Il 45% delle ragazze e dei ragazzi italiani appartenenti alla Generazione Z, con un’età compresa tra i 18 e i 25 anni, percepisce una disconnessione tra la vita online e quella offline, rivela una ricerca che Lenovo ha commissionato a BVA Doxa. E ancora, il 38% ritiene sia più facile esprimersi su Internet piuttosto che nella vita fuori dagli schermi. Le percentuali salgono rispettivamente al 67% e 49%, se analizziamo il fenomeno su scala globale.
Sono numeri che fanno da cornice all’iniziativa “Meet Your Digital Self”, una campagna lanciata da Lenovo che si inserisce in un percorso di respiro internazionale, Work for Humankind, nato nel 2021 per analizzare l’impatto, i benefici, le aree di criticità che la tecnologia genera nei confronti della collettività.
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Meet Your Digital Self: un esperimento sociale con l’AI e gli avatar 3D
Con Meet Your Digital Self, Lenovo ha in pratica condotto un vero e proprio esperimento sociale sfruttando l’AI per creare avatar 3D, che rappresentano la versione digitale di due giovani: Chinatsu, una modella giapponese curvy, e Oscar, un appassionato di moda del Regno Unito.
«L’obiettivo è mostrare come la tecnologia possa avere un impatto positivo sulle comunità in cui viviamo – ha spiegato Pietro Paroli, Communication Leader di Lenovo Italia -. L’idea nasce dalla volontà di usare il digitale per promuovere un cambiamento e cercare di riavvicinare i giovani ai loro cari, come passo iniziale verso il dialogo. E lo abbiamo fatto in un modo forse provocatorio: usando un avatar istruito con i dati che i ragazzi hanno condiviso sui loro social media, con il loro consenso».
«Crediamo che sia fondamentale prendere consapevolezza della situazione per fornire a giovani e adulti gli strumenti necessari per trovare un terreno comune di dialogo. Si tratta di una sfida assolutamente inedita, legata alle nuove generazioni che sono cresciute immerse nel digitale, a differenza delle precedenti».
Il progetto, come accennato, ha un respiro internazionale, ma la difficoltà che le ragazze e i ragazzi delle nuove generazioni hanno nel comunicare, aprirsi e raccontarsi è una realtà diffusa anche nel nostro Paese.
Cristina Rigon, Presidente di Telefono Amico Italia (con cui Lenovo ha avviato una collaborazione, ndr), ha infatti sottolineato che «nelle conversazioni con i ragazzi, si nota che preferiscono utilizzare la comunicazione scritta, come chat e e-mail, piuttosto che il telefono. Questo riflette una difficoltà di molti giovani: trovare complicato comunicare il loro disagio nel contesto offline, cioè nella vita reale. Genitori e insegnanti spesso faticano a comprendere la loro autenticità, e i ragazzi provano imbarazzo o vergogna nel mostrarsi pienamente, con tutte le loro fragilità e preferenze».
C’è quindi una percezione diffusa di una forte disconnessione tra il mondo online e quello offline, con i giovani che tendono sempre più a considerare l’online come uno spazio quasi esclusivo, una zona “safe”, dove possono esprimere aspetti di sé stessi che altrimenti sarebbero soggetti a giudizi o timori.
«I comportamenti dei giovani online e offline sono decisamente differenti rispetto a quelli che assumono nella vita “reale” – ha sottolineato Chiara Maiuri, Psicologa Clinica e Psicoterapeuta -. I ragazzi stessi ne sono parzialmente consapevoli, ma non quanto sarebbe necessario. Progetti come quello di cui stiamo parlando aiutano a sensibilizzare sia i ragazzi e le ragazze che le loro famiglie su questa realtà. Nell’ambiente online trovano spesso un rifugio e, anche grazie agli algoritmi, tendono a interagire con persone simili a loro, creando “bolle” dove il loro pensiero è apprezzato e condiviso. Questo senso di comunità e apprezzamento è spesso difficile da trovare nella vita quotidiana, sia per motivi generazionali in famiglia sia nel gruppo dei pari. E l’esperienza di accoglienza e possibilità di espressione online, anche se non priva di eccezioni, contrasta con la realtà offline, dove tali dinamiche possono essere assenti. Di conseguenza, si genera una spaccatura tra i due mondi e un maggiore rifugio nell’online. È qui che la tecnologia può giocare un ruolo strategico nel ridurre questo disallineamento».
Il ruolo dell’AI nel favorire un’interazione tra online e offline
Massimo Chiriatti, Chief Innovation Officer di Lenovo Italia, ha fornito un interessante spunto di riflessione sul ruolo che il digitale, in particolar modo l’Intelligenza Artificiale, gioca in questo contesto. «Nell’ambito dell’AI disponiamo di strumenti che migliorano quotidianamente e con l’aumento dei dati disponibili, le macchine diventano più abili nell’analisi, con risultati migliori sia nelle previsioni sia nella creazione di contenuti. Oggi, video e audio generati artificialmente sono quasi indistinguibili dalla realtà, e conosciamo bene i loro usi.
Non c’è nulla di male nell’utilizzare rappresentazioni digitali per vivere esperienze, come succede nella letteratura e nel cinema, che ci permettono di provare emozioni senza un coinvolgimento fisico. Gli avatar seguono lo stesso principio. È importante, però, evitare che il mondo online domini quello offline, affinché i giovani non trascurino la realtà fisica, che percepiscono come più lenta rispetto all’immediatezza del digitale.
La Generazione Z è cresciuta con lo smartphone come parte integrante della loro vita, e la velocità è per loro un requisito fondamentale. La sfida è comprendere la crescente rapidità del cambiamento e come integrare armoniosamente entrambi i mondi. Non è saggio rinunciare al digitale, poiché questi strumenti amplificano le capacità umane. Tuttavia, è fondamentale educarsi per evitare l’abuso e l’uso improprio della tecnologia».