Mindset imprenditoriale, competenze imprenditoriali, imprenditorialità, sono oggi al centro del dibattito nel mondo del lavoro. Ma cosa si intende effettivamente quando si parla di ‘competenze imprenditoriali?’ Esiste una lista? Queste competenze possono essere apprese? E perché se ne parla tanto? In questo articolo cercheremo di rispondere a queste e altre domande.
Chi si è trovato o si trova alle prese con esami come Diritto Civile o Commerciale lo sa bene: il nostro Codice Civile definisce chi è l’imprenditore (art.2082) e lascia alla deduzione una definizione dell’impresa, “è imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi”.
Si direbbe una stranezza, ma in fondo non lo è: alla base di ogni impresa c’è prima di tutto una persona, che con le sue idee ha dato vita a un’azienda capace di rispondere a bisogni del mercato, guadagnare, dare posti di lavoro, contribuire al sistema economico e, possibilmente, al miglioramento della società.
Imprenditore è un sostantivo riconducibile al verbo imprendere, proveniente dal latino volgare *imprehendĕre, ‘intraprendere’, formato dal prefisso locativo in- e prehendĕre ‘prendere’, letteralmente ‘prendere sopra di sé’, che indica l’azione di cominciare qualcosa, di avviare un’iniziativa. (fonte: Accademia della Crusca). Prima dell’era capitalistica il termine indicava l’intraprendere un’azione non per forza di carattere economico: per esempio nel XVI secolo in Francia il termine entrepreneur si utilizzava per designare il capo di ventura, colui che reclutava mercenari e si poneva al servizio del miglior offerente. Ma è a partire dal XVIII secolo che inizia a riferirsi ad appaltatori di opere pubbliche, militari e civili, a capitalisti industriali e a proprietari terrieri che adottavano tecniche moderne di coltivazione.
Oggi il termine imprenditore è spesso associato all’idea di innovazione: ciò non ha niente a che vedere con il mondo delle startup, ma deriva dalle teorizzazioni di alcuni economisti come Schumpeter (1911), secondo il quale l’imprenditore svolge innanzitutto una funzione di innovatore, di colui che innova i metodi e i processi di produzione o dirige un’azienda in modo innovativo.
Come si riconosce un imprenditore?
Certo è facile attribuire la qualifica a chi se l’è guadagnata sul campo creando una o più imprese. Non necessariamente tale impresa deve diventare una multinazionale, anche una piccola impresa ha il suo perché e nasce da un profilo imprenditoriale.
Ma è possibile identificare a priori delle caratteristiche che ci fanno dire ‘questa persona ha proprio una mentalità imprenditoriale’? E’ possibile apprendere e sviluppare le competenze imprenditoriali?
Non esiste una bibbia delle competenze imprenditoriali, ma diverse qualità accomunano gli imprenditori: la capacità di accettare la sfida e assumersi rischi e responsabilità; la capacità di leggere la realtà (anche quella più prossima che lo circonda) e individuare opportunità; la creatività, intesa come problem solving; la capacità di autodeterminarsi ed entrare in azione; la capacità di comunicare e coinvolgere altri e mobilitare in questo modo persone e risorse per raggiungere il suo obiettivo.
Sicuramente possiamo dire che la caratteristica essenziale di un mindset imprenditoriale è l’azione, cioè la capacità di assumersi il rischio e organizzarsi per trasformare un’idea in una vera azienda o attività, con determinazione e intuito. Tutte le competenze imprenditoriali discendono o sono espressione di queste caratteristiche fondamentali, e il loro sapiente mix ed equilibrio determinano spesso la differenza tra diverse tipologie d’ imprenditore.
Cos’è l’imprenditorialità (e quindi, cosa caratterizza un imprenditore)
Una sintesi che abbiamo trovato molto interessante è quella proposta in questa dispensa di Economia dell’Innovazione dell’Università di Pavia.
In esso si dice che:
•Il processo imprenditoriale ha come componente fondamentale l’assunzione del rischio di insuccesso, in un ambiente caratterizzato da incertezza. Risultati di successo dell’attività imprenditoriale sono tutt’altro che scontati. Anzi, il risultato modale del processo imprenditoriale è la fondazione di un’impresa che poi fallisce. Quindi l’imprenditore non deve temere eccessivamente gli insuccessi. L’esperienza di ogni imprenditore, anche dei più grandi e che hanno realizzato di più, è segnata da alcuni insuccessi, dal loro superamento e dalla continuazione del percorso (mettendo a frutto l’esperienza).
•Il processo imprenditoriale richiede attività organizzativa. Organizzare non implica sempre nell’immediato la creazione di una nuova impresa legale.
•Il processo imprenditoriale deve implicare qualche forma di innovazione. Con ciò non si vuole dire che tutti gli sforzi imprenditoriali richiedono le grandi innovazioni schumpeteriane che risultano in nuove combinazione di fattori che danno vita alla distruzione creatrice. Il processo imprenditoriale può implicare un tipo di innovazione molto più debole, come localizzare un ristorante in un luogo diverso da dove sono presenti i ristoranti esistenti.
La decisione di intraprendere non è una decisione “razionale”, ma una scelta basata su una valutazione, in particolare su una certa percezione della situazione, sulla convinzione dell’esistenza della possibilità di fare profitti sviluppando qualcosa di nuovo. Dal momento che le preferenze dei consumatori, il cambiamento tecnologico e altri fattori sono incerti, l’imprenditore si forma delle opinioni basate su assunzioni che non sono provate. Si può dire che l’imprenditore si basa sulla sua sensazione (o giudizio) che esista un modo migliore di fare le cose rispetto a quelli esistenti. Il processo decisionale imprenditoriale è un processo creativo. La creatività non è in contrasto con il fatto che le opportunità esistano come realtà oggettiva. In altre parole, le opportunità hanno una componente oggettiva, ma il processo di scoperta e di sfruttamento richiede creatività. Sopportare l’incertezza è una condizione necessaria per guadagnare un profitto imprenditoriale. Senza incertezza, il profitto imprenditoriale sarebbe pari a zero. Il profitto imprenditoriale è la ricompensa che l’imprenditore guadagna per esercitare giudizio e avviare una nuova attività in una situazione incerta
Alla base di questa concezione imprenditoriale ci sono due elementi: l’attività imprenditoriale è volta alla realizzazione di profitto; l’attività imprenditoriale è sempre innovativa.
Come vedremo, secondo la UE, l’imprenditorialità è un mindset trasversale che può essere impiegato in diversi aspetti della vita, diversi dei quali esulano dal fare profitto.
Le competenze imprenditoriali, la lista UE
Non tutti sanno che anche l’Unione Europea si è ufficialmente espressa su questo argomento, motivata dalla necessità di informare e guidare le persone, e in particolare i giovani, nello sviluppo del proprio talento in un mercato del lavoro che si evolve rapidamente.
L’EntreComp, Entrepreneurship Competence Framework, è il Quadro di Riferimento UE per la Competenza Imprenditorialità, pubblicato nel giugno del 2016: esso ha inteso produrre una definizione comune di “imprenditorialità” che funga anche da strumento per sviluppare le proprie competenze in tale direzione.
Questa definizione è quella generale:
“L’imprenditorialità è quando si agisce sulle opportunità e le idee e le si trasforma in valore per gli altri. Il valore che si crea può essere finanziario, culturale o sociale”.
Spiega EntreComp, che l’imprenditorialità è una competenza per la vita. Essere creativi o pensare a come fare le cose in modo nuovo è altresì importante per far progredire la propria carriera o proporre nuove idee imprenditoriali.
Prendere l’iniziativa, mobilitare gli altri e coinvolgerli con la tua idea sono abilità utili per la raccolta di fondi per la tua squadra sportiva locale o per creare una nuova impresa sociale. Capire come mettere in pratica un piano e utilizzare saggiamente le finanze è importante per la propria vita e per la pianificazione aziendale in una piccola o media impresa (PMI).
La prima cosa che possiamo dedurre da questa definizione è che l’imprenditorialità è un po’ tornata alle sue origini (vedi capitoletto introduttivo), cioè non è necessariamente collegata allo sviluppo di un progetto ‘per fare soldi’, ma piuttosto al realizzare qualcosa che abbia un impatto positivo nella società. Nel contesto dello studio EntreComp, l’imprenditorialità è intesa come una competenza trasversale chiave in tutte le sfere della vita.
Come si vede nell’immagine sopra EntreComp individua 3 aree di competenza: Idee & Opportunità, Risorse e Attività. Ogni area contiene 5 competenze, che insieme costituiscono le 15 competenze che permettono a una persona di realizzarsi come imprenditore, ma anche come persona e parte di una comunità. Non vi è una gerarchia tra le competenze, sono tutte importanti, anzi è raccomandato di applicarle con flessibilità per adattarle allo specifico contesto.
Tale modello rappresenta l’imprenditorialità come la capacità di trasformare idee e opportunità in azione e valore attraverso la mobilitazione di risorse. Queste risorse possono essere personali (consapevolezza di sé e di auto-efficacia, motivazione e perseveranza), materiali (per esempio, i mezzi di produzione e le risorse finanziarie) o immateriali (ad esempio, specifiche conoscenze, abilità e attitudini).
15 competenze imprenditoriali che devi conoscere
Nell’area Idee e Opportunità troviamo le competenze da sviluppare nella fase di ideazione e progettazione di un’idea imprenditoriale, sono:
– Saper individuare le opportunità > Suggerimento: usa la tua immaginazione e le tue capacità per identificare le opportunità di creazione di valore
– Creatività > Suggerimento: promuovi idee creative ma concrete
– Visione > Suggerimento: dai voce alla tua visione del futuro
– Riconoscere il potenziale di un’idea > Suggerimento: individua le strade migliori per valorizzare la tua ideaa
– Adottare il pensiero etico > Suggerimento: valutare le conseguenze e l’impatto di idee, opportunità e azioni sotto tutti gli aspetti
Nell’area Risorse troviamo altre 5 competenze che rappresentano capacità necessarie per entrare in azione:
– Consapevolezza ed efficacia > Suggerimento: credi in te stesso e vai avanti, abbi fiducia nella tua capacità di influenzare il corso degli eventi
– Motivazione e perseveranza > Suggerimento: rimani concentrato, focalizzato e non arrenderti
– Mobilizzare risorse > Suggerimento: devi saper trovare le risorse materiali e non materiali per portare avanti la tua idea, e saper gestire al meglio le risorse limitate che hai
– Alfabetizzazione finanziaria ed economica > Suggerimento: sviluppa le tue conoscenze, il tuo know-how economico-finanziario
– Mobilitare gli altri > Suggerimento: devi ispirare, entusiasmare e far salire altri a bordo
Per quanto attiene alla sfera ‘Attività’ (azione), le 5 competenze individuate sono:
– Prendere l’iniziativa > Suggerimento: mettiti in gioco, accetta la sfida e non aspettare nessuno per intraprendere
– Pianificazione e gestione > Suggerimento: dovrai definire le priorità, organizzare e seguire l’attività
– Affrontare l’incertezza, la confusione e il rischio > Suggerimento: impara a gestire situazioni e decidere in modo rapido con prontezza e flessibilità
– Lavora con gli altri > Suggerimento: rafforza la tua capacità di lavorare con gli altri, fare squadra, costruire network
– Impara dall’esperienza > Suggerimento: learn by doing, riflessti e impara da successi e fallimenti
Per approfondire il metodo di sviluppo delle competenze imprenditoriali sviluppato dalla UE, scarica questo PDF imprenditorialità-eu.