Nessun colloquio di lavoro è mai uguale all’altro, esistono però delle indicazioni per prepararsi al meglio, non farsi cogliere alla sprovvista e affrontare con determinazione l’appuntamento che potrebbe far svoltare la propria carriera professionale
Il colloquio di lavoro lo sappiamo può creare preoccupazione.
Chiudi gli occhi e immagina. Messaggio di posta in arrivo. Ci siamo, tra una settimana il responsabile delle Risorse Umane dell’azienda che ha pubblicato l’offerta di lavoro alla quale ambisci da tempo, e per la quale ti sei candidato, ti aspetta per un colloquio conoscitivo. Dopo i primi momenti di euforia, ecco arrivare l’ansia insieme a mille domande: come fare una bella figura a un colloquio? Cosa dire quando ti chiedono di parlare di te? Come vestirsi? Che domande fare durante un colloquio di lavoro? Keep calm and carry on, se ti prepari per bene ci sono buone probabilità che tu possa vincere la tua piccola battaglia sul campo del lavoro ed assicurarti quella scrivania che hai sempre sognato.
Come prepararsi per un colloquio di lavoro
È stato calcolato che in media per prepararsi per un colloquio di lavoro in maniera adeguata ci vogliono circa sette ore. Questo lasso di tempo dev’essere suddiviso in tre macro attività che possono essere così riassunte: ricerca, gestione del colloquio, presentazione all’appuntamento.
Conosci il tuo nemico
Molto spesso, per non dire praticamente sempre, il recruiter tende a chiedere quanto e cosa si conosce già dell’azienda. È evidente che fare scena muta o farfugliare poche parole non depone a tuo favore. Far vedere di essere più sinceramente possibile motivati a entrare a far parte di quella, e proprio quella, realtà sicuramente predispone l’interlocutore positivamente verso di te facendo intravedere i presupposti per cui tu sarai fedele all’azienda. Per conoscere l’azienda i canali più semplici dove acquisire informazioni sono, in primo luogo, il sito web corporate nella sezione “Chi siamo”; a questo si aggiungono i canali social ufficiali, gli eventuali articoli reperibili facilmente online, ma anche le recensioni dei clienti e dei dipendenti attuali ed ex. Un sito web costruito proprio sulle recensioni che impiegati ed ex impiegati danno in forma anonima delle aziende e dei loro capi è Glassdoor, presente anche nella versione italiana. Oltre a un focus sull’azienda è utile avere una panoramica del settore di appartenenza e dei competitor che si muovono all’interno. In ultimo, cercare di capire chi si ha davanti, che un veloce passaggio su LinkedIn potrebbe rivelare informazioni interessanti e magari qualche connessione da poter tirar fuori come jolly.
Prepara la tua strategia
Partendo dall’analisi dell’annuncio di lavoro, individua le parole chiave, focalizzati sulle competenze richieste per ricoprire la job position e su tutti quegli elementi di contorno inseriti nell’offerta. A queste informazioni affianca le conoscenze sull’azienda e del settore in cui opera acquisite in fase di ricerca. Ora trova i punti di contatto tra tutti questi dati e il tuo percorso di studi e di lavoro sino ad oggi. Obiettivo: far emergere i tuoi punti di forza in relazione alla posizione che aspiri a ricoprire. Crea un elenco che comprenda le tue competenze tecniche (hard skill) e le tue competenze trasversali (soft skill). Individua nel tuo trascorso lavorativo delle circostanze nelle quali sono emerse queste competenze, così che, qualora il recruiter ti dovesse chiedere di descrivere un momento in cui hai dimostrato una di queste tue abilità tu sarai pronto.
Una volta compiuta questa analisi, concentrati sulle domande che potresti ricevere e allenati a rispondervi. Dedica almeno 10 minuti a ogni domanda e rispondi a voce alta in modo da acquisire sicurezza. Se puoi coinvolgi qualche persona a te vicina per ascoltarti e darti un feedback sul tuo modo di esprimerti, che deve emanare consapevolezza di sé e sicurezza. Per rispondere alle domande comportamentali puoi allenarti sul metodo STAR. STAR è l’acronimo di Situation, Task, Action, Result (situazione, compito, azione, risultato) che sono i quattro step da seguire mentalmente quando si articola una risposta efficace: descrivi la circostanza o il problema da risolvere; descrivi il tuo compito in quel contesto e l’obiettivo da raggiungere; descrivi le azioni messe in campo; descrivi il risultato ottenuto.
Armati e parati
Oscar Wilde diceva: “Non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione”, e benché questa frase non fa che suscitare una sensazione di superficialità ricordandoci in realtà che la prima impressione è il più delle volte errata essendo condizionata dalle nostre esperienze, ricordi, aspettative. Tuttavia, bisogna anche ammettere che mai come durante un colloquio di lavoro questa frase disegna la realtà dei fatti. Quella manciata di secondi in cui si varca la porta e ci si presenta al proprio interlocutore possono influenzare, in un senso o nell’altro, tutto l’incontro. È per tale ragione che dedicare del tempo a cosa indossare durante il colloquio, considerando che, inconsciamente, all’interno del nostro sistema meglio si è vestiti più si è credibili, eviterà scelte frettolose e look che potrebbero poi farti sentire in imbarazzo compromettendo la tua occasione. Quel giorno è bene portare con sé il proprio CV, le referenze, un blocco e una penna per prendere appunti e dove segnare le eventuali domande da fare al recruiter. Lascia fuori dalla stanza simbolicamente il tuo cellulare, ossia spegnilo.
Infine, non dimenticarti di verificare anticipatamente il luogo del colloquio e come arrivarci. Calcola bene i tempi del percorso, mettendo nel conto eventuali possibili contrattempi, per essere puntuale all’incontro. Farsi attendere è forse una delle cose peggiori che potrebbero accadere in un colloquio.
Com’è strutturato il colloquio di lavoro
I colloqui possono essere molto diversi tra loro, one-to-one, di gruppo con più interlocutori, della durata di circa un’ora, tendenzialmente meno se si tratta di un video colloquio, anche un’intera giornata se sono previsti più step con diversi interlocutori separatamente, in presenza, telefonico, via video appunto. Può essere impostato in tono amichevole o formale dall’inizio alla fine. Insomma, le combinazioni sono tante e rendono unico ogni incontro. Tuttavia, in linea generale, è possibile individuare 3 fasi in un colloquio: presentazione; domande; conclusione e saluti.
Nella fase di presentazione il linguaggio del corpo, come postura e stretta di mano, e il linguaggio paraverbale caratterizzato da tono, volume, ritmo, velocità e timbro della voce, concorrono alla “prima impressione” tanto quanto l’aspetto e le parole pronunciate. Alcuni piccoli consigli: non sederti prima di essere invitato a farlo; non dare mai del tu prima che non sia lo stesso recruiter ad insistere; tieni presente che, anche qualora il recruiter tendesse a creare un clima informale si tratta sempre di un incontro professionale. Questa fase oltre alla tua presentazione include la presentazione dell’azienda e della posizione offerta da parte del recruiter. Poni attenzione a quanto dice il tuo interlocutore, potresti individuare degli aspetti per te interessanti ai quali agganciarti nella fase successiva del colloquio, come anche dei punti che potrebbero farti cambiare idea sulla posizione offerta ritenendola non più a te affine.
La fase delle domande è il cuore del colloquio di lavoro. Qui avrai modo di raccontare te stesso, le tue esperienze, le tue aspettative. L’azienda, da parte sua, avrà modo di capire se sei la persona giusta per loro. Cerca di essere conciso ma al tempo stesso esaustivo senza costringere il recruiter a fare una sfilza di domande per ottenere le informazioni da te. Una volta esaurite le domande del recruiter, il più delle volte sarà lui stesso a chiederti se hai domande da fare. Approfitta di questo momento per toglierti i dubbi che avevi sulla posizione e sull’azienda, Non fare alcuna domanda potrebbe dare l’impressione che non sei interessato o preparato.
Nella fase conclusiva il recruiter dovrebbe informati sui prossimi step del processo di assunzione. Ricordati di ringraziare per il tempo a te dedicato, alzati quando offri la tua stretta di mano e procedi verso l’uscita con sicurezza.
Quali domande fare al recruiter durante il colloquio
L’ultima domanda posta dal recruiter spesso corrisponde a “Hai delle domande da fare?”. Ecco, come dicevamo, questo è il momento per fugare eventuali dubbi sulla posizione e sull’azienda e, strategicamente, per farsi vedere interessato, quindi mai rispondere “no”. Evita di fare domande che si concentrano troppo su ciò che l’organizzazione può fare per te e conserva le domande su stipendio, ferie e bonus per quando riceverai, si spera, l’offerta di lavoro. Anche se lo stipendio è uno degli elementi che maggiormente incidono sullo scegliere o meno di ricoprire un posto, purtroppo c’è il rischio di sembrare solamente interessati alla retribuzione e non ad entrar a far parte dell’azienda.
Ecco alcune domande da fare al recruiter durante il colloquio per dare una buona impressione di sé:
- Prevedete opportunità di formazione e di crescita professionale?
Questa domanda farà percepire non solo una voglia di crescere a livello di competenze, ma anche di voler intraprendere un percorso professionale all’interno dell’azienda.
- Quali sono le responsabilità quotidiane del ruolo?
Questa domanda darà l’idea di un vostro immedesimarvi già operativamente nel ruolo con un piglio pratico, oltre a fornirti importanti informazioni aggiuntive su ciò che l’azienda si aspetta da chi andrà ad assumere.
- Qual è la vostra cultura aziendale?
Sapere cosa l’azienda si aspetta dai suoi dipendenti, che ambiente intende creare al suo interno, i suoi valori e come questi condizionano le scelte strategiche, sono tutte informazioni che ti permetteranno di capire se è qui che vuoi spendere il tuo tempo, le tue competenze e le tue energie.
- L’azienda ha politiche di lavoro a distanza?
È indubbio che lo Smart Working, in modalità full o ibrida, andrà a delineare i rapporti di lavoro del prossimo immediato futuro. Domandare se l’azienda prevede questo tipo di modalità aiuterà a fare chiarezza sulla tipologia di leadership, sul grado di flessibilità all’interno dell’azienda e se questa è giusta per te.
- Entro quando prevedete di ricoprire la posizione?
Questa domanda ti consentirà di comprendere in linea di massima gli eventuali tempi di attesa della risposta, posto che non sempre i processi di assunzione mantengono il timing prestabilito al momento dell’apertura della posizione.
Prepararsi al colloquio di lavoro facendo pratica
Per fare pratica prima di affrontare un colloquio di lavoro, oltre a coinvolgere qualche persona vicina per ascoltare come risponderesti alle domande da te individuate, puoi pensare di rivolgerti ad un career coach, che tuttavia, è bene tenerlo presente, ha circa un costo a seduta tra gli 80 e i 150 euro e normalmente sviluppa percorsi di almeno 10 sedute. Un’alternativa a queste due opzioni arriva da LinkedIn con una funzione, per ora solo in lingua inglese, che prende il nome di Interview Prep. Come spiega lo stesso social media, lo strumento contiene una serie di domande divise per categorie: Comuni/generali; Finance (Investment banking, Wealth Management, Corporate Finance) e Vendite. Ogni categoria include indicativamente fra le 15 e le 25 domande e ad ogni domanda sono connesse diverse sezioni: la sezione per videoregistrare o scrivere la risposta e inviarla ad un proprio contatto per un feedback; i consigli su come affrontarla con un breve video e una parte testuale; e per gli utenti premium la possibilità di sbloccare le “risposte esempio” degli esperti.