Progettista, responsabile e tecnico di manutenzione, tecnico assistenza, specialista della supply chain: ecco 5 professioni industriali tipiche. Cosa ne sarà di loro nell’industria 4.0? Esisteranno ancora o si trasformeranno? La ricerca “Il lavoro a Milano” di Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil, ha tra le altre cose, provato a capire, parlando con gli esperti del settore di moltissime aziende, in che modo questi lavori si stanno evolvendo e il ruolo delle competenze digitali.
Industria 4.0 significa soprattutto automazione e un intenso uso di nuove tencologie, ciò ha un impatto non solo in temini di posti di lavoro, ma di cambiamento nel lavoro stesso, nei processi, modalità, responsabilità connessi a una mansione. Certe occupazioni possono essere automatizzate completamente, altre solo in parte, ma la ricerca stima che per circa il 60% delle professioni la quota che può essere affidata alle macchine è non meno del 30%. Percentuale che salirà, perchè oramai i robot e i computer sono sempre più in grado di eseguire non solo operazioni routinarie, ma attività che richiedono capacità cognitive.
I lavori che si prestano ad essere automatizzati prima sono quelli che comportano un’attività fisica (particolarmente diffusi nel settore manifatturiero e del commercio al dettaglio) e quelli che consistono nella lavorazione dei dati (raccolta e trasformazione). Ma andiamo a vedere in dettaglio come i cinque profili tipici dell’industria che abbiamo citato all’inizio stanno cambiando con la trasformazione digitale. A noi sembra che siano diventati, anche molto più divertenti e gratificanti, hanno a che fare con stampa 3D e realtà aumentata!
Progettista di prodotto
La definizione standard stabilisce che il progettista di prodotto si occupa della “realizzazione delle attività di progettazione relative ai prodotti o alle parti di prodotti affidati, la definizione di soluzioni progettuali e la realizzazione delle singole fasi di progettazione; la sua attività può spingersi fino alla fase di industrializzazione del prodotto. In relazione all’esperienza può coordinare e guidare altri progettisti. Inoltre si interfaccia con i fornitori”.
Nell’ambito dell’industria 4.0 le sue attività si sono ampliate andando a includere una serie di elementi (e competenze) digitali, volendo sintetizzare possiamo dire che la sua attività di progettazione deve essere data-driven e utilizzare gli strumenti e in concetti tecnici più all’avanguardia, per il design di hardware e per il software. Deve saper analizzare e definire i principi tecnologici e l’architettura del prodotto per far fronte ai requisiti richiesti, avvalendosi anche di strumenti di simulazione e modellistica virtuale; deve essere in grado di identificare materiali e possibili tecnologie di produzione, valutando anche le opportunità offerte dalla stampa 3D (Additive Manufacturing). Deve saper raccogliere ed analizzare i dati in fase di produzione del prototipo, anche attraverso la valorizzazione di soluzioni Internet of Things e l’utilizzo di Data Analytics. Infine deve essere in grado di collaborare allo sviluppo di soluzioni Internet of Things e di sistemi di Data Analytics funzionali a migliorare le analisi predittive ed eventuali adeguamenti delle specifiche di progetto.
Responsabile di produzione
Il responsabile della produzione è, nelle imprese, colui che “garantisce la realizzazione della produzione definita nei piani e nei programmi, nel rispetto delle quantità, degli standard qualitativi, dei tempi e dei costi di produzione e dell’ottimizzazione delle scorte. Definisce e presidia il budget di produzione. Assicura l’efficiente ed efficace pianificazione e programmazione dell’attività produttiva, assegnando alle singole linee o reparti le quote di produzione e verificandone l’esecuzione nel rispetto dei parametri quantitativi e qualitativi definiti. Controlla costantemente tutti gli elementi di costo ricercando e proponendo soluzioni produttive, tecnologiche ed organizzative innovative ai fini del conseguimento degli obiettivi assegnati. Collabora con il Responsabile della Qualità per garantire la qualità dei prodotti e la loro rispondenza alla normativa di legge. Si coordina con la Direzione Tecnica per la migliore industrializzazione dei processi ed instaurare qualificate relazioni con i fornitori di servizi. Coordina un gruppo di collaboratori e ne garantisce lo sviluppo.”
La “versione 4.0” del responsabile di produzione deve determinare i tempi di esecuzione delle varie fasi di lavorazione tenendo conto delle caratteristiche dei materiali e delle tecnologie di produzione, compresi ad esempio gli sviluppi legati alla robotica avanzata. Inoltre deve saper configurare eventuali processi di Additive Manufacturing in modo che assicurino specifiche condizioni di produttività, qualità, affidabilità e sicurezza. Non solo: deve saper governare e valorizzare i dati ottenuti (in real time) dalle linee ed essere in grado di monitorare lo stato avanzamento della produzione rilevando eventuali scostamenti, anche attraverso l’utilizzo di Data Analytics. Infine deve essere in grado inoltre di gestire il flusso dati lungo tutta la catena del processo di produzione.
Tecnico della manutenzione
Il tecnico di manutenzione, tradizionalmente, deve “effettuare interventi di manutenzione preventiva e a guasto. Inoltre in base a schemi o disegni, procedure o istruzioni operative, esegue lavori di riparazione, manutenzione ordinaria o straordinaria, messa a punto di gruppi o impianti meccanici, elettrici, elettronici, idraulici o pneumatici. Effettua gli interventi di manutenzione preventiva. Redige anche statistiche sugli interventi straordinari al fine di migliorare la manutenzione preventiva.”
Con le nuove tecnologie chi svolge questo ruolo deve saper utilizzare tecniche diagnostiche per la ricerca di guasti basate su software applicativi e conoscere gli sviluppi legati a dispositivi avanzati di Human Machine Interface e Augmented Reality. Per esempio, usano sempre più spesso occhiali speciali che sfruttano la visione virtuale con cui possono individuare i pezzi da sostituire di un macchinario e gestire le operazioni di ricambio del componente; o attraverso i quali è possibile intervenire da remoto.
Il tecnico di manutenzione contribuisce inoltre allo sviluppo di un sistema di manutenzione predittiva, fornendo informazioni utili a razionalizzare i piani di ispezione e ottimizzare l’attivazione di interventi di sostituzione e ripristino in funzione delle probabilità del manifestarsi di possibili guasti o malfunzionamenti. Infine, supportato da software allo scopo deve saper utilizzare il data base di manutenzione per reperire e analizzare informazioni sull’andamento storico dei parametri di funzionamento di macchine e impianti e propone possibili ipotesi di modifiche/adeguamenti funzionali, tenendo conto del loro ciclo di vita, anche con l’obiettivo di manutenzione predittiva.
Tecnico di assistenza
Il tecnico di assistenza è, fondamentalmente, colui che “è responsabile dell’esecuzione di attività di assistenza, manutenzione e installazione dei prodotti aziendali presso i clienti. Può collaborare ad attività di addestramento della clientela. Interviene nella gestione delle garanzie e del servizio post vendita”.
Le nuove frontiere tecnologiche richiedono a chi svolge questo ruolo innanzitutto di conoscerel’architettura del sistema di automazione da implementare, le tecnologie, i dispositivi ed i circuiti di controllo e regolazione che lo caratterizzano. Deve inoltre conoscerele caratteristiche tecniche e le modalità di utilizzo di Augmented Reality e le soluzioni avanzate disponibili nell’ambito dell’automazione industriale (ad esempio robot collaborativi). Deve essere in grado di supervisionare gli operatori nell’attrezzaggio di macchine o impianti di produzione che utilizzano dispositivi avanzati di interfaccia uomo macchina e/o robot collaborativi. Sa fornire indicazioni agli operatori per ottimizzare la gestione di macchine o impianti anche attraverso l’utilizzo di dispositivi avanzati di interfaccia uomo macchina (HMI). È capace di effettuare diagnosi e individuare le cause di guasto operando eventualmente anche in remoto attraverso la connessione a piattaforme digitali e l’utilizzo di tecnologie e dispositivi di Augmented Reality per l’assistenza tecnica in presenza e a distanza. Inoltre, deve essere in grado di suggerire possibili innovazioni nella gestione delle attività di manutenzione (sviluppo manutenzione predittiva), identificando gli eventuali aggiornamenti tecnologici necessari. Per ultimo deve essere in grado di contribuire alla valorizzazione di Big Data generati dai processi dei clienti.
Specialista di logistica
Lo specialista di logistica è chi, in azienda, “garantisce le attività di gestione e controllo del flusso e dello stoccaggio di materie prime, semilavorati e prodotti finiti, gestendone i relativi flussi informativi. Coordina la rete distributiva, organizza il flusso logistico integrato dei materiali, amministra il magazzino e gestisce il flusso informativo delle merci”.
Nell’ industria 4.0 il magazzino è una delle aree che possono essere interamente automatizzate, per cui questa figura professionale deve rimanere costantemente aggiornata sullo sviluppo delle piattaforme digitali per la gestione dei flussi logistici, le potenzialità legate agli sviluppi di Internet of Things e Big Data, e le soluzioni per il tracking di lotti/prodotti. Deve inoltre saper utilizzare le tecniche di movimentazione e stoccaggio che fanno uso di dispositivi di Automated Pickersand Vehicles, Advanced Human Machine Interface. Sa anche sovrintendere al corretto funzionamento e utilizzo di Warehouse Management System per la registrazione e il controllo dei movimenti delle merci in magazzino, assicurando la coerenza tra flussi fisici e informativi. Deve infine essere in grado di gestire i sistemi informativi di interfaccia integrata con fornitori e clienti.
I professionisti dell’Industria 4.0 sono laureati
Attualmente i lavoratori dell’industria con le competenze richieste dalle nuove tecnologie si trovano negli organici del 20% delle imprese e si concentrano in particolare tra i progettisti e, sorprendentemente, la percentuale di donne raggiunge il 27% del totale tra i lavoratori con competenze digitali, rispetto al 9% che si registra tra chi svolge le medesime funzioni in modo tradizionale: essendo aumentato il contenuto di conoscenza richiesto e diminuiti gli aspetti manuali alcune di queste mansioni sono diventate un’interessante opportunità di occupazione femminile.
La ricerca segnala anche un altro aspetto importante: se attualmente i lavoratori dell’industria sono diplomati, quelli dell’industria 4.0 richiederanno un percorso formativo più lungo, ovvero la laurea, almeno per una serie di ruoli manageriali, di leadership o strategici.
Già attualmente, dalla survey realizzata da Assolombarda, risulta che il gruppo di lavoratori in possesso di competenze digitali risulta più scolarizzato e anche più giovane.
Per chi fosse interessato a leggere l’intero report, è scaricabile qui.