Dallo sfruttamento dei bias cognitivi alla conoscenza del mood dell’impresa, dallo stile business casual allo shopping: tutto quello che serve per dare l’impressione migliore…perché anche l’occhio ha la sua parte
Lorenza Luzzati
Collaboratrice editoriale
Avete mai sentito parlare dell'”effetto alone”? Si tratta di un bias cognitivo per cui la percezione di un tratto di una persona (ma anche di un oggetto) è influenzata dalla percezione di uno o più altri suoi tratti. Per dirla con parole semplici, l’idea che le bionde siano stupide. O che chi è grasso sia pigro. Che chi è attraente sia più intelligente. O che una persona ben vestita possa lavorare meglio di una persona sciatta. Visto il titolo dell’articolo, sapete già dove voglio arrivare. Questo bias è il riflesso di pregiudizi legati a un’ingiustizia sociale sistemica che va contrastata, in cui rientrano, per esempio, razzismo, classismo e grassofobia. Ma ci sono anche aspetti dell'”effetto alone” che sono sotto il nostro controllo e che possiamo sfruttare a nostro vantaggio. Magari per fare un’ottima prima impressione a un colloquio di lavoro. Perché, per brutto che sia, l’aspetto, quindi anche l’abbigliamento, è la prima cosa che viene notata quando un candidato si presenta a un colloquio.
Vent’anni fa la scelta era più semplice: completo o tailleur. Oggi bisogna essere formali, ma non troppo, un concetto che può mandare in confusione le persone che iniziano ad approcciarsi al mondo del lavoro. Infatti la formalità “da ufficio” è molto diversa da quella delle occasioni che possono essere state vissute in precedenza: matrimoni, diciottesimi e così via. Si inizia a vedere chi ha il polso della situazione e chi no dal look della laurea.
Le regole base
Da dove iniziare, quindi? Ci sono alcune regole fondamentali per dare una buona impressione:
- sembra scontato, ma l’igiene personale deve essere perfetta. Meglio evitare anche profumi forti;
- si deve dare un’impressione di ordine. Anche se non stirate mai, è il momento di tirare fuori il ferro e i capelli devono essere bene a posto. Scegliete vestiti della vostra taglia che cadano bene;
- è sessista, ma per le donne il trucco dà ancora l’idea di cura di sé. Deve però essere leggero;
- meglio evitare troppa pelle scoperta. Anche agli uomini, nel dubbio, conviene allacciare tutti i bottoni della camicia.
Nel 90% dei casi, il look giusto sarà business casual. Ma vale sempre la pena di fare un assessment del mood dell’azienda tramite il sito e i social (che bisogna comunque studiare per prepararsi al colloquio). In questo modo, eviterete errori grossolani come presentarvi in tailleur a un colloquio per una rivista underground giovanile. O, ancora peggio, presentarvi in jeans e senza cravatta per un lavoro in banca. Nel dubbio sempre meglio un livello di formalità più elevato, soprattutto se il ruolo prevede il contatto con i clienti.
Il teorema del business casual
Cosa si intende per business casual? Se consideriamo due elementi, la formalità e l’eleganza, questo stile ha un alto livello di formalità, ma un basso livello di eleganza. La parola chiave per dare un’impressione formale è “rigidità”, quindi meglio privilegiare elementi strutturati: giacca > cardigan, borsa rigida > borsa morbida. Per l’elemento casual basta scegliere linee pulite. Un look giacca e jeans andrà bene per la maggior parte dei colloqui, anche se è meglio preferire jeans in colori diversi dal blu, senza decorazioni e dal taglio dritto. A seconda del mood dell’azienda si può “elevare” ulteriormente il proprio abbigliamento con pantaloni diversi dai jeans o una gonna strutturata (la scelta classica è quella a matita, ma potete scegliere anche modelli svasati o a pieghe), scegliendo una camicia invece di un top semplice o di una polo e, in caso di un luogo di lavoro formale – se siete uomini -, aggiungere la cravatta.
In generale sono sconsigliati sia outfit troppo anonimi, che fanno confondere nella massa, sia colpi di testa creativi. Quindi non conviene limitarsi a un look bianco, nero, grigio o blu, ma può servire aggiungere un tocco di colore o una texture interessante. Non esagerate con gioielli o decorazioni, anzi nel caso degli uomini può essere vantaggioso evitarli.
Per prendere appunti e segnarsi le domande da fare al colloquio, portate un blocco o un quadernino e una penna. Vale la pena curare anche questi ultimi come se fossero accessori, scegliendoli più raffinati delle classiche penne a sfera o quadernini di scuola.
Per quanto riguarda vestiti e accessori vale ancora una volta la pena di sfruttare a proprio vantaggio i pregiudizi: se avete oggetti costosi o di marca, l’inutile penna ricevuta per la laurea, l’orologio della cresima e così via, è il momento di usarli. Se i recruiter credono che abbiate disponibilità economica, penseranno che vi rivolgete all’azienda per vera passione, piuttosto che per necessità, e questo influenzerà la loro valutazione. Evitate – ovviamente – le scelte più pacchiane, ad esempio loghi molto grandi.
Come vestirsi per un colloquio virtuale
Per un colloquio virtuale valgono gli stessi criteri di un colloquio reale, con qualche accortezza.
Per prima cosa, dovrebbe essere scontato, ma vietato vestirsi (o vestirsi bene) solo nella parte superiore.
Gli strumenti usati (Teams, Skype, Google Meet, Google Hangout…) non consentono una definizione perfetta dell’immagine e comunque vedere un candidato a schermo o di persona è ben diverso. Inutile puntare su particolari molto piccoli come una camicia con fantasia mini. Per fare risaltare il proprio look meglio usare il contrasto (per esempio giacca scura e camicia chiara piuttosto che tono su tono) e magari aggiungere dei punti luce (ad esempio orecchini non troppo vistosi, ma brillanti, un fermacravatte).
La luce è l’elemento più importante per non sembrare sciatti, il volto deve essere illuminato in maniera uniforme. Se si hanno in previsione vari colloqui online, può valere la pena investire in una lampada ad anello.
Per quanto prendere appunti al computer sarebbe decisamente più comodo, non va assolutamente fatto per evitare di far sentire il rumore dei tasti, avere lo sguardo sfuggente e, in generale, dare l’impressione di stare facendo altro. Taccuino e penna rimangono quindi accessori necessari.
In questo caso anche lo sfondo fa parte del look. Come regola generale conviene sceglierne uno il più neutrale possibile. Ma, a seconda del mood dell’azienda può essere utile lasciare vedere qualcosa dei propri interessi. Se si fa un colloquio per la Disney e si ha un poster di Topolino potrebbe essere utile farlo vedere. Se con un editore, una libreria piena può fare una buona impressione. L’unica regola è che quello che si vede deve essere pulito e ordinato.
Naturalmente, vestirsi in maniera corretta non basta, soprattutto per i colloqui virtuali. Trovi tutti i suggerimenti a riguardo in questo articolo.
Vestiti per colloqui e dove trovarli
Non dovete spendere una fortuna per comprare i vestiti per i colloqui e nemmeno riempire metà armadio. Ricordatevi che i recruiter non si conoscono fra loro, potete usare sempre gli stessi (purché siano in linea con il mood dell’azienda). Nel caso di colloqui che prevedono più incontri, vale la pena avere in casa almeno due opzioni diverse. Se l’appuntamento è fissato con un minimo di anticipo, potete anche farvi prestare qualcosa da amici o parenti della vostra taglia.
Al giorno d’oggi, valutando bene sconti, outlet, ecc. si riescono a comprare abiti professionali dignitosi a prezzi accettabili. L’usato può essere una buona soluzione per ottenere una qualità superiore risparmiando.
Attenzione: vestiti costosi che cadono male fanno un’impressione peggiore di vestiti economici che cadono perfettamente, quindi provateli prima di comprarli e fate gli aggiustamenti necessari, a partire dagli orli (a volte questo servizio è offerto dai negozi stessi, vale la pena chiedere).
Naturalmente, non basta essere ben vestiti per aggiudicarsi un posto di lavoro. Qui trovate tutti i consigli.
Non resta che augurarvi buona fortuna!