 35.000 euro annui. Gli ex studenti del Politecnico di Milano, invece, hanno un “extra” pari al 12,5%, quelli della Cattolica ottengono +10,6% e quelli della LUISS di Roma raggiungono un +7,4%.
Dai dati, purtroppo, emerge però un gran divario tra le università del nord Italia e quelle del sud: chi ha conseguito la laurea in un ateneo del Mezzogiorno, infatti, guadagna in media il 15% in meno di quanto ottengono coloro che hanno studiato al nord, che tradotto in termini monetari significa che un giovane laureato al sud guadagna circa 37.500 euro lordi all’anno, contro i 43.200 circa di un laureato nel nord d’Italia.
Ma quanto tempo occorre per ripagare l’investimento universitario sostenuto?
Sempre secondo i dati di JobPricing, le università del nord Italia e quelle private sono quelle che ripagano prima. Nel dettaglio, per un ex studente del Politecnico di Bari ci vogliono 19 anni (20,4 se fuori sede) per mettersi in pari con le spese sostenute, 20,1 anni (20,9 se fuori sede) se la laurea è stata conseguita all’Università di Cagliari e 20,7 (21,2 se fuori sede) per l’Università della Calabria. Gli atenei che danno il ritorno di investimento più a lungo termine in assoluto sono Messina e Napoli, in cui per ripagare gli studi servono fino a 22,7 anni (23,6 per i fuori sede). Tali tempistiche si dimezzano per coloro che hanno sostenuto gli studi al nord: chi ha frequentato il Politecnico di Milano “va in pari” dopo 11,8 anni (13,1 se fuori sede), mentre un ex studente della Bocconi impiega 12,4 anni (13,4 se fuori sede) per recuperare l’investimento fatto. Per i laureati della Cattolica si parla di 13 anni (14,3 se fuori sede), mentre per quelli del Politecnico di Torino 13,9 (15,1 se fuori sede). Per quanto riguarda gli studenti laureati a Roma gli anni necessari per ripagare l’investimento sono meno di 20, sia per chi ha frequentato la LUISS, sia per coloro che hanno conseguito la laurea alla Sapienza.
Da questi dati emerge senza dubbio che il denaro investito negli studi universitari conduce sempre a buoni rendimenti, ma resta evidente il fatto che le tempistiche necessarie per percepire i benefici di tanti sforzi e sacrifici dipendano dall’università che ha consegnato sui nostri capi la corona d’alloro.