La fame di professionisti dell’Ict da parte delle aziende è insaziabile. Secondo un recente Rapporto Eurostat in 5 anni gli occupati nel settore passano dal 3% al 4% del totale, raggiungendo gli 8,2 milioni. Ma le grandi difficoltà per le imprese nel trovare personale qualificato ancora rimangono. Tra i Paesi che hanno maggiore prevalenza di tecnici del digitale Finlandia, Svezia ed Estonia. L’Italia è al 22esimo posto, quindi deve fare ancora tanto per supportare lo sviluppo di queste professionalità.
Il 4% – pari a 8,2 milioni – degli occupati nella Ue sono specialisti Ict. Lo rilevano gli ultimi dati Eurostat secondo cui negli ultimi anni il numero è aumentato costantemente, segno che l’economia si sta progressivamente digitalizzando. In Italia la quota di specialisti rispetto al totale degli occupati è del 2,6%: il nostro Paese si trova al 22° posto nella lista dei paesi a maggiore presenza di questi tecnici. La classifica è guidata da Finlandia, Svezia ed Estonia. La Francia si trova in undicesima posizione, Germania in dodicesima e Spagna in diciottesima.
La professione è per lo più maschile: sono uomini 8 specialisti su dieci. Sei su dieci sono laureati o sono in possesso di formazione superiore oltre la laurea. Secondo il rapport Eurostat pubblicato oggi, il 41% delle imprese che assumono o cercano di assumere specialisti in Ict hanno difficoltà ad occupare i posti vacanti.
Tre Stati Ue contano per metà di tutti gli specialisti occupati nel mercato del lavoro europeo: Regno Unito 1,6 milioni, Germania 1,5 milioni, Francia 1 milione. In Finlandia la quota di specialisti rispetto al totale degli occupari del 6,6%, in Svezia del 6,3%, in Estonia del 5,3%, nel Regno Unito del 5,1%, in Olanda del 5%.
All’opposto della graduatoria troviamo Grecia all’1,4% (quota più bassa in assoluto nella Ue), preceduta da Romania al 2%, Cipro e Lettonia al 2,2%. Rispetto al 2011 il numero assoluto e la quota rispetto al totale degli occupati sono aumentati in quasi tutti gli Stati in particolare in Estonia, Francia, Germania, Portogallo, Finlandia, Bulgaria, Croazia e Ungheria.
In Italia la quota è passata dal 2,3% al 2,6%: in termini assoluti da 523.000 occupati 584.800. A livello Ue il numero degli specialisti è aumentato di 1,8 milioni, la quota è passata dal 3 al 3,7%. Le donne sono sottorappresentate in tutti gli Stati in contrasto stridenti con ciò che avviene per il totale dell’occupazione (i generi sono sostanzialmente bilanciati). La quota di uomini più alta si trova in Slovacchia, Repubblica Ceca, Malta, Grecia, Ungheria e Croazia (sopra l’80%).
Per quanto riguarda la percezione delle imprese, Eurostat indica che il 41% delle società lamentano molte difficoltà. Percentuali più elevate in Repubblica Ceca (66%), Slovenia (63%), Lussemburgo e Austria (61%), Belgio (59%), Estonia (58%) e Olanda (57%). Percentuali più basse in Spagna (17%), Grecia (28%), Polonia e Italia (31%), Portogallo (32%).
La necessità di sostenere lo sviluppo di competenze è al centro dell’azione della Commissione Europea che nei mesi scorsi ha lanciato la “piattaforma delle piattaforme” per il coordinamento delle iniziative nazionali.
(articolo integrale e originale pubblicato da CorCom)