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Lavorare in banca: stipendio, studi e ruoli in un settore che cambia



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L’era digitale ha portato ventate di cambiamento nei corridoi delle banche, le posizioni tradizionali richiedono competenze amministrative e finanziarie. Ma il futuro si prospetta orientato verso ruoli tecnologici. Per entrare nel settore, una laurea in economia o informatica è consigliabile. Cosa deve sapere sapere chi aspira ad una carriera in questo settore

Pubblicato il 7 feb 2025



Lavorare in banca
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Per la rubrica “Identikit Professioni” vi presentiamo l’impiegato bancario dell’era digitale.

Se i numeri ti affascino, se la sezione Economia e Finanza è la prima che clicchi sul sito del tuo quotidiano preferito, se quando senti le amiche parlare di borse la tua mente visualizza il grafico dell’indice Dow Jones, forse dovresti valutare l’idea di fare carriera in banca. E no, lavorare in banca non è più quell’attività anche un po’ noiosa e ripetitiva, diciamocelo, dell’epoca dei nostri genitori. Il mondo bancario di oggi è diverso da quello di dieci anni fa, ed è tutto merito della tecnologia che sta cambiando profondamente il modo in cui lavoriamo. Non stiamo più parlando solo di conti e fogli di calcolo, ma di innovazione, creatività e capacità di adattarsi a un ambiente in continua evoluzione.

Ma andiamo per ordine e cerchiamo di capire meglio cosa significa oggi lavorare in banca, quali studi sono richiesti, quali sono gli accordi contrattuali, quanto si guadagna e altro ancora.

Cosa sapere prima di lavorare in banca

L’abbiamo appena detto: la banca di oggi, e soprattutto la banca di domani, non è più quella che hanno conosciuto le generazioni che ci hanno preceduto. E del resto voi lo sapete bene, con i vostri conti aperti senza mai recarvi dentro una filiale, i pagamenti online continui, bancomat e carte di credito in tasca o direttamente sul cellulare (alzi la mano chi di voi ha mai posseduto, o anche solo mai visto, un carnet di assegni). Del resto, vi sarete pure accorti, magari sulla scia di qualche lamentela dei vostri genitori o dei vostri nonni, che le filiali bancarie stanno chiudendo ormai con un certo ritmo costante.

Attenzione, questo non significa che domani mattina vi alzerete dal letto e tutti gli sportelli bancari saranno serrati. Stiamo infatti vivendo un periodo di transizione all’interno del quale i servizi, di qualsiasi tipo, devono tenere conto di una clientela per così dire “analogica” ancora attiva, soddisfare i desideri di quella un po’ più smart e prepararsi a rispondere alle esigenze della generazione futura.

Cerchiamo di capire ancora meglio questo punto.

Partiamo dal presupposto che le banche sono istituzioni che svolgono un ruolo cruciale nell’economia, gestendo transazioni finanziarie, erogando prestiti e offrendo servizi di investimento.

A seconda della tipologia prevalente di cliente gli istituti bancari possono essere idealmente divisi in tre categorie:

  • Retail con servizi dedicati alle persone, famiglie, professionisti e piccole imprese;
  • Istituti con servizi più orientati a clienti in possesso patrimoni considerevoli, si parla in questo caso di private banking;
  • Istituti dedicati ai clienti corporate, ovvero organizzazioni di grandi dimensioni e asset (si definisce “asset” qualsiasi bene di proprietà di un’azienda − macchinari, merci, etc. −, che possa essere monetizzato e quindi usato per il pagamento di debiti).

Naturalmente i confini non sono mai così netti, i più importanti istituti bancari sono in grado di servire diversi tipi di clientela.

Questa distinzione era necessaria perché non solo ci fa comprendere come i ruoli in banca possano essere molto diversi già solo sulla base della tipologia di clienti con la quale si andrebbe ad interagire, ma perché ci introduce ad un’altra distinzione, ancora più importante per capire quali sono le posizioni in banca disponibili oggi.

Differenza tra incumbents tradizionali, incumbents orientati alla tecnologia e al digitale e neobank (e soprattutto cosa sono)

Nel panorama bancario odierno, possiamo distinguere tre categorie principali in base al loro modello operativo: gli incumbents tradizionali, gli incumbents orientati alla tecnologia e al digitale, dove la parola “incumbents” sta per operatori tradizionali, e le neobank native digitali.

Gli incumbents tradizionali rappresentano le realtà storiche nel mercato bancario, caratterizzate da un modello operativo tradizionale, come dice la parola stessa, spesso legato al territorio e alla presenza fisica di filiali. Tuttavia, in seguito alle trasformazioni del settore, si possono suddividere ulteriormente in due sottocategorie: quelli che stanno adottando un modello di servizio ibrido o anche completamente digitale, e quelli che mantengono una forte presenza territoriale e una relazione personale con i clienti.

Le neobank, invece, ad esempio Revolut e N26, sono aziende tecnologiche, indipendenti o appartenenti a gruppi bancari tradizionali come il caso di Hype di Banca Sella o BuddyBank di Unicredit, che offrono servizi bancari tramite app mobile. Caratterizzate da un modello operativo e di servizio fortemente tecnologico, offrono un portafoglio completo simile a quello delle banche tradizionali, ma con maggiore flessibilità e agilità.

Questo in pratica significa che in una banca completamente digitale come in una neobank non troveremo mai per forza di cose il ruolo di addetto/a allo sportello, bensì, verosimilmente, quello di operatori/operatrici bancari in grado di fornire assistenza ai clienti online. Discorso opposto vale per le banche retail che fanno leva in particolare sul modello di servizio territoriale e la presenza capillare a contatto con i clienti.

Ora siamo pronti a scoprire che tipi di lavori ci sono in banca e ognuno scegliere, a seconda della propria attitudine, più tradizionale o più innovativa, verso quali indirizzarsi.

Quali sono le posizioni in banca

Sulla base di quanto appena detto, dunque, possiamo distinguere due tipologie di ruoli differenti, tradizionali e innovativi, fermo restando che, pur se pensate di avere uno spirito più “old fashion” e amate la cara e calda stretta di mano, non sarete esentati dal dover acquisire competenze digitali per gestire gli applicativi bancari, utilizzare piattaforme per collaborare con i colleghi anche da remoto (molte banche applicano modelli di Smart Working) e rimanere in contatto coi vostri clienti qualora ricopriate ruoli legati alla consulenza finanziaria.

I ruoli in banca tradizionali

A seguire i principali ruoli in una banca di tipo “tradizionale”. Sulla base della tipologia di istituto poi, retail o di investimento, le competenze richieste varieranno da tecniche e amministrative a un’elevata preparazione finanziaria.

  • Direttore/Direttrice di Filiale: svolge un ruolo chiave nella banca, coordinando tutte le attività della filiale e agendo come punto di collegamento con gli uffici centrali. La sua responsabilità include lo sviluppo e l’implementazione di strategie locali, la gestione delle risorse umane e la costruzione di relazioni solide con la clientela.
  • Addetto/Addetta di Sportello: è la figura di contatto diretto con la clientela. Si occupa di eseguire operazioni quotidiane come versamenti, prelievi e bonifici, fornendo assistenza diretta ai clienti nella gestione dei loro conti correnti. Inoltre, fornisce informazioni dettagliate sui prodotti e servizi offerti dalla banca.
  • Analista Finanziario: si occupa di valutare i rischi associati agli investimenti finanziari. Attraverso l’analisi dei fattori di rischio e delle tendenze di mercato, fornisce raccomandazioni chiare e supporta la gestione del portafoglio.
  • Credit Manager: è responsabile della gestione dei crediti aziendali, valutando attentamente il rischio di credito. Monitora le politiche creditizie, le condizioni finanziarie dei clienti e collabora con altri dipartimenti per garantire una gestione sostenibile dei crediti.
  • Consulente Finanziario: offre consulenza personalizzata ai clienti in merito agli investimenti più adatti alle loro esigenze. Analizza le situazioni finanziarie individuali e presenta soluzioni efficaci per raggiungere gli obiettivi finanziari.
  • Private Banker: fornisce consulenza specializzata a clienti con patrimoni elevati. Gestisce in modo personalizzato i portafogli e offre soluzioni finanziarie mirate per la crescita patrimoniale.
  • Auditor: svolge attività di revisione e controllo amministrativo, contabile e normativo. Valuta la conformità alle leggi e alle normative vigenti, fornendo raccomandazioni per miglioramenti e correzioni.
  • Sistemista Informatico: si occupa della gestione dei sistemi hardware e software della banca. Risolve problemi tecnici, implementa nuove tecnologie e collabora con altri reparti per garantire la sicurezza informatica.
  • Sviluppatore Software: è responsabile della creazione di software destinati all’uso interno ed esterno della banca. Assicura il funzionamento e la sicurezza del software, sviluppando e aggiornando applicazioni bancarie.
  • Addetto/ Addetta all’Help Desk: fornisce assistenza interna per problemi operativi, risolvendo questioni legate all’utilizzo di sistemi e software e fornendo formazione al personale su procedure e strumenti.
  • Responsabile Marketing: elabora strategie di vendita e promozione, analizza il mercato per identificare opportunità e coordina campagne pubblicitarie e promozionali per i prodotti finanziari della banca.

I ruoli in banca del futuro

Un ricco elenco di ruoli in banca per i quali vedremo da qui ai prossimi tre anni un aumento di offerte di posti di lavoro ce lo offre la ricerca realizzata da Gi Group Holding Evoluzione di ruoli nel Banking. Implicazioni per la Strategia HR del Futuro.

A seguire le posizioni che, secondo l’esperienza di Gi Group, sempre più le banche cercheranno di ricoprire nel breve. Spoiler: hanno tutte, ma proprio tutte, a che vedere con l’area tecnologica.

  • Application Architect: ha il compito di identificare e creare la struttura di elementi informativi e funzionali di un dominio, nell’ambito di un progetto applicativo, al fine di favorirne la reperibilità, la funzionalità, l’usabilità all’utente, l’interoperabilità.
  • Chief Information Officer (CIO): si occupa di garantire la direzione strategica dei Sistemi Informativi dell’azienda promuovendone lo sviluppo tecnologico e determinando le risorse necessarie alla sua implementazione.
  • Chief Information Security Officer (CISO): pianifica e supervisiona la struttura di sicurezza dei sistemi informativi aziendali, implementando e sviluppando processi in linea con gli obiettivi strategici aziendali.
  • Cloud Specialist: è la figura che realizza i progetti cloud pensati solitamente dai Software Architect, sviluppa e manutenere reti di cloud computing e servizi di cloud storage, ottimizza le performance delle soluzioni cloud selezionate e studia i servizi e le architetture fornite dai cloud provider come Amazon, Google e Microsoft.
  • Cybersecurity Expert/Specialist: ha il compito di gestire le attività per la sicurezza delle reti informatiche e dei sistemi aziendali, implementando misure per la protezione dei dati, nel rispetto delle normative vigenti nazionali ed europee.
  • Data/Database Administrator: è responsabile di garantire il monitoraggio, la manutenzione e la rivisitazione di database informatizzati in modo sicuro e corretto.
  • Data Analyst: si occupa di raccogliere e analizzare dati per fornire insight utili alla gestione e alla pianificazione delle attività e supportare la presa di decisioni informate. Individuare trend e pattern, identificare criticità e proporre soluzioni per migliorare la performance del settore.
  • Data Scientist: deve analizzare grandi quantità di dati con tecniche statistiche avanzate e strumenti informatici specifici, estraendo informazioni. Trasformare dati grezzi in insight significativi supportando le decisioni strategiche.
  • Data Streaming Manager: a lui il compito di garantire il corretto funzionamento e l’ottimizzazione dei flussi di dati in tempo reale all’interno dell’organizzazione. Progettare, implementare e mantenere sistemi di streaming dati, con l’obiettivo di consentire un’elaborazione e una distribuzione efficiente delle informazioni in tempo reale.
  • Enterprise Architect: la sua funzione è quella di di progettare, mantenere e gestire l’architettura ICT aziendale e i rispettivi componenti di livello inferiore.
  • Java Developer (o altri linguaggi quali PHP, Python): progetta, sviluppa e mantiene applicazioni e software utilizzando un linguaggio di programmazione specifico (Java, PHP, Python) occupandosi anche di effettuare analisi, test e debug dei software.
  • Responsabile ICT Filiale: gestisce e coordina l’implementazione delle soluzioni ICT per la filiale di competenza in linea con le direttive aziendali. Assicurare la manutenzione ordinaria dei sistemi informatici e l’intervento in caso di problematiche tecniche.
  • Software/Application Developer: si occupa di assicurare la realizzazione e l’implementazione di applicazioni ICT in conformità ai requisiti del cliente (esterno/interno).
  • Software Engineer: ha il compito di progettare, sviluppare e testare software per sistemi informatici e applicazioni che rispondano alle esigenze dell’azienda. Analizzare requisiti e esigenze degli utenti.
  • System Engineer /Infrastructure Manager: garantisce la gestione operativa dei sistemi ICT, server e reti locali.
  • Tech Innovation Manager: guida l’innovazione tecnologica all’interno dell’azienda, sviluppando strategie e processi per identificare e implementare nuove tecnologie e soluzioni. Promuovere una cultura dell’innovazione all’interno dell’organizzazione.
  • UX/UI Designer: idea e disegna interfacce funzionali ed efficaci finalizzate a creare una User Experience (UX) di eccellenza nell’attuale contesto digitale.
  • UX/UI Developer: ha il compito di progettare, sviluppare e testare l’aspetto visivo e funzionale di applicazioni web e mobile, creando un’esperienza utente coinvolgente e intuitiva attraverso l’interfaccia grafica.

Cosa si deve studiare per lavorare in banca

A questo punto la domanda sorge spontanea: vale ancora laurearsi in giurisprudenza o ancor meglio in economia e finanza per essere assunti in banca, posto che, lo ricordiamo, ufficialmente la laurea non è obbligatoria per entrare in banca?

Naturalmente la risposta è sì, e se poi ad uno studio più classico delle materie finanziarie ci aggiungiamo anche un bel master che ci trasporti nei tempi moderni avvicinandoci a quelle che sono le nuove tendenze del banking allora ancora meglio.

Un esempio di questo tipo di corso è quello organizzato dalla 24ORE Business School: Master ESG e Finanza Sostenibile. Il programma, aggiornato alla luce dei trend evolutivi del settore, affronta le sfide che la nuova regolamentazione pone alle PMI e alle società quotate: dalle metriche di valutazione ESG all’evoluzione del framework normativo.

Come si fa ad entrare a lavorare in banca

Oggi come oggi tutte le banche hanno all’interno del loro sito web una career page con l’elenco di posizioni aperte. Basterà dunque inviare il CV seguendo la procedura online. Così come si può effettuare una ricerca sui siti per la ricerca di lavoro, ad esempio Indeed e Monster, o sui social media, primo tra tutti, naturalmente LinkedIn, il social che mette in contatto i professionisti, dove dovrete impegnarvi un minimo a tenere il vostro profilo sempre aggiornato.

Cosa si intende per contratto bancario

Quando si parla di contratto bancari si fa riferimento al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro ABI, dove la sigla ABI sta per Associazione Bancaria Italiana.

Come tutti i CCNL anche quello ABI contiene diritti e doveri di datori di lavoro e dipendenti (se ti può essere utile, leggi anche Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro: cos’è e cosa prevede). Andando più nello specifico, il contratto bancari è stato rinnovato a novembre 2023 introducendo alcune novità, tra queste: dal 1° luglio 2024 è entrata in vigore la riduzione dell’orario di lavoro settimanale di 30 minuti, passando così da 37 ore e mezzo a 37 nette; il valore minimo del buono pasto è passato da 1,81 euro a 4,00 euro; per il congedo di maternità è garantita per tutto il periodo la copertura economica al 100%. E, soprattutto, finalmente, è stata aggiornata la tabella delle retribuzioni con aumenti previsti su tutti i livelli contrattuali.

Quante sono le mensilità dei bancari

Dettaglio non da poco, il contratto bancari prevede la tredicesima. Questo significa che a dicembre sotto l’albero troverete un doppio stipendio. Mica male no?!

Quanto si guadagna a lavorare in banca

Come dicevamo a novembre 2023 è stato approvato il rinnovo del contratto bancari, questo prevede aumenti per tutti i livelli professionali previsti. Nel caso specifico il CCNL ABI, passando dalle mansioni più semplici a quelle di maggiore responsabilità, presenta un’area Unificata – ex Area Professionale 1ª e 2ª – una 3ª Area Professionale suddivisa in quattro livelli, e successivamente i livelli Quadro che, via via che mansioni e responsabilità aumentano, vanno dal 1° sino ad arrivare al 4°. Ora, prendendo come riferimento medio il contratto da 3ª Area Professionale 4° livello l’aumento corrisponde a 435 euro (lordi) al mese. Questo aumento avverrà però per gradi sino ad arrivare a pieno regime il 1° marzo 2026, a quella data ecco a quanto ammonterà la retribuzione lorda per ciascun livello contrattuale:

  • QD 4° LIVELLO 5.160,06 euro
  • QD 3° LIVELLO 4.396,88 euro
  • QD 2° LIVELLO 3.965,48 euro
  • QD 1° LIVELLO 3.743,21 euro
  • 3ª AREA 4° LIVELLO 3.341,90 euro
  • 3ª AREA 3° LIVELLO 3.059,49 euro
  • 3ª AREA 2° LIVELLO 2.890,41 euro
  • 3ª AREA 1° LIVELLO 2.742,34 euro
  • AREA UNIFICATA (EX 1ª E 2ª AREA PROFESSIONALE) 2.479,45 euro

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