Con la rivoluzione digitale, si evolve anche la figura dell’avvocato: da un lato il panorama legale diventa sempre più complesso a causa di nuove normative e problematiche di natura giuridica che tecnologie e web pongono, per esempio il tema privacy e dati o la tutela della proprità intellettuale in ambito digitale. Dall’altra, l’intelligenza artificiale sembra minacciare anche gli esperti legali che oggi trovano concorrenza negli avvocati-robot, cioè in piattaforme di legal advisory, spesso assistite da tecnologie chatbot, in grado di fornire consigli e assistenza. La metamorfosi degli avvocati ha però un risvolto molto promettente in ambito aziendale, dove ‘l’azzeccagarbugli’ 2.0 può assumere il ruolo di General Counsel.
Una ricerca condotta da Forbes Insight e dallo studio legale internazionale K&L Gates ha intervistato 200 professionisti di materia legale (che collaborano con grandi aziende multinazionali di diversi settori, come aerospazio e difesa, automotive, ingegneria, metallurgia, conglomerati) ) che hanno messo a fuoco le nuove esigenze aziendali che richiedono il supporto di un esperto in materie giuridiche e come questo nuovo ruolo – il General Counsel – diventi sempre più strategico nello sviluppo del business e nella valorizzazione delle risorse all’interno delle aziende.
“Il General Counsel è una delle evidenze più significative della trasformazione del panorama legale in Italia e non solo – afferma Giampaolo Salsi, managing partner di K&L Gates Milano – La survey dà conto non solo di quali sono le sfide per i professionisti legali ma anche di come essi stessi sono figure strategiche e trasversali, dall’analisi dei risvolti di pertinenza giuridica delle attività di una società al saper creare, gestire e lavorare in un team di professionisti specializzati nelle varie aree del diritto”.
Avere perspicacia geopolitica e internazionale, alimentare nuove alleanze strategiche, padroneggiare i rischi legali connessi con la rivoluzione digitale come la cyber-security e la protezione della proprietà intellettuale: sono queste le nuove sfide che stanno interessando in tutto il mondo la figura dell’avvocato e che lo rendono una figura fondamentale e propulsiva per le aziende.
Le nuove sfide legali all’interno delle aziende
Il 94% degli intervistati dalla ricerca ritiene che se da un lato cresce il volume di norme e leggi (+ 94%) che influenzano la vita aziendale, dall’altro questo stesso fattore produce una valorizzazione del ruolo del responsabile legale in azienda.
Afferma Thomas Laubert, Group General Counsel e Head of Legal presso Daimler AG: “A causa dell’incremento di regolamentazioni sempre più ampie, le aziende si trovano oggi a dover concentrare grossi sforzi nella gestione dei rischi legali collegati con il business. La grande sfida è quella di agire in tempo reale e con prassi più veloci e, per questo motivo, gli avvocati oggi sono passati dall’essere semplicemente coinvolti all’essere parte attiva delle soluzioni”.
La globalizzazione è una delle nuove sfide legali per le aziende. Circa un’azienda su 5 si aspetta sostanziali spostamenti di mercato, sia come localizzazione delle operazioni (15%) che come forza lavoro (22%). Le industrie del Vecchio Continente stanno infatti sempre più abbandonando i mercati dell’Europa Occidentale per incrementare la loro presenza altrove. L’Asia, seguita da Est Europa e Medio Oriente, rappresenta il luogo principale a cui si guarda sia come mercato (65%) che come destinazione di alcuni servizi (58%).
In questo contento il 77% degli esperti intervistati indica come priorità, sotto il profilo legale, la necessità di un ambiente regolamentare stabile e business-friendly, il tema della protezione dei dati sensibili e delle leggi sulla privacy (73%), le questioni relative all’antitrust e alla concorrenza (70%) e nuovi patti sulla difesa della proprietà intellettuale (69%).
“L’ingresso in mercati emergenti e l’adozione di nuovi modelli di business stanno fortemente interessando il ruolo – spiega Christian zur Nedden, Head of compliance e della tutela della proprietà intellettuale presso Continental AG – Aggiorniamo costantemente il nostro dipartimento per continuare a fornire costantemente alta qualità nei servizi di cui l’azienda ha bisogno”.
La grande sfida è tuttavia quella rappresentata dalla rivoluzione digitale e dai rischi legali derivanti dall’utilizzo di nuove tecnologie.
Praticamente tutte le società oggi fanno massiccio uso di cloud (91%), internet of things (90%) e previsioni analitiche degli scenari (87%), tutti strumenti che portano con sé diversi rischi legali soprattutto per quanto riguarda la conformità internazionale (41%), la cybersecurity (39%) e la tutela della privacy e dei dati sensibili (34%).
Su questo ultimo tema è utile richiamare il GDPR – General Data Protection Regulation – la nuova normativa europea che riguarda il trattamento dei dati da parte delle aziende, ne abbiamo già accennato in questo articolo, che impone a tutte le società determinati adempimenti che possono richiedere l’ausilio di un esperto legale. Tra le altre cose, il GDPR ha tra i suoi capisaldi il concetto di data protection by design, per cui le aziende che sviluppano servizi digitali, applicazioni, software, prodotti digitale in grado di acquisire dati personali devono già in fase di progettazione considerare i requisiti normativi e di sicurezza informatica. In questo esempio è chiaro come il nuovo ruolo di un esperto legale in azienda sia trasversale e chiamato alla collaborazione con diversi dipartimenti di un’azienda già nella fase progettuale e ad essere, come dicevamo sopra, parte attiva della soluzione.
La concorrenza: gli avvocati – robot
Lo scorso luglio un articolo del Sole 24 Ore titolava così ‘Il primo avvocato robot (gratis) del mondo apre lo studio’.
Si trattava, come racconta l’articolo, di un sito inventato dall’imprenditore – studente Joshua Browder che tecnicamente è un chatbot che fornisce consulenza legale e gratuita. La specializzazione di questo avvocato-robot è ottenere il risarcimento per multe ingiuste legate a biglietti del parcheggio, in pratica, il bot è stato istruito per comprendere le normative specifiche di 50 Stati e presentare richieste per protestare contro la multa. DoNot Pay, così si chiama il servizio, che sembra abbia fatto togliere in due anni di test circa 375mila multe. Grande invenzione.
D’altra parte ci sono anche avvocati robotici, in sostanza software d’intelligenza artificiale, tra i nuovi assunti di diversi studi legali, anche italiani. E’ il caso di ROSS sviluppato da IBM (grazie alla sua tencologia Watson), attualmente si occuperà solo di diritto fallimentare ma sarà in grado di svolgere il lavoro di ben 50 avvocati. E, soprattutto, apprende col tempo, quindi sarà sempre più competente; JP Morgan ha sviluppato il software COIN, in grado di leggere e interpretare accordi commerciali e contratti di prestito in pochi secondi; c’è ancora Luminance, una tecnologia sviluppata dai matematici dell’Università di Cambridge che usa le tecnologie di machine learning e la statistica avanzata per individuare le ricorrenze o le deviazioni dalla norma, trovando il filo conduttore che lega tra loro un numero esorbitante di documenti.
In Italia abbiamoanche casi molto interessanti di startup che hanno sviluppato piattaforme web in grado di sostituire per alcuni specifici compiti il lavoro di un legale, si tratta di Iubenda, un generatore automatizzato di privacy e cooky policy; e Kopjra, che offre un servizio completamente digitale di tutela dei diritti privacy e della proprietà intellettuale su internet.