Siamo in compagnia di Daniele Ratti, ventitreenne bergamasco fondatore di “Fatture in Cloud” .
Ciao Daniele, puoi darci una breve introduzione della tua startup?
Fatture in Cloud è una piattaforma di fatturazione per liberi professionisti, ditte individuali e piccole s.r.l.. Serve, in sostanza, per permettere a questi soggetti di gestire tutto il ciclo della loro fatturazione attiva e passiva quindi le fatture da emettere verso i clienti, tutte le fatture che ricevono dai fornitori, avere idea di come sta andando la loro azienda nel tempo, di quante tasse dovranno pagare, di quanto sarà l’utile. In breve, il servizio permette di organizzare crediti, scadenze e quant’altro.
Quando e come hai deciso di lanciare la tua startup?
L’ho lanciata a gennaio del 2014, quindi ha poco più di due anni. Ho deciso di lanciarla per una mia esigenza personale in quanto io per primo avevo bisogno di una piattaforma di fatturazione per gestire la mia s.r.l., con cui sviluppavamo videogiochi, e mi ero accorto che sul mercato non c’era niente che mi soddisfacesse.
Quindi una delle motivazioni che hanno fatto partire Fatture in Cloud è stato accorgersi che sul mercato mancava l’offerta di quella tipologia di servizi. Proprio per il fattore novità, hai pensato che sarebbe potuto essere particolarmente più rischioso portarla avanti e in generale quali sono le paure e i rischi che hai dovuto affrontare nella fase di startup?
In realtà le uniche paure erano legate al fatto che ci fossero dei competitors preesistenti. Sapevo dell’esistenza, ma non li avevo trovati adeguati alle mie esigenze e infatti avevo deciso di non adottare le loro soluzioni e farmene una “in casa”. Esistono dei competitors molto interessanti ma esteri, per cui non si adattano facilmente al contesto Italiano, perchè non gestiscono moltissime dinamiche tipiche del nostro sistema.
Quali sono le tipologie di finanziamento su cui hai potuto contare nella fase di startup?
Ho auto-investito per il marketing, per le strutture come il server, ma non ho ricevuto nessun finanziamento proprio perché li abbiamo rifiutati.
Pensi che la giovane età, nel 2014 avevi solamente 21 anni, porta maggiori vantaggi oppure si è troppo esposti a pregiudizi data la poca esperienza?
Diciamo che non c’è un’età per diventare uno startupper. Ovviamente con il passare degli anni ho acquisito più esperienza e alcuni errori che facevo non li rifarei.
Cosa suggeriresti ai ragazzi che, come te, vorrebbero fare partire una startup nel tuo campo?
Sicuramente non partire con la ricerca di finanziatori che offrono 10 o 20 mila euro, bensì creare il prodotto, lanciarlo e iniziare a farlo girare. Un requisito fondamentale è che ci sia un team solido che sia in grado di svilupparla, quindi non tanto presentare la startup per ottenere un finanziamento, per poi dover ancora costruire un team adatto a realizzarla.
Secondo te quali sono le caratteristiche indispensabili che ognuno di noi in quanto, ad esempio, studente, dovrebbe avere per affrontare in maniera imprenditoriale le proprie sfide professionali, ma anche non?
Deve avere un po’ di propensione al rischio perché ovviamente il rischio c’è quando decidi di aprire una partita IVA, oppure addirittura una s.r.l.. Quindi nel caso di una vera e propria startup lo Stato non è poi così dalla nostra parte, nel senso che ci sono degli incentivi ma comunque un minimo di rischio permane e devi assicurarti di avere qualcuno che amministri la contabilità, le tasse, i contributi, i minimali vari. Insomma non è tutto rose e fiori.
Hai evidenziato una caratteristica molto importante, ovvero essere propensi al rischio. Hai mai pensato tu stesso oppure sentito tuoi collaboratori dire che pensavano sarebbe stato difficile o quasi impossibile portare avanti la tua startup, facendo emergere la sfiducia che si ha nel nostro Paese dove la concezione di molti imprenditori è che “tanto qui in Italia non decolla mai nulla, bisogna puntare all’estero”?
Si, tanti lo dicono sicuramente e come ti dicevo un minimo di rischio esiste, ma se si è sicuri di quello che si vuole fare lo si può correre tranquillamente!
Raccontaci del tuo background, cosa studiavi e quali erano i tuoi interessi prima di far partire la tua azienda?
Il mio background è fortemente tecnico, infatti ho dovuto sviluppare e affiancare nel tempo anche l’aspetto manageriale. Io sono perito informatico e mi sono laureato in ingegneria informatica due anni fa. In parallelo comunque sviluppavo per conto mio applicazioni IOS e siti web.
Per questo è stato utile informarsi su altri canali oltre a quelli scolastici e universitari?
Si ho dovuto studiare per conto mio, spesso necessitavo di informazioni che non si trovano nel corso dei programmi all’università.
Quali sono le prospettive future?
Adesso stiamo cercando di far crescere il più possibile Fatture in Cloud, dopo l’acquisizione che c’è stata da parte di TeamSystem. Dobbiamo conquistare anche il mercato dei commercialisti e convincere quindi il maggior numero possibile di commercialisti di Italia a invitare i loro clienti a fare questa piccola rivoluzione sulla fatturazione.
Vuoi parlarci di un momento importante, di cui hai un bel ricordo, del tuo percorso di giovane imprenditore?
Ci sono stati tanti momenti belli. Sicuramente il primo acquisto da parte di un cliente, quindi la prima fattura fatta sul mio gestionale di fatturazione, poi ovviamente il momento dell’acquisizione di pochi mesi fa che è stata comunque una decisione molto importante nella mia vita.