La geografia dei nuovi lavori è il titolo del libro scritto da Camilla Gaiaschi in cui l’ autrice cerca di ricostruire la mappa degli odierni flussi migratori degli italiani, non solo verso l’estero ma nella stessa Italia. Come spiega nell’intervista video.
La crisi, ma anche il cambiamento del mercato del lavoro trainato dall’innovazione, cambia le geografie della mobilità in tutto il mondo.
Così anche in Italia: la mobilità degli italiani è cresciuta, sempre più giovani sono disposti a oltrepassare le frontiere per trovare un lavoro all’estero (fenomeno che nel caso di ricercatori viene spesso definito fuga di cervelli, ma forse è solo circolazione di cervelli); sempre più meridionali sono disposti a trasferirsi dal Sud al Centro-Nord (questo è purtroppo un dato che rimane invariato da decenni); il Centro Nord Est è più attrattivo rispetto al Nord ovest. Inoltre, contrariamente a quanto si crede, sono sempre meno gli stranieri che scelgono di arrivare nel nostro paese e sempre di più quelli che decidono di lasciarlo: del 9% di universitari stranieri in Italia, il 47% dei laureati decide poi di andare in un altro Paese per fare carriera.
Come segnala l’autrice Camilla Gaiaschi, (dottoranda in Sociologia all’Università degli Studi di Milano, giornalista e blogger), l’Italia come Paese non sta sviluppando attrattività ed è un Paese dal mercato del lavoro ingessato, con dinamiche a volte discriminatorie. Fanno eccezione alcuni poli di attrazione come il Trentino e Trento in particolare, Bologna e Milano, territori in cui si è sviluppata parecchia innovazione, digitalizzazione e quindi si creano nuove opportunità di lavoro e di crescita.