Una guida per orientarsi nella scelta della facoltà universitaria, capire quale corso di laurea rispecchia aspirazioni e attitudini, individuare l’ateneo giusto e conoscere i settori con le maggiori opportunità di occupazione
Punti Chiave
- Valutare attentamente le diverse offerte formative per scegliere la facoltà giusta
- Essere consapevole dei propri obiettivi professionali e scegliere una facoltà che li rispecchi
- Considerare gli aspetti economici legati all’iscrizione, alle borse di studio e agli aiuti finanziari
Che si decida di dare priorità ai propri sogni o che si voglia puntare là dove le possibilità di carriera sono maggiori sulla base delle attuali tendenze del mercato del lavoro, in qualsiasi caso scegliere l’università da frequentare è certamente un momento delicato dal quale poi dipenderà il proprio futuro da adulto.
Confrontarsi, ricercare informazioni, approfondire, valutare, individuare quale università scegliere e frequentare può considerarsi un vero e proprio lavoro, ed è per questa ragione che è bene seguire alcuni consigli.
Come scegliere la facoltà universitaria giusta
Esistono diversi aspetti da valutare per comprendere quale facoltà universitaria scegliere: optare per l’iscrizione ad una delle migliori università del mondo è solo una delle tante possibilità disponibili.
Alcuni più intimamente legati alle proprie aspirazioni, valori, motivazioni, altri invece che potrebbero essere definiti “esterni” più legati per esempio all’ambito economico o logistico. Andiamo per ordine.
Come capire quale corso di laurea scegliere
Prima di ogni cosa per essere più vicini possibili al fare la scelta giusta e dunque scegliere il corso di laurea idoneo alle proprie aspirazioni, bisogna aver chiaro cosa voglio fare da grande che, detto in maniera più autorevole, ma il senso è alla fine lo stesso, significa avere certezza di quale indirizzo di studi universitario scegliere.
È dall’acquisizione di questa consapevolezza, che poi, a cascata, ha senso indagare tutti gli altri aspetti della questione. C’è chi si chiederà: quale università scegliere per trovare subito lavoro, oppure come scegliere i corsi da seguire all’università.
Ad esempio può essere utile considerare le università italiane che hanno stabilito relazioni con aziende che aiutano i neolaureati a trovare facilmente lavoro. Tra le principali università che si avvalgono di questa strategia troviamo:
- Università degli Studi di Milano
- Università Statale di Milano
- Università degli Studi di Torino
- Sapienza – Università di Roma
- Politecnico di Milano
- Università degli Studi di Bari Aldo Moro
- Politecnico di Bari
- Università degli Studi di Catania
Un test per scegliere l’università
Un aiuto arriva dai test di orientamento universitario ormai facilmente individuabili ed eseguibili online. Questi test danno la possibilità di fare luce sui propri interessi, sulle attitudini e potenzialità, indicando il percorso di studi universitari più adatto.
Alcuni atenei hanno un intero sito web dedicato all’orientamento universitario, è il caso del sito dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, altri invece vi hanno dedicato una sezione del sito ufficiale come nel caso della sezione Orientarsi e scegliere del sito web dell’Università degli Studi di Milano o della sezione Strumenti e servizi di orientamento del sito web dell’Università degli Studi di Torino.
Come scegliere l’ateneo giusto
Individuato il corso di studi universitario più adatto per sé, o quanto meno limitato il perimetro, è arrivato il momento di iniziare a selezionare una rosa di atenei tra i quali effettuare la propria scelta.
In questo step è possibile avvalersi di diversi strumenti sia online sia dal vivo. Si va dalle classifiche delle migliori università al mondo, come il QS World University Rankings giunto alla sua 12esima edizione, ai blog e canali social, sino agli Open day, le giornate dedicate all’orientamento universitario e alla conoscenza dell’università e dei servizi offerti, in cui è possibile non solo incontrare docenti e tutor, ma anche studenti universitari già in corso che potranno rispondere ad ogni dubbio.
Parte degli Open day consente di partecipare online, così come l’Open Day dei Corsi di laurea triennale e magistrale a ciclo unico dell’Università degli Studi di Milano. Un modo comodo e non dispendioso per entrare in contatto con le realtà universitarie di proprio interesse.
Le opportunità internazionali: università all’estero
Se si ambisce a fare un’esperienza di studi che possa aprire le porte, e soprattutto la mente, verso ciò che succede oltre i confini nazionali, nel valutare quale università scegliere è bene soffermarsi sulle opportunità internazionali offerte dai diversi atenei.
Corsi in lingua inglese, programma Erasmus, possibilità di tirocini all’estero o possibilità di effettuare ricerche per la tesi presso università straniere sono alcune delle vie percorribili per ampliare il proprio bagaglio di competenze in una visione globale della conoscenza.
Per avere un’idea di ciò che offrono le università basta navigare all’interno dei loro siti internet. Qui per esempio le opportunità internazionali dell’Università Bocconi, quelle dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e quelle dell’Università degli Studi Roma Tre.
La sostenibilità, un valore per le università
Se la sostenibilità è diventato uno valore imprescindibile sul quale modellare le proprie scelte, è interessante sapere che dal 2010 esiste una classifica, che prende il nome di UI GreenMetric World University Ranking, che ha lo scopo di porre sotto i riflettori la condizione attuale e le politiche relative alla sostenibilità nelle università di tutto il mondo.
Sei i criteri sui quali si basa la classifica:
- Ambiente e Infrastrutture, individua le attività volte a creare più spazio per il verde e nella salvaguardia dell’ambiente, oltre al budget per lo sviluppo sostenibile del campus;
- Energia e cambiamenti climatici, rileva le azioni messe in campo per aumentare lo sforzo nell’utilizzo di apparecchi a efficienza energetica e sviluppare energia rinnovabile;
- Spreco, evidenzia alcuni programmi e trattamenti dei rifiuti (es. programma di riciclaggio, rifiuti tossici, rifiuti organici e inorganici, ecc.);
- Acqua, attenziona gli sforzi per ridurre l’utilizzo delle acque sotterranee, aumentare il programma di conservazione e proteggere l’habitat;
- Trasporto, valuta la politica dei trasporti per limitare il numero di veicoli privati, pedonali;
- Istruzione e ricerca, rileva corsi, ricerche, pubblicazioni, sito web, report legati al verde e alla sostenibilità.
Nell’ultima edizione della classifica sono 6 gli atenei italiani rientrati nella Top 100: l’Alma Mater Studiorum di Bologna è il primo in 12esima posizione, seguono il Politecnico di Torino in 20esima posizione, l’Università di Torino al 23esimo posto, l’Università di Genova 54esima, il Politecnico di Milano all’80esimo posto e infine l’Università di Padova che, con un salto di ben 60 posti rispetto all’anno precedente, si piazza in 97esima posizione.
Le città degli atenei: quanto costa la vita da fuorisede in Italia
La collocazione dell’ateneo certamente ha un peso importante sulla decisione di quale università scegliere. Prima di tutto bisogna capire se si vuole, e se si è pronti, ad allontanarsi dalla propria famiglia. Se la lontananza da casa non spaventa, o se magari optare per una via di mezzo, come una distanza tale che consenta il rientro a casa nel fine settimana per esempio. Se vivere in una città più grande e dinamica della propria può rappresentare uno stimolo o un qualcosa a cui ambire, oppure no. Oltre l’aspetto emotivo, naturalmente, bisogna valutare anche l’aspetto economico.
Frequentare l’università in una città diversa dalla propria comporta una spesa considerevole, con la voce più pesante che è rappresentata dal costo dell’alloggio. Secondo lo studio realizzato da Immobiliare.it sul costo dei posti letto nelle città universitarie, nonostante i prezzi delle stanze singole siano leggermente scesi dopo la pandemia, Milano resta la città più cara con 470 euro di media per la singola (da 500 euro) e 285 euro per la doppia (da 300 euro). Segue Roma dove di media una singola costa 417 euro e 246 euro per un posto in doppia.
A Bologna e Firenze per affittare una singola sono necessari poco meno di 400 euro (395 e 385 euro, rispettivamente). Sotto questa soglia si trovano poi Venezia – dove per una singola si chiedono in media 353 euro – Padova (336 euro), Torino (324 euro), Siena (321 euro), Napoli (320 euro) e Pisa (307 euro).
Naturalmente, più distante da casa è l’università più aumenterà il costo del viaggio per farvi rientro e ripartire. Sul budget dello studente fuori sede, infine, influisce ovviamente anche il costo della vita della città dove ci si trasferisce.
Il costo delle tasse universitarie
La formazione universitaria si paga, ma non sempre. Parlando di quanto costa l’università, senza calcolare le spese per i fuori sede, bisogna fare una grande distinzione tra università statali e università private. Nelle università statali i contributi universitari sono legati alla condizione economica familiare alla quale si aggiunge una valutazione sul merito dello studente, ossia i voti conseguiti durante l’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado e gli anni a venire durante il percorso universitario.
In questi atenei c’è la possibilità di usufruire di borse di studi e riduzioni (finanche l’esenzione totale di ogni pagamento) se rientranti nella “no tax area” ( allargata a famiglie con reddito ISEE fino a 23mila euro). Secondo l’ultima edizione dello studio annuale prodotto dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui costi delle università italiane, gli atenei settentrionali si confermano i più cari: i costi superano del 27,4% quelli delle università del Sud e del 18,2% quelli degli atenei del Centro.
Ateneo più caro d’Italia si conferma l’Università di Pavia, che prevede imposte massime medie di 3.902,00 euro annui (3.663,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.141,00 euro per i corsi di laurea dell’area scientifica).
Seguono nell’ordine l’Università di Milano (3.206,00 euro per le facoltà umanistiche e 4.060,00 euro per quelle scientifiche) e La Sapienza di Roma (2.977,00 euro e 3.080,00 euro rispettivamente per le facoltà umanistiche e scientifiche).
Nelle università private, che in quanto tali non ricevono finanziamenti statali e si sostengono grazie al pagamento delle rette da parti degli studenti, i costi naturalmente sono molto più esosi. Tuttavia anche nelle università private è possibile beneficiare di borse di studio e premi alleggerendo così le spese.
Quali sono i tipi di università
Come abbiamo già accennato esistono università statali e università private.
- Le università statali costituiscono il bacino più ampio e hanno tendenzialmente un’offerta più articolata di corsi per potere rispondere a tutte le esigenze formative. L’accesso è aperto a tutti, ma per alcune tipologie di studi è richiesto un test di ingresso per via della presenza del numero chiuso.
- Le università private, come dice il termine stesso, sono fondate e gestite da enti privati. Il loro ventaglio di corsi è tendenzialmente meno ampio anche se esistono università private, come per esempio l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che non ha nulla da invidiare a un’università pubblica come capacità di offerta formativa. Esistono poi università private specializzate in taluni ambiti come l’Università Bocconi di Milano, nota per percorsi di studio di taglio economico. Alle università private si accede generalmente col superamento di un test d’ingresso e le tasse, come detto, sono più alte. Con una selezione all’ingresso e un costo più alto, le università private hanno un numero di studenti per classe decisamente inferiore rispetto alle università statali, ciò consente di essere seguiti dai professori in maniera più diretta. Infine, le università private hanno spesso legami più stretti col mondo delle aziende così da offrire un percorso preferenziale verso il mondo del lavoro.
- Alle università pubbliche e private si affianca poi una terza categoria che ha preso particolarmente piede negli ultimi anni grazie alla diffusione e potenziamento di internet: stiamo parlando delle università telematiche che consentono di conseguire la laurea a distanza eccetto che per alcuni momenti di confronto, tra cui gli esami e la discussione della tesi. Una buona alternativa per chi vuole laurearsi in un determinato ambito ma non ha la possibilità di spostarsi, o per chi magari già lavora.
Quali sono le lauree più richieste
La XXIV Indagine sulla condizione occupazionale dei laureati condotta da AlmaLaurea che in quest’ultima edizione, pubblicata a giugno 2022, ha coinvolto complessivamente 660 mila laureati di 76 atenei, rilevati nel 2021, ci restituisce una vista sull’occupazione dei laureati.
Per quanto riguarda le lauree di primo livello, la situazione occupazionale a un anno dalla laurea è molto diversificata se si considerano i vari gruppi disciplinari.
Il tasso di occupazione dei neolaureati del gruppo informatica e tecnologie ICT è particolarmente elevato (90%), così come anche tra i laureati del gruppo medico-sanitario si rilevano esiti occupazionali elevati (con un tasso di dell’92,9%).
A cinque anni dal titolo i migliori risultati si sono raggiunti tra i laureati magistrali biennali
dei gruppi scienze motorie e sportive, scientifico, psicologico, informatica e tecnologie ICT,
architettura e ingegneria civile, tutti con valori superiori al 74,0%.
Inferiori alla media invece i livelli di occupati tra i laureati dei gruppi politico-sociale e comunicazione (48,4%) e arte e design (56,2%).
Decisamente più elevati i risultati ottenuti dai laureati magistrali a ciclo unico: quasi la totalità dei laureati del gruppo veterinario, educazione e formazione e medico e farmaceutico, dove oltre il 90,0% è occupato.
Quale università scegliere per trovare subito lavoro
Se ci fosse qualche dubbio sull’utilità di conseguire una laurea a dissiparlo ci pensa l’indagine sulle Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali realizzata da Unioncamere e Anpal che ha stimato intorno a 1,2 milioni di unità il totale di universitari richiesti dal mercato del lavoro tra il 2022 e il 2026, per una media annua che potrà variare tra 230.000 e 246.000 unità, per lo più assorbiti dal settore privato (60%, circa) e il restante da ruoli nel settore pubblico. Inoltre, lo studio evidenzia che il 58,5% del fabbisogno della PA nei prossimi cinque anni sarà rappresentato da personale in possesso di un titolo di livello universitario.
Lo studio identifica la Top 10 delle aree di competenza che vedranno in questi cinque anni la più forte richiesta di laureati:
- area economico-statistica, con una domanda compresa tra 40.100-45.500 unità in media annua;
- area giuridico e politico-sociale, con una richiesta di oltre 40.500-42.200 unità all’anno;
- area medico-sanitaria, la cui la richiesta annuale media è stimata intorno ai 31.000 laureati;
- area ingegneristica, con un fabbisogno di 27.300-30.400 laureati all’anno;
- area dell’insegnamento e della formazione dove si stima saranno necessari circa 25.300-27.100 laureati all’anno;
- architettura e il settore urbanistico-territoriale, con una richiesta pari a 14.000-15.100 laureati all’anno;
- area letteraria, filosofica, storica e artistica, il cui fabbisogno di laureati sarà di 13.900-14.500 all’anno;
- area linguistica, di traduzione e interpretariato con quasi 10.500-11.600 laureati richiesti all’anno;
- area delle scienze matematiche, fisiche e informatiche richiederà dagli 8.300 agli 8.900 laureati all’anno;
- area delle scienze biologiche e biotecnologie che richiederà dai 5.900 ai 6.100 laureati.
In coda alla Top 10 altre tre aree di competenza che assorbiranno risorse in possesso di laurea specifica: all’undicesimo posto psicologia con richiesti dai 4.900 ai 5.100 laureati all’anno; dodicesimo posto per il settore chimico-farmaceutico dove verranno richiesti dai 4.400 ai 4.800 laureati all’anno; al tredicesimo posto il settore agroalimentare con poco più di 3.600-3.800 laureati richiesti all’anno.