Al termine di un colloquio di lavoro, individuale o di gruppo che esso sia, viene solitamente posta la domanda: “C’è qualcosa che vorreste chiedere o su cui avete dei dubbi?”. Sembra una domanda banale, ma non lo è affatto! E spesso ci induce a dei fatali errori, ecco dunque alcuni consigli per chiudere in modo efficace un incontro che può farci ottenere il lavoro.
Gli esaminatori traggono le conclusioni sull’esito del colloquio anche in base a cosa chiedono i candidati al termine dell’incontro.
Ecco allora alcune domande da non fare agli esaminatori se non vuoi “giocarti” il colloquio:
– “Quanto spesso vengono promossi i dipendenti?”
Si tratta di una domanda inopportuna, aggressiva, in sede di colloquio e non è apprezzata dai recruiter. Ponendo questa domanda, dai l’impressione di essere lì solo perché sei interessati a scalare la gerarchia aziendale. Certo, è comprensibile che ti interessi anche questo fattore, che tu coltivi delle ambizioni, ma allora vi è un modo migliore per ricevere la stessa informazione. Puoi chiedere ad esempio “Vi sono prospettive professionali legate a questo lavoro?”, domanda che suona decisamente più discreta ed apprezzabile della precedente.
– “Di quante ore lavorative consta questo ruolo? ”
Domanda lecita, ma non in questi termini! Passeresti inutilmente ed ingiustamente per una persona che non ha molta voglia di lavorare, che spacca il secondo, interessata solamente al monte ore da affrontare nell’arco della settimana. Ti consigliamo di chiedere piuttosto “Come si svolge una tipica giornata di lavoro?”. In questo modo farai capire al recruiter di essere interessato e desideroso di sapere come lavorano quotidianamente e quali sono i tipici impegni lavorativi a cui i dipendenti membri del team devono assolvere.
– “Cosa vorreste cambiare dell’azienda?”
Sebbene sia una domanda lecita ed utile a te per capire cosa renderà complicato il tuo lavoro, porla in questo modo non porterà ad avere la risposta che ti aspetti (figurarsi se dicono al primo sconosciuto cosa vorrebbero cambiare dell’azienda!) ed inoltre metteresti il tuo interlocutore in una posizione scomoda. Ponendo la domanda in quest’altra forma “Quali sono le sfide che dovrò affrontare in questo lavoro?”, invece, otterrai le informazioni che realmente ti servono, ovvero quali saranno le difficoltà ma anche le opportunità del nuovo lavoro. Potrai inoltre utilizzare la risposta del recruiter per formulare la tua lettera di ringraziamento e utilizzare alcuni elementi della risposta del recruiter per scrivere cose che colpiscano la sua attenzione. Sicuramente sarai molto apprezzato per questo.
Ora che sai cosa dovresti domandare e cosa no, sei pronto per concludere memorabilmente un colloquio di lavoro!