Non un anno da passare con le mani in mano ma un periodo di stacco dalla routine accademica o lavorativa per ritrovare sé stessi e fare esperienze che arricchiscano il proprio bagaglio culturale. Ecco cos’è veramente un gap year
L‘anno sabbatico, anche conosciuto come gap year, rappresenta un periodo di stop, una pausa a cui studenti e lavoratori possono ricorrere durante la loro vita per staccare la spina o intraprendere un’attività che spezzi un po’ la monotonia del periodo che si sta vivendo. Ma c’è un’età o un momento giusto per prendersi un anno sabbatico? E soprattutto, cosa fare per ottimizzare al meglio questi mesi? Procediamo per punti.
Cosa significa anno sabbatico
L’espressione anno sabbatico ha origini antiche che derivano dall’ebraico shabbat – sabato. Secondo la tradizione, questa è la giornata del riposo ma ogni sette anni veniva festeggiata una evento particolare lasciando i campi e gli schiavi liberi.
Anche il termine gap year ha una sua storia; letteralmente “anno di intervallo”, è nel mondo anglosassone una vera e propria tradizione e ha origini antiche poiché si tratta di una sorta di rivisitazione in chiave moderna del “Grand Tour”, il viaggio di formazione nell’Europa continentale che facevano i giovani nobili borghesi anglosassoni vissuti tra il XVII e il XVIII secolo.
Nonostante sia spesso associato a considerazioni negative, come la scarsa voglia di concentrarsi sugli studi, o la mancanza di serietà e professionalità sul lavoro, in realtà non è così. Se sfruttata in modo intelligente e produttivo, prendersi una pausa dalla routine quotidiana può diventare un’esperienza costruttiva durante la quale focalizzarsi su sé stessi e sullo sviluppo e apprendimento di skill utili, dedicandosi alle attività che normalmente non è possibile portare avanti durante una carriera lavorativa o un percorso di formazione.
C’è un’età adatta per prendersi un anno sabbatico?
Solitamente le ragazze e i ragazzi scelgono di concedersi un gap year a cavallo tra la fine delle scuole superiori e l’inizio dell’università. Questo spesso succede perché non si hanno ancora le idee abbastanza chiare per decidere a quale ambito dedicare i successivi tre o cinque anni di studio. Altri sfruttano i mesi di stacco per prepararsi al meglio ai test di ingresso alle facoltà in cui si vorrebbe entrare. Ma non mancano giovani che prendono un periodo di pausa tra la fine dell’università o di un master e l’inserimento nel mondo del lavoro, è infatti un momento della vita abbastanza delicato in cui si esce fuori dalla comfort zone dello studio.
Ma numerosi sono anche i professionisti che, giunti a un punto della carriera in cui lo stress inizia a farsi sentire e la motivazione a mancare, decidono di ricorrere a un gap year per ricaricare le pile, approfittandone per fare un viaggio che da tempo si posticipava, vivere un’esperienza rimandata per anni o per volare in un Paese estero, entrare in contatto con una nuova cultura, migliorare la lingua, svolgere del volontariato o un’esperienza lavorativa in un ambiente completamente diverso dal proprio.
Come pianificare un anno sabbatico
Certo è che non esiste un’età precisa in cui è permesso prendersi un gap year; tuttavia, il dolce far niente non è contemplato. Il suggerimento è quindi di valutare in anticipo tutte le possibilità e pensare a come muoversi per sfruttare al meglio questi mesi e fare in modo che non diventi un anno poco produttivo in cui passare le giornate con le mani in mano. È improbabile che un gap year che non è stato pianificato al meglio possa avere degli effetti positivi sugli individui.
Un buon piano d’azione è dunque utile per programmare al meglio le esperienze e le attività da svolgere, per farlo ci si può muovere in autonomia o affidarsi a dei centri e/o agenzie specializzate che offrono una vasta gamma di possibilità e alternative da prendere in considerazione
Quali sono i benefici di un anno sabbatico?
È chiaro che a seconda dello scopo per cui si sceglie di prendersi un anno di pausa dalla propria routine, i benefici possono essere diversi.
Il gap year, se svolto durante un percorso di studi ma non solo, può quindi diventare un trampolino di lancio per il successo personale e professionale che amplia gli orizzonti e che può rendere studenti e lavoratori più sicuri di sé e delle loro scelte, aiutandoli a comprende e definire le loro ambizioni. Un gap year può, inoltre, essere un valido modo per aiutare giovani e adulti a riprendersi da episodi sempre più frequenti di burnout che ostacolano i percorsi accademici e professionali. In ogni caso, che si decida di svolgere un’esperienza all’estero, uno stage, un lavoro differente o un’attività di volontariato, un anno sabbatico dà la possibilità di conoscere ed entrare in contatto con nuove persone e fare networking.
Quali attività svolgere durante un anno sabbatico
Fare una prima esperienza lavorativa
Che sia uno stage o un lavoro part o full time, un’esperienza lavorativa – anche da freelence – può essere un buon modo per iniziare a familiarizzare con un ambiento molto diverso rispetto alla realtà accademica. In molti Paesi del mondo ci sono progetti chiamati “work and stay”: in poche parole si lavora in una famiglia o in un ostello in cambio di vitto e alloggio.
Fare ricerca
I docenti possono usufruire di periodi di congedo per motivi di studio o anno sabbatico per potersi
dedicare esclusivamente ad attività di ricerca e studio. Complessivamente è possibile usufruire di periodi di sabbatico per non più di due anni accademici in un decennio, anche ripartiti in quattro semestri, al fine di agevolare le esigenze di funzionamento dell’attività didattica.
Imparare una lingua straniera
Trasferirsi un anno all’estero per imparare una lingua straniera è una delle esperienze che rendono un gap year veramente intelligente e proficuo perché svolgere un corso di inglese, spagnolo, tedesco o qualsiasi altro idioma permette anche di ottenere una certificazione ufficiale da inserire sul CV. Un studio condotto da EF Education First – realtà che opera nell’ambito della formazione internazionale – dimostra che nove persone su dieci che si sono concesse un gap year all’esterno, una volta fatto ritorno al loro Paese hanno trovato lavoro con molta più facilità.
Impegnarsi in cause sociali
Iniziare un’esperienza di volontariato aiuta a focalizzarsi sui bisogni degli altri, uscendo per un attimo dal proprio cerco magico da cui spesso non si riescono a comprendere i punti di vista altrui.
Perfezionare il vocabolario di un settore specifico
Dal fashion al turismo, dal food al marketing, dalla consulenza alla programmazione e così via, ogni settore ha un suo vocabolario specifico che gli addetti ai lavori utilizzano nella quotidianità. Spesso, infatti, non è sufficiente essere esperto in una lingua, ma serve conoscere e padroneggiare i termini specifici dell’ambito con cui si ha a che fare.
Prepararsi alla carriera universitaria
Molti studenti usufruiscono del gap year per svolgere un corso di preparazione universitaria o di pre-master.
Lungi dai pregiudizi e dalle considerazioni più tradizionaliste, il gap year può dunque essere veramente un spiraglio di luce quando si perde la bussola e si fa fatica a capire quale direzione prendere.