Laura Finocchiaro, l’Head of People & Culture di Primark Italia, abbiamo chiesto cosa vuol dire lavorare in questo colosso dell’abbigliamento e come muoversi
Paola Capoferro
Responsabile Editoriale
Chi di voi non ha mai sentito parlare di Primark? L’azienda che ha inaugurato a Dublino nel 1969 il primo negozio con il nome di Penneys è oggi presente in 15 Paesi (Italia compresa) e conta oltre 72mila dipendenti.
La sua attività si basa sul principio della convenienza quotidiana. Da chi cerca must-have di ottima qualità o modelli all’ultimo grido, dai trendsetter alle grandi famiglie multigenerazionali: tutti sono i benvenuti da Primark, comprese le persone che ci vogliono lavorare.
Lavorare in Primark, parola all’Head of People & Culture dell’azienda in Italia
Tutti possono infatti lavorare da Primark, come ci ha raccontato Laura Finocchiaro, l’Head of People & Culture dell’azienda in Italia.
A lei abbiamo fatto alcune domande per capire come muoversi se si vuole lavorare in questo colosso dell’abbigliamento.
Quali competenze servono per lavorare in Primark?
Da noi non servono tanto le competenze, prediligiamo le attitudini. Può venire a lavorare sia chi ha già esperienza, sia chi è alle prime armi, anche perché quello che facciamo in Primark si può facilmente imparare.
E quando parlo di attitudine mi riferisco a quella di lavorare in team, con entusiasmo e voglia di imparare. Certo, poi serve anche essere comunicativi.
Diciamo che questo è il punto di partenza. Le conoscenze tecniche fanno parte invece di quel bagaglio che si acquisisce in un secondo momento, nel nostro caso è un processo veloce e dinamico. È quello che accade per esempio anche con l’inglese, che viene potenziato con percorsi formativi ad hoc soprattutto per le figure più apicali, come gli Store Manager, che devono portare avanti progetti e tante iniziative legate alla vendita, nate in collaborazione con i dipartimenti che si trovano a Dublino, che non dimentichiamoci è il nostro headquarter.
Per molti, approcciarsi quindi a una realtà come la nostra si traduce in una vera e propria opportunità di apprendimento e crescita, e quindi è un contesto adatto ai giovani che hanno voglia di mettersi in gioco, con positività ed entusiasmo, e di entrare in un gruppo.
Per me Primark si può proprio sintetizzare con la parola “opportunità”. È un concetto che io stessa ho vissuto in prima persona: la mia carriera è cominciata come addetta alla vendita e oggi sono Head of P&C.
Quanto tempo serve mediamente a chi entra in azienda per capire le vostre logiche?
Dipende dal tipo di attività che si svolge, ma già dopo quattro o cinque mesi le persone cominciano a sentirsi parte integrante dell’organizzazione e capaci di governare le situazioni.
Chiaramente all’inizio è tutto nuovo, ci sono i clienti da gestire (insieme alle loro peculiarità, abitudini di acquisto, esigenze) e tante cose da imparare diverse tra loro, ma gradualmente si comincia a entrare nelle logiche.
E questo è anche il tempo che serve per raggiungere la piena consapevolezza di essere nel posto giusto, che le attività che si svolgono piacciono, di aver ottenuto un certo livello di autonomia che permette di sentirsi più sicuri e sereni e, perché no, di intravedere la possibilità di crescere e fare altro nel gruppo.
In che modo viene gestito il processo di recruiting?
Per sapere quali sono le posizioni aperte basta andare sul sito di Primark, nella sezione “carriere”. Poi si può seguire la pagina LinkedIn, soprattutto per le posizioni manageriali, e consultare le principali piattaforme di recruiting, che ci aiutano a raccogliere ancora più candidature.
La selezione dei ruoli di addetto vendita è portata avanti da ogni singolo negozio, questo è possibile perché ogni store ha il suo ufficio risorse umane, che gestisce l’intero processo, compreso il contatto telefonico e il colloquio, che nella maggior parte dei casi viene fatto da remoto.
Per i ruoli manageriali la selezione viene condotta a livello centrale nell’ufficio regionale a Milano. In alcuni casi sono richiesti dei contributi video e viene anche organizzato un colloquio finale in presenza, questo accade soprattutto per le posizioni più senior. Diamo, inoltre, la possibilità di fare un piccolo tour in vendita, con uno dei nostri manager, per offrire al candidato ancora più consapevolezza del contesto e della tipologia di lavoro.
Per quanto riguarda il numero di step da superare, di solito, dipende dalla posizione per cui ci si candida: se per gli addetti alla vendita mediamente sono due, per le posizioni manageriali sono sicuramente di più.
In generale, comunque, quello che ci caratterizza nella fase di recruiting è cercare di andare incontro alle esigenze dei candidati e di non irrigidire il processo: quando si individua l’attitudine giusta si dà l’opportunità. Nel caso in cui una persona non superi il colloquio gli mandiamo comunque una comunicazione e gli diamo un feedback.
L’onboarding è un tassello centrale del People Journey, come viene gestito in Primark?
In generale, prevediamo sempre una prima giornata di induction, cioè di accoglienza dei nuovi dipendenti, durante la quale avviene la formazione inziale.
Dopodiché, soprattutto per i ruoli di addetti vendita, viene fatta una formazione specifica sull’utilizzo delle casse. E poi, c’è un affiancamento con le persone più senior, di reparto o che si occupano di servizi, con particolare riferimento alle casse e ai camerini.
Perché i ragazzi e le ragazze vogliono lavorare in Primark?
Partiamo da un presupposto: tra i giovani funziona molto il passaparola, ed è quello che li porta a candidarsi. Comunque, in generale, le persone sono spinte da una grande curiosità, e cercano dinamicità, colore, freschezza.
Basta davvero poco tempo passato con noi per accorgersi che c’è molto più del “semplice negozio”: c’è un’azienda con dei valori, e questo porta le persone ad appassionarsi.
Ci sono tanti studenti che decidono di iniziare un percorso in Primark e molti rimangono. In generale, quello che apprezzano è anche l’offerta variegata di tipologie di contratti: da quelli stagionali ai part time (anche in formula weekend), dagli stage a quelli a tempo indeterminato.
Che tipo di carriera si può fare in Primark?
In azienda abbiamo tantissimi esempi di addetti vendita che sono diventati manager. La Store Manager del negozio che c’è nel Centro Commerciale Fiordaliso, in provincia di Milano, ha iniziato come retail assistant, e questo percorso l’ha fatto in 5 anni.
Ci sono poi colleghi che lavorano oggi nel team “selezione” e “formazione e sviluppo” che in precedenza erano manager nei negozi e addetti vendita che hanno intrapreso il percorso delle risorse umane di negozio. In Primark non necessariamente le opportunità di crescita sono verticali, ma anche orizzontali legate al Regional Office.
E poi non mancano i casi di persone che hanno acquisito responsabilità più ampie anche a livello internazionale: il mio responsabile oggi segue, ad esempio, Italia, Iberia e Centro ed Est Europa.