Abbiamo chiesto a Valentina Marini, LinkedIn Top Voice, HR Senior Consultant oltre che blogger e autrice di libri di condividerci qualche dritta per creare un profilo “perfetto” e sfruttarlo al massimo delle sue potenzialità
Benvenuti nell’universo LinkedIn, la piattaforma che ad oggi conta più di 900 milioni di membri e oltre 58 milioni di aziende. Un canale di comunicazione ancora oggi non usato con costanza dai più giovani, che fanno fatica a comprenderne la potenzialità, e che così facendo si lasciano sfuggire le opportunità che offre. Potremmo dire che è un ecosistema che a tratti fa un po’ paura ai ragazzi, tanto che spesso creano il profilo e poi lo “abbandonano” finché non entrano nel mondo del lavoro, perché pensano di avere più “diritto” a dire la loro. Cerchiamo di sfatare questo mito e far comprendere che LinkedIn è una piattaforma a portata anche dei giovani.
Come creare il profilo LinkedIn perfetto
Ma quindi, perché si sta su LinkedIn e come si fa a creare un profilo ad hoc che vada oltre l’aggiunta del nome e cognome e della foto profilo? Secondo voi, chi meglio di una LinkedIn Top Voice potrebbe fornire le risposte più giuste se non proprio una LinkedIn Top Voice?
Ecco perché abbiamo chiesto a Valentina Marini, LinkedIn Top Voice, HR Senior Consultant oltre che blogger e autrice di libri di condividerci qualche dritta per creare un profilo “perfetto” e soprattutto per far sì che la nostra presenza sulla piattaforma abbia davvero un senso e sia conforme all’utilità: trovare lavoro, farsi intercettare dalle aziende durante le sessioni di head hunting, acquisire informazioni sulla realtà per cui si vorrebbe lavorare (oltre che entrare in contatto con profili inspiring, come quello di Valentina… e no, non è un’ADV).
Qual è il potere di LinkedIn?
«Definisco LinkedIn come un grande open space vista mondo in cui ci sono le aziende, le università e i professionisti che collaborano e interagiscono tra loro. Ad oggi dico che se avessi conosciuto prima tutte le potenzialità e le funzionalità della piattaforma, avrei potuto sfruttarla molto meglio durante l’università, per trovare idee per la tesi, opportunità per stage o tirocini».
Ad esempio, LinkedIn offre la possibilità di entrare in contatto con il mondo del lavoro, riuscendo a “vedere in anteprima” l’azienda dei nostri sogni, sapere chi ci lavora, farci un’idea della cultura, delle occasioni e delle opportunità.
«Per questo invito i ragazzi a non commettere l’errore di iscriversi soltanto una volta laureati e aggiornare il profilo solo quando si ha qualcosa da dire. Non bisogna aver paura di non risultare interessanti perché si sta ancora studiando. Ci sono tante esperienze (come formazione all’estero, progetti, eventi, esami, ricerche) che fanno anch’esse parte delle experience formative interessanti. Inoltre, diverse organizzazioni cercano anche ragazzi che seguono ancora l’università, e in ogni caso non mancano gli spunti utili da utilizzare durante il percorso di studi. Prima si entra a far parte di questo ecosistema e prima possono nascere opportunità, siano di studio, di lavoro, di networking, ma anche di mentoring e quindi di ispirazione per il proprio futuro professionale».
Consigli per costruire al meglio il profilo LinkedIn
Ma quindi come si crea un profilo a prova di recruiter? Anche su questo aspetto i consigli di Valentina tornano utili! Partiamo dal presupposto che LinkedIn non è un curriculum statico, è uno spazio interattivo e come tale va aggiornato continuamente e va fatta la giusta “manutenzione”.
«Un profilo per essere efficace e raggiungere l’obiettivo deve essere quanto più autentico possibile, in linea con il proprio stile, e curato in ogni sua sezione – informazioni, immagini, about, headline – ricordando che queste nel loro complesso rappresentano metaforicamente il “biglietto da visita” della persona, sempre utilizzando le metafore, in questo caso attraverso il “linguaggio startup”, l’”elevator pitch”, quindi una breve presentazione che invita a saperne di più e ad approfondire la conoscenza del professionista o del futuro tale).
Quelle di cui parla Valentina sono le parole chiave che indicano percorso di studi/lavoro e competenze e che, tutte insieme, “mettono in risalto” il profilo. Nel linguaggio del marketing le possiamo definire “i primi 7 secondi”, quelli che fanno la differenza nel dire “voglio conoscere questa persona, lo accetto nella rete”.
«Ricordiamoci, inoltre, che LinkedIn è il social professionale per eccellenza; quindi, anche la foto profilo deve essere coerente al contesto (ad esempio potrebbe essere preferibile evitare foto al mare o con la corona di laurea). Può essere importante presentarsi su LinkedIn allo stesso modo in cui ci si presenterebbe a un colloquio di lavoro».
Quindi potremmo dire che il segreto sta nel buttarsi ma con professionalità!
«Se un profilo non si muove c’è poca possibilità che qualcuno lo veda e per aumentare la visibilità un buon modo è interagire con i post degli altri utenti e abbattere quella paura nell’esposizione. Si può anche sbagliare non è un problema, basta agire sempre con il buon senso, tenendo a mente che si sta abitando in questo caso una piazza lavorativa e quindi farsi guidare da tutte quelle importanti riflessioni su cosa faremmo e/o non faremmo in un contesto professionale quindi, ad esempio, senza mai utilizzare un linguaggio poco pertinente o offensivo».
Come si diventa “LinkedIn Top Voices” e quale supporto può dare ai ragazzi una figura simile
«Considerando la mia esperienza personale, credo che per diventare “LinkedIn Top Voice” siano fondamentali “due C”: costanza e contenuto. Ovviamente è solo LinkedIn che può rispondere in modo più puntuale e oggettivo su come si può ambire ad esserlo ma ripeto, facendo riferimento a quanto accaduto a me, credo che conti molto in primis divulgare, diffondere contenuti utili per la rete di professionisti e pubblicarli con una certa costanza. Del resto, questo aspetto professionale e di aggiornamento continuo è ciò che dal mio punto di vista differenzia LinkedIn dagli altri social.
In merito al supporto che possono dare ai ragazzi le persone che ottengono questo riconoscimento dal social – Top Voice – prima di tutto possono fornire spunti interessanti e aggiornati su vari temi specifici. Io, ad esempio, sono stata nominata nel 2022 per il tema “Lavoro e Carriera” ma ogni anno e su vari argomenti (ad esempio ambiente, Gender Equity, Vita-Lavoro) sono individuate diverse persone. Nel mio caso specifico, “Lavoro e Carriera”, sicuramente chi ha questo titolo condivide spunti per l’orientamento e la crescita professionale, punti di vista su come si stanno muovendo le organizzazioni, come fare un CV e molto altro ancora utile, appunto, parlando di lavoro e carriera».