Affidarsi a figure competenti e professionali che accompagnano la persona in un percorso di coaching fa accrescere la consapevolezza di sé, migliora il potenziale e produce effetti positivi anche a livello psicologico
Riconoscere il proprio potenziale, trovare gli strumenti giusti per metterlo in pratica e addirittura riuscire a valorizzarlo è uno dei passi da intraprendere per un percorso di carriera di successo. Sebbene l’iniziativa debba sempre partire dalla persona che decide di lavorare su sé stessa, sulla personalità e sugli obiettivi da raggiungere, è innegabile che avere accanto una figura esperta, quella di un coach, ad esempio, che possa fare da giuda e da supporto diventa essenziale per ottenere migliori risultati e sviluppare una piena consapevolezza di sé. A questo proposito, CoachHub, piattaforma di talent management, ha elencato dieci esercizi che si rivelano essere tra i più efficaci per personalizzare i percorsi di coaching digitale.
I vantaggi del coaching digitale
Il miglioramento del potenziale è ovviamente solo uno dei vantaggi collegati all’attività di coaching. Se fatto bene, e soprattutto se ci si affida a dei professionisti, i benefici derivanti da questa attività sono riscontrabili sia in termini di maggiore efficienza e di acquisizione di nuove abilità, sia di miglioramento del benessere psicologico della persona – si pensi a quanto è diffusa oggi la tendenza in ambito lavorativo del burnout. Questo è ancora più vero nel caso del coaching digitale che, essendo one-to-one, fa sentire la persona molto più coinvolta nell’apprendimento.
Da dove partire per lavorare su sé stessi
Indipendentemente dall’ambito in cui una persona intende realizzarsi e dal ci sono dei passi fondamentali da considerare. Ecco nel dettaglio i dieci step a cui affidarsi per intraprendere un percorso di coaching digitale
1. Fare un’autovalutazione iniziale
Come sempre, prima di intraprendere un percorso, è bene fissare degli obiettivi che si intende raggiungere partendo da un test di autovalutazione per sviluppare una sempre maggiore consapevolezza di sé e capire quali sono i punti di forza e i punti su cui, invece, bisognerà lavorare maggiormente. Queste valutazioni iniziali possono aiutare a chiarire lo stato attuale della persona e fornire un punto di partenza per misurare i progressi futuri.
2. Cogliere spunti dai feedback
Anche se l’autovalutazione e la riflessione su sé stessi costituiscono una parte importante del processo di coaching, è altrettanto fondamentale riflettere sui feedback ricevuti, via via, da parte del coach. Ecco perché oggi è ampiamente riconosciuto il valore di valutazioni non tradizionali come le valutazioni delle sensazioni, delle conversazioni di aggiornamento e delle revisioni in tempo reale.
3. Fissare i goal da raggiungere
Durante la fase di sviluppo degli obiettivi, si decidono insieme traguardi ed esercizi. Il percorso di definizione degli obiettivi varia in base al coach, ma la maggior parte degli obiettivi deriva da quanto rilevato nelle valutazioni iniziali. È essenziale che si tratti di goal specifici, misurabili, raggiungibili, pertinenti e vincolati nel tempo e che riguardino aspetti come il coinvolgimento e le performance.
4. Scrivere un diario
La scrittura di un diario è un esercizio versatile utilizzato in tutti i contesti e in tutte le relazioni di coaching. Si tratta di un’attività che aiuta i professionisti a riconoscere l’atteggiamento con cui le persone affrontano i conflitti e insegna loro il modo per gestirli al meglio. Un altro esempio di esercizio di scrittura mirato è la redazione di un diario del futuro, in cui ci si immagina di descrive il proprio futuro, illustrando nel dettaglio sensazioni e caratteristiche. Creare questa visione del futuro può aiutare il coachee a ricalibrare i propri obiettivi affinché siano più in armonia con la persona che diventerà in futuro.
In ogni caso, la tecnica di annotare, di volta in volta i traguardi raggiunti, i miglioramenti registrati o di fare previsioni sul futuro diventa molto valida perché permette di tenere traccia dell’evoluzione del percorso di miglioramento del proprio potenziale.
5. Individuare i valori e i principi
Gli esercizi più frequentemente proposti consistono nel classificare i valori, ovvero ciò che è veramente importante per la persona coinvolta e compilare una scheda o creare una ruota della vita. Una volta definiti i propri valori, il coachee può intensificare quel lavoro necessario a raggiungere determinati obiettivi riducendo al minimo le attività che non sono allineate ai propri valori.
6. Esercitarsi nell’essere gentili
Praticare la gratitudine è importante per allenare l’ottimismo. Uno degli esercizi maggiormente proposti dai coach per coltivare la gratitudine è noto come Three Good Things, creato dallo psicologo americano Martin Seligman: questo esercizio consiste nello scrivere tre cose che sono andate bene ogni giorno e le rispettive cause.
7. Sviluppare e allenare le capacità comunicative
La comunicazione è senza dubbio essenziale ed è una delle soft skill più utilizzata dai manager soprattutto in contesti di incertezza. Ecco perché molti coach digitali si concentrano sull’aiutare i coachee a sviluppare e allenare le loro capacità comunicative, puntando su comunicazione non violenta e ascolto attivo attraverso giochi di ruolo.
8. Regolare la sfera emotiva
Riconoscere le proprie emozioni e imparare a gestirle: le persone coinvolte nel processo di crescita e di potenziamento del potenziale possono accrescere la propria resilienza e imparare la regolazione emotiva attraverso diversi esercizi specifici; uno tra i tanti consiste nel dare un nome alle proprie emozioni. È un ulteriore passo avanti nel riconoscere e imparare a scoprire la propria persona.
9. Celebrare i successi
Festeggiare i propri successi significa concedersi il permesso di fermarsi e godersi i traguardi già raggiunti e trovare il modo di auto gratificarsi.
10. Individuare e mettere a frutto i punti di forza
Il coaching basato sui punti di forza è un approccio molto comune che incoraggia lo sviluppo del coachee partendo dai punti di forza esistenti, anziché concentrarsi sui punti deboli.