Strumento per orientarsi al meglio all’interno del mercato del lavoro ed acquisire competenze professionali tecniche e trasversali, il tirocinio curriculare è un’ottima opportunità da cogliere durante il percorso di studio. Ecco come funziona e ciò che lo differenzia dal tirocinio extracurriculare
Quando, terminati gli studi, ci si affaccia per la prima volta sul mondo del lavoro l’impatto può essere davvero destabilizzante.
Allo scorrere delle offerte in linea col proprio percorso formativo immediatamente balza all’occhio in molti degli annunci ciò che viene percepita come una contraddizione: “Cercasi giovane con esperienza”.
E la domanda nasce spontanea: come si fa ad acquisire esperienza pratica mentre si è impegnati sui libri? In realtà una soluzione esiste, stiamo parlando del tirocinio curriculare, un’occasione per sperimentare la teoria e acquisire competenze professionali sia tecniche (hard skill) sia trasversali (soft skill).
Cos’è un tirocinio curriculare o stage curriculare
Con il termine tirocinio curriculare, o stage curriculare, si indica quel periodo di orientamento e formazione all’interno di contesti lavorativi effettuato durante il percorso di studi ed in linea con esso. Obiettivo: agevolare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, magarri verso quelle professioni maggiormente richieste.
Promosso da scuole, università o enti di formazione accreditati, il tirocinio curriculare può essere obbligatorio o facoltativo a seconda del corso di studi, è disciplinato dai Regolamenti di istituto o di ateneo.
Generalmente consente l’acquisizione di crediti formativi necessari per completare il percorso di studi scolastico o accademico e in alcun modo può configurarsi come un rapporto di lavoro subordinato, rientrando nell’ambito delle politiche attive di orientamento, inserimento e rinserimento lavorativo.
Perché fare un tirocinio curriculare, i vantaggi
Svolgere un tirocinio curriculare presenta diversi vantaggi per i giovani che abbracciano questa scelta o si trovano a farlo perché previsto obbligatoriamente nel piano di studi. Quale momento di raccordo tra formazione didattica e lavoro, il tirocinio curriculare consente agli studenti di:
- conseguire un’esperienza pratico-professionale anche se in un ambiente controllato e privo delle pressioni, distrazioni e rischi rispetto al contesto reale;
- verificare sul campo se la propria idea di una professione corrisponde con la realtà nella quale si troverebbero ad operare attivamente una volta terminati gli studi e dunque acquisire maggiore consapevolezza su quali possono essere i percorsi di carriera più affini alle proprie attitudini e ambizioni così da effettuare le scelte più adeguate;
- accrescere il proprio livello di employability, ossia il livello di competitività nel mercato del lavoro in termini di competenze, hard e soft, possedute.
Come funziona un tirocinio curriculare
Tre sono gli attori principali che determinano la creazione e l’attuazione di un tirocinio curriculare: il soggetto promotore (università, scuola o ente di formazione accreditato); il soggetto ospitante (azienda, ente o studio professionale) con il quale il soggetto promotore stipula una convenzione all’interno della quale vengono riportati i dati legali dei redigenti e le indicazioni generali che regolano il tirocinio; il/la tirocinante o stagista. A fianco di queste figure emerge quella del tutor che ha il compito di gestire e valutare correttamente l’efficacia del tirocinio, nonché supervisionare l’attività del tirocinante e fungere da punto di riferimento all’interno del luogo di lavoro.
Le durate minime o massime dei tirocini curriculari vengono stabilite dalle disposizioni degli ordinamenti di studio o dei piani formativi in relazione al tempo necessario per il conseguimento di crediti formativi.
Il soggetto promotore garantisce la copertura assicurativa per la Responsabilità Civile verso terzi, presso compagnie assicurative operanti nel settore, e contro gli Infortuni sul Lavoro presso l’Inail. In caso di infortunio del tirocinante il soggetto ospitante è obbligato a darne immediata comunicazione entro 24 ore dal verificarsi. I tirocinanti sono così tutelati dagli infortuni ordinari durante il normale svolgimento del lavoro ma, a differenza dei lavoratori effettivi, non sono coperti dagli infortuni in itinere, ossia quelli che si verificano durante il percorso di andata e di ritorno dal luogo di lavoro all’abitazione o da o per dove si effettua la pausa pranzo.
Come si attiva un tirocinio curriculare
Insieme alla convenzione citata sopra, per attivare un tirocinio è necessario prevedere un progetto formativo individuale.
Elemento cardine su cui si struttura l’attività predisposta durante il tirocinio, nel progetto formativo sono contenute tutte le informazioni principali inerenti al percorso in azienda del tirocinante: data di inizio, durata, sede di svolgimento, nome del tutor, orari, indennità (qualora prevista), mansioni, obiettivi e attività, etc.
Il livello di qualità del progetto formativo è proporzionato alla sua effettiva capacità nel permettere al tirocinante di acquisire abilità tecniche e trasversali spendibili sul mercato del lavoro.
I tempi per l’attivazione di un tirocinio curriculare dipendono da azienda ad azienda, e da soggetto promotore a soggetto promotore, indicativamente comunque si può indicare un periodo che va da una a tre settimane.
Come e dove trovare un tirocinio curriculare durante l’università
Le università oggi sono dotate di un career service. Attraverso l’ufficio stage interno all’istituto è possibile verificare le offerte di tirocini curriculari da parte dei soggetti ospitanti suddivise sulla base della tipologia del corso di laurea, triennale o magistrale.
Questa però non è l’unica via per trovare un tirocinio curriculare. Lo studente può anche indicare egli stesso all’ateneo la realtà in cui sarebbe interessato a svolgere lo stage, saranno poi i due soggetti, promotore e ospitante, se concordi, a stipulare la convenzione necessaria per attivare il tirocinio.
Quante volte si può fare un tirocinio
Il tirocinio si può rinnovare una sola volta con la stessa azienda, per una durata entro il limite dello stage stesso, ma sempre previo accordo tra i due soggetti promotore e ospitante.
La retribuzione di uno stage curriculare
Lo stage curriculare non presuppone un compenso economico obbligatorio da parte dell’azienda ospitante, il suo scopo è affiancare la formazione didattica con la formazione sul campo.
Tuttavia il soggetto ospitante può riconoscere un’indennità al tirocinante che dovrà essere riportata nel progetto formativo individuale.
Che differenza c’è tra tirocinio curriculare ed extracurriculare
Oltre al tirocinio curriculare nel quale lo status di studente è una prerogativa imprescindibile, esiste un’altra tipologia di tirocinio: il tirocinio extracurriculare.
Questo tipo di tirocinio non è inserito all’interno di un percorso di studi, ossia non è necessaria alcuna iscrizione a scuola, università o ente formativo accreditato, collocandosi generalmente nella fase di transizione tra studio e lavoro.
Sino allo scorso anno, tecnicamente tutti potevano svolgere un tirocinio extracurriculare, compresi i disoccupati o i lavoratori a rischio di disoccupazione, e senza limite di età. La Legge di Bilancio 2022 ha introdotto un cambiamento importante sui destinatari dei tirocini extracurriculari limitandoli ai “soggetti con difficoltà di inclusione sociale”.
Questo tipo di tirocinio il più delle volte è finalizzato all’inserimento lavorativo. Per la precisione, se nella maggior parte delle regioni, i tirocini extracurriculari sono di inserimento e reinserimento, senza distinzioni in base alla data di conseguimento del titolo di studi, in alcune regioni, invece, possono esser previste due categorie: i tirocini extracurriculari formativi e di orientamento che sono in genere destinati a soggetti i quali hanno conseguito l’ultimo titolo di studi entro i 12 mesi precedenti; i tirocini extracurriculari di inserimento o reinserimento lavorativo che sono rivolti a disoccupati e inoccupati, con titolo di studio conseguito da più di 12 mesi. Bisognerà ora capire se tra i “soggetti con difficoltà di inclusione sociale” (come i soggetti in trattamento psichiatrico, tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, alcolisti ed ex alcolisti, condannati ammessi a misure alternative di detenzione, ex detenuti, rifugiati, richiedenti asilo, etc.) verranno compresi anche i disoccupati, almeno di lungo periodo.
Altra differenza tra tirocinio curriculare e extracurriculare sta nel fatto che quest’ultimo prevede un’indennità minima obbligatoria, il cui valore è stabilito individualmente da ogni Regione e può oscillare tra 300 e 800 euro lordi mensili. Sempre la Legge di Bilancio 2022 ha intensificato la lotta contro i tirocini non retribuiti, prevedendo una multa da un minimo di 1.000 a un massimo di 6.000 euro.
Tirocini curriculari, la novità
La legge di Bilancio 2022, oltre alle novità di cui sopra, porta con sé altri importanti cambiamenti. La riforma, entrata in vigore lo scorso mese di dicembre con la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, prevede che chi si laurea nelle discipline di odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia vedrà l’abolizione dei tirocini post-laurea e dell’Esame di Stato professionalizzante e potrà da subito esercitare la professione, a patto di avere seguito un tirocinio durante il corso di studi che permetterà loro di acquisire almeno 30 crediti formativi necessari per conseguire la laurea. Prima della discussione della tesi, gli studenti dovranno sostenere una prova durante la quale saranno valutate le competenze professionali acquisite. Mentre, per gli iscritti a fisica, chimica e biologia sarà introdotto un tirocinio obbligatorio durante i corsi e una prova pratica.
Infine, in discontinuità col passato dove solo nel caso di un tirocinio extracurriculare si prevedeva l’obbligo di comunicare l’inserimento del tirocinante al centro per l’impiego da parte del soggetto ospitante, ora la comunicazione obbligatoria viene estesa anche in caso di tirocinio curriculare.