Nata nel 2017 dall’idea di Gherardo Liguori e Virginia Tosti, Start2impact ha l’ambizione di supportare la futura generazione a inserirsi nel mondo del lavoro, aiutandoli a sviluppare quelle competenze digitali tanto richieste oggi dalle aziende. Negli ultimi mesi ha già creato 90 i posti di lavoro , ora l’obiettivo è arrivare a 150 entro la fine del 2020. Vediamo meglio di cosa si tratta.
“Oggi il mercato del lavoro ha sempre più bisogno di professionisti che solo fino a 10 anni fa neanche esistevano. Il vero paradosso è che nel settore digital ci sono molte più offerte di lavoro rispetto alle persone in possesso delle competenze richieste” – spiega Gherardo Liguori, uno dei fondatori – “Da qui l’idea di supportare tantissimi giovani in questo processo di apprendimento delle skill richieste, aiutandoli anche a inserirsi in modo rapido nel mondo del lavoro.”
Dopo essersi conosciuti e aver maturato l’idea, Gherardo e Virginia hanno viaggiato per l’Italia realizzando un tour di orientamento auto finanziato nel corso del quale hanno incontrato oltre 20.000 studenti in circa 30 licei dal Piemonte alla Sicilia, con l’obiettivo di far loro scoprire le infinite possibilità lavorative legate al digitale e all’innovazione. “Sentivamo che c’era un interesse palpabile tra i ragazzi, che moltissime tematiche di cui parlavamo incontravano i loro interessi e accendevano la loro curiosità.Dovevamo solo capire come canalizzare questa loro attenzione al fine di non disperderla” – prosegue Gherardo.
Start2impact è oggi una startup innovativa a vocazione sociale che fornisce, attraverso un’unica piattaforma web, formazione teorica, pratica e offerte di lavoro per fare carriera nell’innovazione. Il progetto presenta al suo interno diversi percorsi di formazione utili per acquisire quelle competenze digitali che oggi impattano su qualunque lavoro. Per questo la Commissione Europea ha inserito start2impact fra i Membri della Coalizione per le Competenze Digitali e il Lavoro, a fianco di grandi aziende come Google e Apple.
“Siamo perfettamente consapevoli di come oggi siano tantissimi i corsi online a disposizione dei giovani, che di fronte a una scelta così vasta tendono a chiedersi, legittimamente, se e quali corsi gli forniranno davvero le competenze che cercano” – spiega Virginia – “Per questo motivo con start2impact abbiamo fatto un passaggio ulteriore, ponendoci anche come job placement per i tanti che sottoscrivono un abbonamento alla nostra piattaforma.”
Una particolarità della piattaforma è il suo abbonamento all inclusive che permette di iscriversi a tutti i percorsi formativi presenti sulla piattaforma e che sono quelli maggiormente richiesti proprio dalle aziende: Digital Marketing, UX/UI Design, Programmazione, Intelligenza Artificiale e in beta anche Blockchain e Startup.
Al termine di ogni percorso si ottiene un proprio cv online con competenze certificate, accompagnato da un portfolio contenente tutti i progetti realizzati durante il periodo di formazione. Tutte le competenze sono verificate da start2impact e vengono segnalate alle oltre 200 aziende partner tramite un’apposita legenda.
Tutti possono utilizzare la piattaforma, non ci sono limiti di età, attualmente il 50% degli utilizzatori sono studenti, diplomati o laureati, mentre il 45% sono lavoratori che vogliono acquisire nuove competenze per cambiare lavoro e fare carriera.
Da aprile del 2019 start2impact collabora con Facebook al lancio di Start2Work, un programma di formazione digitale e job placement che mette a disposizione oltre cento posti di lavoro in startup ad alto impatto sociale. Il programma è parte del più ampio progetto di Facebook, conosciuto come Binario F, per accrescere le competenze digitali nel nostro Paese.
Start2impact organizza anche meet-up in tante regioni d’Italia, momenti di networking e di condivisione utili anche per sviluppare una cultura condivisa dell’innovazione e dell’ impatto sociale sfruttando il digitale.
“Il nostro obiettivo è quello di contribuire a formare la futura classe dirigenziale, e trasmettere il messaggio che l’innovazione non debba essere percepita solo come un mezzo per accrescere il proprio modello di business, quanto uno strumento per favorire un impatto positivo sulla società, stimolando allo stesso tempo un maggiore e continuo dialogo su tematiche politiche, sociali e ambientali.” conclude Virginia.