È la prima generazione del XXI secolo, quella dei nati tra il 2010 e il 2020 che oggi hanno in media 13 anni, e si chiama Generazione Alpha. Dopo i Boomer, i Millennials, e la Generazione X, Y, Z, ecco che si riparte dalla prima lettera dell’alfabeto. Questa è la generazione che ha conosciuto un mondo che corre veloce, che è sempre più digitalizzato e in cui i confini tra fisico e digitale sono sempre meno definiti. Si tratta di una generazione sempre più abituata a svolgere attività da autodidatta e con una visione del mondo estremamente differente rispetto chi li ha preceduti.
Saranno loro a prendere le redini domani e saranno loro la nuova classe dirigente.
Identikit della Generazione Alpha
Se fino alla Gen Z erano i protagonisti di cartoni animati e serie tv gli “eroi” da cui trarre ispirazione e da imitare, la Generazione Alpha si affida ad altre figure che riescono ad essere ancora più convincenti e coinvolgenti: parliamo di influencer, content creator e guru dei social network che sono diventati i nuovi punti di riferimento al momento di informarsi, socializzare, intrattenersi e di compiere scelte d’acquisto.
Lo sottolinea anche la ricerca “Generazione Alpha, come sarà il consumatore del 2030?” che Infobip, società globale di comunicazione cloud focalizzata su soluzioni CPaaS, ha realizzato in collaborazione con BVA Doxa, condotta su ha coinvolto 405 giovani italiani appartenenti a due fasce d’età differenti: 6-10 e 11-15 anni.: i ragazzi che rientrano in questa categoria si affidano sempre più a Google, YouTube, e agli influencer quando si cercano informazioni sui prodotti (46%) o notizie di attualità (55%).
È emblematico anche quello che accade per le scelte di acquisto: amici e genitori continuano ad avere una certa influenza ma cresce sempre di più l’impatto di figure come influencer, tiktoker e youtuber (24%).
«A differenza delle generazioni precedenti, i ragazzi nati tra il 2010 e il 2020 hanno conosciuto solo un mondo digitale e questo avrà un impatto senza precedenti sul loro sviluppo, sulla psicologia e sul modo in cui vedono il mondo che li circonda. Inoltre, la pandemia di Covid-19 sta rafforzando e aumentando la dipendenza dai dispositivi smart e dalle comunicazioni digitali», ribadisce il Sales Director Italy di Infobip Vittorio D’Alessio.
Come si forma e si informa la Generazione Alpha
Dallo studio di Infobip emerge anche che l’uso di dispositivi digitali come smartphone, tablet, console e simili non è collegato al semplice passatempo. Al contrario, attraverso questi “oggetti digitali” la Generazione Alpha si informa e socializza: dover cercare una canzone su YouTube o aprire le app su un tablet, ad esempio, li rende autonomi.
Ed ecco, quindi, la grande novità rispetto a soli cinque o dieci anni fa: pc, smartphone e tablet non sono più annoverati come “oggetti di distrazione” ma, al contrario, i dispositivi tecnologici rappresentano la porta per entrare in un mondo di intrattenimento e, tra gli 11 e i 15 anni diventano uno strumento di socialità e di informazione. I più grandi prediligono, infatti, attività “meno ludiche” e quindi usare WhatsApp (93%), TikTok e Instagram (76%).
Cosa ci dice la Generazione Alpha, uno sguardo ai dati
Andando ai numeri, come si può facilmente immaginare, lo smartphone si conferma il dispositivo di proprietà più diffuso tra il 64% dei ragazzi intervistati, seguito dalla console per i videogiochi (38%) e dal tablet (36%), entrambi posseduti da circa due intervistati su cinque, e device che il 75% del campione utilizza per accedere a Internet (insieme agli assistenti vocali come Alexa di Google). Se smartphone e PC sono i preferiti dal 98% e dal 91% degli intervistati tra 11 e 15 anni, il tablet è invece al primo posto (82%) nella fascia di età 6-10, forse proprio per la similarità con un giocattolo.
Per il 70% degli intervistati, l’utilizzo delle app di messaggistica come Whatsapp è una delle attività preferite insieme a guardare video su YouTube (90%), film, serie TV e cartoni animati (74%) e giocare online ai videogiochi (72%). Proprio in merito a WhatsApp, il 55% circa degli intervistati lo utilizza come canale di comunicazione, percentuale che raggiunge il 67% e l’83% nella fascia di età 11-15 quando si parla con genitori e amici. Solo il 30%, invece, sceglie le chiamate tradizionali, più diffuse tra 6 e 10 anni, trend che però si inverte nel caso delle telefonate ai nonni, preferite dal 48% del campione e dal 52% delle ragazze.