La cosiddetta Generazione Z (o post-millennial, di cui fa parte la maggioranza dei nostri lettori) ha caratteristiche precise, dicono gli esperti e le indagini, che li differenziano dai loro predecessori Millennial. La Generazione Z sta entrando, o sta per entrare nel mondo del lavoro, portandosi dietro la sua cultura e le sue aspettative. Ecco una lista delle 9 cose che le aziende dovrebbero sapere della Gen Z , secondo Forbes. Ti riconosci?
In realtà Forbes ha fatto una lista di 12 indicazioni, puoi consultare l’articolo integrale qui, chiedendo un parere al suo Forbes Coaching Counsel. Si tratta quindi di opinioni che attengono sopratutto alla Gen Z cresciuta in US, ma pensiamo che in linea di massima non sia molto distante dalla nostra realtà.
1. La tecnologia è uno stile di vita (per loro)
Per la Generazione Z la tecnologia è fondamentale, ha un ruolo centrale nella sua quotidianità. Anche se sono necessari dei limiti, i datori di lavoro farebbero bene a capire che questa è la normalità per la Gen Z, fa parte del loro benessere, e incoraggiare (anzichè limitare) l’uso sul posto di lavoro delle piattaforme tecnologiche e applicazioni che consentono una maggiore produttività, la gestione dei progetti, anche a distanza, e l’apprendimento continuo.
2. Flessibilità e libertà di innovare
Le aziende devono capire che la Generazione Z è molto innovativa e ha spirito imprenditoriale. Non possono essere soffocati dai paletti delle organizzazioni più tradizionali, dagli ambiti di competenza, le politiche e le norme. La flessibilità e l’autonomia di pensiero e nei processi è necessaria affinchè si possano esprimere in modo ottimale nel mondo del lavoro.
- vedi il nostro articolo sulla “intrapreneurship“
3. Vogliono stabilire con i propri leader un rapporto personale
La Gen Z è cresciuta con l’iPad in mano. E ora sono pronti a metterlo giù per avere un rapporto one-to-one con i propri leader. Questa generazione è stata incoraggiata a sognare in grande, agire e cambiare il mondo. Hanno fiducia in questa possibilità. Quindi ora, le aziende (i suoi manager) devono trovare il tempo da dedicare a questi giovani ed essere un po’ i loro mentor.
4. Vogliono un ambiente lavorativo positivo, per crescere
Non si tratta di capricci, o di egoismo, al massimo si può parlare di ambizione o fiducia in se stessi. I giovani Gen Z sono alla ricerca di ambienti in cui possono esprimere il meglio del proprio potenziale, una cosa che in definitiva giova sia a loro che alle stessa aziende.
5. Stabilità e sicurezza
Sono cresciuti nel mondo post 11 settembre, con la costante minaccia del terrorismo e hanno assistito al disastro finanziario della Grande Recessione. Questi fatti hanno influenzato la Gen Z, portando un bisogno di stabilità e sicurezza. Hanno mentalità imprenditoriale e innovativa, cercano spesso lavori a impatto sociale, desiderano viaggiare.
6. Non bastano begli uffici e biliardino
Questa generazione vuole il giusto riconoscimento per la propria creatività e la mentalità imprenditoriale, ma non tollera di essere preso in giro con incentivi di valore discutibile, come un ufficio di design, la palestra in ufficio, ecc . Vogliono, giustamente, anche un contratto e tutte le tutele che gli spettano.
7. Hanno bisogno diversi canali di comunicazione
La Generazione Z è cresciuta su internet, con le applicazioni, i social media e i messaggi di testo come flussi delle loro informazioni. La conversazione faccia a faccia non è la normalità, e nelle aziende si dovrà tener conto dei diversi canali di comunicazione che le diverse generazioni di dipendenti utilizzano. Trovare strumenti di comunicazione che vanno bene per tutti avrà un impatto positivo sul posto di lavoro.
8. Non si riconoscono nelle organizzazioni gerarchiche
La mentalità imprenditoriale, rende la Gen Z meno propensa ad aspettare pazientemente per una promozione o per fare carriera. Come i Millennial spingono a favore di meno gerarchia e più autonomia nei luoghi di lavoro.
9. Esperti di adattamento
Non bisogna dare per scontato che, poiché i giovani Gen Z sono “nativi digitali”, essi siano anche sempre digitalmente competenti. Ma sono esperti in adattamento. Sono cresciuti in un mondo di cambiamento esponenziale. Essi accettano l’incertezza, la complessità e l’ambiguità molto meglio rispetto alle generazioni più anziane. All’interno delle aziende possono essere una guida verso il cambiamento.
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