Pensare
Nella fase del pensare c’è tutto il lavoro di brainstorming che puoi fare prima e dopo aver concordato l’argomento con il relatore. Bisogna trovare un titolo preciso, definire il recinto dell’argomento stesso, ricercare e ragionare sulle fonti bibliografiche. Di ausilio in questa fase possono essere la definizione e ricerca di parole chiave, molto utili per il lavoro sulle fonti.
Organizzare
Dovete stendere un indice provvisorio che porti in modo coerente, ben strutturato, limpido dal punto A del tuo ragionamento (la tua ipotesi) al punto Z della conclusione, cioè la risposta alle ipotesi avanzate. Di aiuto in questa fase le mappe concettuali, che permettono di visualizzare in modo efficace argomenti e sotto-argomenti (che diventeranno capitoli e sottocapitoli) e di trovare collegamenti tra loro.
Rigurgitare
Si comincia a scrivere. Lo scrivere di getto, senza pensarci molto, come dice Severgnini non sembra direttamente applicabile per tutti i generi di tesi. In realtà, lo è. Non significa dare corso alla fantasia e scrivere baggianate, ma lasciarsi trasportare dall’argomentazione, senza filtri e senza porsi in questa fase troppi limiti e paletti. E’ la fase in cui scrivi la prima bozza della tua tesi di laurea.
Correggere
Momento di massima importanza, quello in cui serve maggiore pazienza, perché è proprio adesso che dovrai stare attento alla coerenza del discorso e delle fonti. Dovrai anche fare una valutazione stilistica, grammaticale, ortografica. In questo, puoi farti aiutare, perché spesso l’autore di un testo a furia di ritornarci sopra non vede più alcune tipologie di errori, come piccoli refusi o la chiarezza di una frase.
Ricordati che le parole straniere vanno evidenziate con il corsivo, di inserire la fonte in grafici, tabelle, immagini, di compilare come si deve le note e la bibliografia.
Omettere
Non sarà la lunghezza della tesi di laurea a fare la differenza, deve essere lunga il necessario. Non deve essere barocca nello stile: troppi aggettivi, troppe congiunzioni o avverbi, frasi troppo lunghe, ostacolano la chiarezza. I giornalisti dicono ‘meno scrivi, meno sbagli’, nel senso che ogni frase in più, ogni parola non necessaria è una chance data all’errore per fare capolino.