Con l’avvento del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), qualsiasi azienda, grande o piccola che sia, è obbligata a garantire la sicurezza e la privacy dei dati degli utenti. Ed è qui che entra in gioco il Data protection Officer. Vediamo meglio di chi si tratta
Per la rubrica “Identikit Professioni” vi presentiamo il Data Protection Officer (DPO).
La quantità di dati personali che ogni giorno diffondiamo in rete, spesso senza nemmeno rendercene conto è enorme. Sui social, iscrivendoci a Newsletter, eventi, membership, cliccando su link tracciati, o ancora accettando le attività di profilazione da parte di aziende, agenzie, negozi, ecc.
Ma ci chiediamo effettivamente che fine fa questa mole di informazioni, per quali scopi è utilizzata e quali potrebbero essere i potenziali rischi di lasciare in giro per il web le nostre “tracce”? Più libertà, più democratizzazione della rete, ma serve allo stesso tempo una maggiore attenzione alla protezione dei nostri dati.
Ed è qui che entra in gioco il Data Protection Officer (DPO), una figura che potremmo definire il “supereroe della data protection”, ma che è effettivamente lo specialista responsabile di garantire che un’organizzazione gestisca in modo sicuro e corretto i dati degli utenti, ma anche di rispondere alle richieste e alle segnalazioni in materia di privacy, far fronte eventuali incidenti di sicurezza dei dati e svolgere attività di formazione e sensibilizzazione all’interno dell’organizzazione.
Chi è il DPO e perché è una figura essenziale in azienda
Con l’avvento del GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), qualsiasi azienda (grande o piccola che sia) è obbligata, infatti, a garantire la sicurezza e la privacy dei dati degli utenti.
Il DPO è, in questo senso, un professionista specializzato nella protezione dei dati personali e nella conformità normativa. Il suo compito principale è monitorare e garantire il rispetto delle leggi sulla privacy, ma anche sviluppare e implementare politiche e procedure per proteggere i dati sensibili. Per questo motivo lavora a stretto contatto con tutti i dipartimenti aziendali, dall’IT, alla funzione legale, passando per il Marketing e altri uffici, per garantire che i processi interni siano effettivamente allineati alle normative sulla privacy.
Volendo fare un recap delle principali attività che svolge un Data Protection Officer, potremmo dire che:
- informa e consiglia l’organizzazione e i suoi dipendenti sulle normative sulla protezione dei dati personali;
- monitora l’applicazione delle normative sulla protezione dei dati personali da parte dell’organizzazione;
- collabora con l’autorità di controllo per garantire la conformità dell’organizzazione alle normative sulla data protection;
- gestisce le richieste di esercizio dei diritti degli interessati (ad esempio, il diritto di accesso, di rettifica o cancellazione dei dati personali);
- fornisce formazione al personale dell’organizzazione in materia.
Entra nel concreto! In questo video Ilaria Andrisani ti racconta cosa significa lavorare in un’azienda come Data Protection Officer!
Le competenze di un DPO (dalle hard alle soft)
Un DPO deve avere una serie di competenze per poter svolgere il suo ruolo in modo efficace. Va da sé che, anche in questo caso, skill più tecniche si mixano con le competenze più trasversali. Ma cominciamo dalle prime:
- Conoscenza della normativa sulla protezione dei dati personali, in particolare del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati dell’Unione Europea;
- Capacità di gestione dei sistemi informatici e delle tecnologie utilizzate dall’organizzazione, in modo da poter valutare i rischi per la protezione dei dati personali;
- Capacità di analisi e valutazione dei rischi per proporre soluzioni efficaci per mitigarli;
- Capacità di comunicazione: il DPO deve avere ottime capacità di comunicazione, in modo da poter spiegare la normativa sulla protezione dei dati personali e le procedure aziendali in modo chiaro ed efficace.
- Capacità di gestione delle relazioni interpersonali: il DPO deve essere in grado di gestire le relazioni con i dipendenti dell’organizzazione, con gli stakeholder esterni e con l’autorità di controllo.
- Conoscenza delle procedure e dei processi aziendali: il DPO deve avere una conoscenza approfondita delle procedure e dei processi aziendali, in modo da poter valutare i rischi per la protezione dei dati personali in modo accurato.
Oltre alle competenze tecniche, un DPO come detto deve possedere anche alcune soft skill, ovvero quelle competenze trasversali, indispensabile per gestire al meglio i rapporti umani (e fare bene il proprio lavoro, diciamolo). Tra queste:
- Ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti dell’organizzazione e degli stakeholder esterni, in modo da comprendere le loro necessità e/o eventuali preoccupazioni;
- Problem solving: quale altra skill potrebbe essere fondamentale per un professionista che ogni giorno si occupa di risolvere problemi e trovare soluzioni efficaci e innovative?
- Team work: come abbiamo detto, è una figura che opera a stretto contatto con gli altri team aziendali e per questo motivo è importante che questa figura sappia gestire e coordinare momenti di lavoro in team;
- Comunicazione: un’altra competenza esssenziale, il DPO deve avere ottime capacità di comunicazione, in modo da spiegare la normativa sulla protezione dei dati personali e le procedure aziendali in modo chiaro ed efficace (anche ai non addetti ai lavori);
- Gestione delle relazioni interpersonali;
- Adattamento al cambiamento: dai cambiamenti della normativa sulla protezione dei dati personali alle nuove tecnologie, tutto è in continua evoluzione e – allo stesso tempo – anche le competenze vanno continuamente aggiornate.
Percorso di studi
Senza dubbio, la laurea in giurisprudenza o in informatica rappresentano i percorsi di studio più adeguati per intraprendere una carriera in questo ambito. Ma c’è di più: negli ultimi anni stanno nascendo diversi corsi di formazione, certificazioni e programmi di studio specifici che possono aiutare a sviluppare le competenze e le conoscenze necessarie per diventare uno specialista in materia di protezione dei dati. Ad esempio, l’Associazione Italiana Responsabili della Protezione dei Dati (AIPD) offre corsi di formazione e certificazioni per i professionisti della protezione dei dati personali.
Retribuzione
Il salario di un DPO (Data Protection Officer) può variare in base a diversi fattori, come l’esperienza, la posizione geografica, il settore di attività dell’organizzazione per cui lavora e la complessità del ruolo (ovvero il livello di seniority).
In generale, può partire da circa 30mila euro all’anno per un professionista alle prime armi, fino a superare i 100mila euro all’anno quando si ha un’esperienza pluriennale o per un DPO che lavora per un’organizzazione di grandi dimensioni. Inoltre, in alcuni casi, i Data Protection Officer possono essere assunti come consulenti esterni e quindi essere pagati a progetto o a ore. In questo caso, il loro salario dipenderà dalla durata e dalla complessità del progetto, oltre che dalle tariffe che il professionista ha stabilito.