Incontriamo e scopriamo un’altra figura in netta ascesa tra le professioni digitali: è il growth hacker. Nato e celebrato in ambito startup, il growth hacker è oggi in realtà richiesto da moltissime aziende, affiancandosi ai professionisti del marketing per migliorare le performance della società online.
L universo Start Up è in piena esplosione. Lo confermano, fra le altre fonti, i dati di InfoCamere, rapporto delle Camere di Commercio d’Italia. La flessione è decisiva, con variazioni a due cifre nell’arco dei soli I e II semestre 2015. Le Start Up innovative sono oltre 5 mila, stando al Registro delle Imprese. In questo scenario costellato da nuovi, nuovissimi attori, la ricerca di figure specializzate è molto alta: negli scorsi articoli ne abbiamo parlato passando in rassegna i principali compiti, percorsi di studio e caratteristiche del web developer, del seo specialist e del social media manager.
Nell’articolo di oggi, invece, vorremmo proporvi una chiacchierata con una figura professionale sconosciuta ai più, ma che si rivela vitale per lo sviluppo delle Start Up: il growth hacker. Abbiamo posto qualche domanda a Raffaele Gaito, consulente, formatore e growth hacker, per l’appunto.
Chi è il growth hacker? Di cosa si occupa, nello specifico?
Il growth hacker è la figura che all’interno di un team si occupa della crescita. È un termine relativamente nuovo, nato all’interno dell’ambiente startup che indica queste figure ibride che hanno sia skill tecniche che di marketing e hanno il focus assoluto sulla crescita del prodotto. La cosa bella dell’essere un growth hacker è proprio che non si può rispondere in maniera netta e univoca alla domanda “cosa fa nello specifico”: il growth hacker si trova a svolgere tante attività, anche molto diverse tra di loro. Quindi la risposta è: dipende. Dipende dal tipo di prodotto/azienda sul quale sta lavorando e dipende anche dallo stadio del prodotto. Non sempre una startup ha bisogno di crescita, o questa necessità può sorgere in stadi differenti. Per chiarezza: essere growth hacker non vuol dire avere la bacchetta magica o soluzioni definitive per il business. I growth hacker testano, guardano ai numeri. E poi ricominciano da capo, fino a trovare una soluzione adatta al loro caso.
Come si diventa growth hacker? Quali sono i percorsi formativi (corsi, master) che consiglieresti a chi voglia intraprendere la tua professione? E tu come hai cominciato?
La risposta è strettamente collegata alla precedente. Io ho iniziato per esigenza, senza neanche sapere che questo tipo di attività avesse un nome così cool. Ero parte del team di una startup che, come tutte le startup, ha poco budget e necessità di crescere. Tra l’altro avevo la fortuna di ritrovarmi un background tecnico e tanta passione per il mondo del marketing.Mi son messo li e ho iniziato a sperimentare diverse tecniche e diversi approcci, fino a trovarne uno che funzionasse. Questo è quello che fanno i growth hacker 🙂
Guardando ai casi noti, sono tutti più o meno così. Si comincia quasi sempre per esigenza. Oggi c’è molto materiale in rete e c’è anche la possibilità di formarsi in maniera specifica su questo tema. Anche attraverso master specifici o corsi specializzati.
Io consiglio di fare una capatina ad Amsterdam, è la culla europea del growth hacking e una delle città più importanti anche dal punto di vista mondiale.
Quali sono le fonti (giornali, riviste di settore, web magazines, webinar) che consiglieresti per rimanere costantemente aggiornati sulle novità del tuo ambito?
Sono un grande fan dei libri e quindi consiglio sempre di iniziare da quelli! C’è un bel po’ di materiale per chi si avvicina a questo mondo. Un buon punto di partenza è l’ebook gratuito N. Patel “The Definitive Guide To Growth Hacking”.
Per chi invece è disposto a investire qualche soldino, consiglio i seguenti libri:
- Growth Hacker Marketing – di R. Holiday
- Traction – di G. Weinberg
- Viral Loop – di A. Penenberg
- Contagious – J. Berger
- Smartcuts – S. Snow
Cosa consiglieresti a chi voglia muovere i primi passi nel mondo del growth hacking?
Quello che consiglio sempre a tutti, indipendentemente dal settore: studia e testa, unisci teoria e pratica. Inizia leggendo un po’ di libri sul tema, facendo qualche corso online, leggendo articoli al riguardo, ecc. Poi testa gli approcci più noti sul tuo prodotto o la tua startup, sperimenta e osserva i dati. Cerca di capire cosa funziona al meglio, perché funziona e come migliorarlo. Non esistono soluzioni universali e definitive: ci vuole tanto tempo, tanto impegno e tanta pazienza.
L’autrice: Mariateresa Amatulli, 23 anni, ha conseguito la laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Macerata nel 2014. Attualmente è iscritta al corso di laurea magistrale in Scienze politiche, in particolare Relazioni internazionali. Nel corso degli studi triennali ha collaborato spesso con web magazine e redazioni.