L’evoluzione digitale ha portato alla creazione di innumerevoli strumenti che sono ormai entrati a far parte della nostra vita quotidiana. Tra questi vi sono i social network ed in particolare Facebook, che risulta essere la piattaforma sociale più utilizzata in assoluto.
Attraverso le proprie azioni, compiute online e sui social, ci si crea la cosiddetta “web reputation”, sebbene probabilmente non sono molte le persone che riflettono sulle conseguenze che le proprie azioni online potrebbero avere.
A tal proposito, risulta interessante lo studio condotto da Adecco, circa l’influenza del mondo digitale nella ricerca del lavoro.
Lo studio, condotto su 2742 candidati e 143 recruiter, ha rilevato che è divenuta ormai prassi comune fra i recruiter guardare il profilo personale dei candidati sui social network, proprio come fanno i candidati prima di un colloquio: cercano il maggior numero di informazioni possibile sull’azienda per la quale si stanno candidando.
Dato alquanto allarmante risulta essere il fatto che sempre più colloqui di lavoro hanno esiti negativi per colpa della web reputation.
Un responsabile HR su tre dichiara di aver escluso dall’assunzione dei candidati per via di pubblicazioni di contenuti e foto impropri sui propri profili social.
Dalla ricerca, in particolare, è emerso che i recruiter utilizzano i social per cercare candidati passivi (78,3%), per verificare i Curricula ricevuti (75,5%) e la rete del candidato (67,1%) e per controllare i contenuti pubblicati (57,3%) e la digital reputation (50,3%).
Uno strumento tanto potente quanto rischioso, dunque, quello dei social network, sui quali è bene prestare sempre molta attenzione a quanto si pubblica, per evitare che ne vada di mezzo il proprio lavoro ed il proprio futuro.
Articolo tratto da “Lavoro: quando il colloquio va male per colpa di Facebook” de Il Sole 24 Ore.