I community leader progettano, gestiscono e valorizzano i processi di crescita sociale, civile, economica e culturale delle realtà territoriali locali, dalle aree metropolitane a quelle montane. Capiamo meglio di cosa si tratta
Nessuna confusione, il community leader di cui vogliamo parlare non ha nulla a che vedere coi social media. La sua “comunità” si muove nel mondo reale e condivide nella quotidianità spazi geograficamente definiti. È una figura che si occupa di costruire reti attraverso iniziative di promozione e animazione territoriale, educazione alla cittadinanza, inclusione e cooperazione.
Che cosa fa il community leader
Il nostro community leader è impegnato nella rigenerazione della comunità individuando problematiche e opportunità del proprio territorio, decidendo cosa fare, apportando cambiamenti positivi. Il compito è tanto entusiasmante quanto sfidante, si tratta di progettare nuovi modelli collaborativi tra cittadini, imprese e istituzioni pubbliche, ideare, finanziare e gestire progetti che possono toccare i più svariati ambiti, dal turismo al sociale, dalla cultura all’occupazione.
Quali competenze devono avere e dove si formano i community leader
I community leader devono avere competenze tecniche (hard skill) e trasversali (soft skill). Per formare questo tipo di professionisti è stato lanciato dalla Fondazione CRT (con l’apporto scientifico della Scuola di Politica “Vivere nella Comunità” e partner quali il Consorzio Aaster, il Cottino Social Impact Campus e il Consorzio sociale il filo da tessere) un corso nazionale di alta formazione gratuita “Talenti per la Comunità: costruire nuove leadership”, a Torino . Per i prossimi otto mesi i futuri “community leader” riceveranno un kit di conoscenze e competenze per progettare, gestire e valorizzare i processi di crescita sociale, civile, economica e culturale delle realtà territoriali locali, dalle aree metropolitane a quelle montane.
A partecipare al corso saranno 40 giovani, 23 donne e 17 uomini, con un’età media di 30 anni. Hanno alle spalle percorsi di studi universitari molto eterogenei: dall’ambito politico (il più diffuso) a quello sociale ed economico, da giurisprudenza ad architettura e ingegneria. 30 di loro hanno la laurea magistrale, 10 quella triennale, conseguita presso Atenei di tutta Italia: il Politecnico di Torino, le Università degli Studi di Torino, Padova, Siena, Trento, “La Statale” di Milano, “Federico II” a Napoli, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, “La Sapienza” e “Tor Vergata” a Roma, LIUC Università Carlo Cattaneo a Castellanza (Varese), Università Ca’ Foscari Venezia, Università del Salento.
Sono giovani cosmopoliti, che parlano correntemente diverse lingue, hanno viaggiato e fatto esperienze all’estero. Protagonisti attivi nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, sono fortemente impegnati a costruire reti attraverso iniziative di promozione e animazione territoriale, educazione alla cittadinanza, inclusione e cooperazione.
Cosa studiano i community manager
Strumenti di mediazione dei conflitti, i big data come social commodity per la progettazione, l’esecuzione, il monitoraggio e la valutazione dei progetti, l’innovativa finanza per lo sviluppo (fondi di investimento, private equity, business angels e family offices), la riconversione green e digital della manifattura, l’economia della cultura e del turismo, la rivoluzione del 5G, l’umanesimo digitale e industriale, sono alcuni degli argomenti chiave che verranno toccati all’interno del corso “Talenti per la Comunità” che si articolerà tra lezioni prevalentemente in presenza, workshop, approfondimenti di storie di successo e attività sul campo, e dispone di una squadra di docenti di alto profilo in rappresentanza del mondo economico, accademico, scientifico, istituzionale: dallo storico dell’economia Giulio Sapelli al filosofo Roberto Esposito, dall’imprenditore Marco Giovannini al Presidente del Censis Giuseppe De Rita, dagli urbanisti Federica Verona, Anna Prat e Alessandro Balducci al data scientist Ciro Cattuto. E ancora: gli economisti Massimo Ferlini, Enzo Rullani, Cristina Tajani, Lucrezia Songini, Enzo Peruffo e Bernardo Bertoldi, i sociologi Ester Cois e Filippo Barbera, il giurista e professore di diritto commerciale Maurizio Irrera, l’ad di Saipem Francesco Caio e l’ad di MilanoSesto Giuseppe Bonomi, il Segretario Generale della Fondazione Mirafiori Elena Carli, il Direttore Generale di Ream Oronzo Perrini, il Presidente di Fondazione con il Sud Carlo Borgomeo, la project manager del progetto per i bambini THUB06 Barbara Posa, la fondatrice di Avventura Urbana Iolanda Romano, per citare solo alcuni dei docenti che terranno le lezioni prima della pausa estiva.