Lo stare bene sta assumendo sempre più importanza, soprattutto dopo essere stato così tanto minato dal Covid-19. Ma le nuove generazioni come vivono il tema? E cosa si può fare in caso di disagio psicologico?
Negli ultimi anni, il tema della salute mentale è stato affrontato con maggiore consapevolezza e apertura. Questo cambiamento è dovuto al fatto che l’argomento è sempre meno un tabù e che è sempre più evidente che sia necessario gestire con prontezza le problematiche che ne derivano. Concetti come il benessere psico-fisico (e non più solo fisico) e il work-life balance stanno finalmente entrando nella coscienza collettiva, grazie soprattutto alle nuove generazioni che stanno abbattendo pregiudizi e barriere su questo tema. Tuttavia, sono proprio i giovani che spesso soffrono di problemi legati al malessere psicologico senza avere a disposizione gli strumenti adeguati ad affrontarli.
Ecco perché in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale (istituita nel 1992 e promossa dalla World Federation of Mental Healt con il supporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS), il 10 ottobre, è fondamentale parlare di giovani e salute mentale.
Il ruolo della pandemia da Covid-19 nel benessere mentale
Con l’arrivo del Covid-19 e nell’era post-pandemia, il disagio mentale ha visto un significativo aumento, non solo a causa della sindrome direttamente correlata chiamata “long Covid”, che include disturbi come ansia e depressione, ma anche a causa dello stress psicologico, della paura, dell’isolamento sociale e del senso di alienazione che questo periodo ha portato con sé. Questi fattori continuano ad avere un impatto rilevante sul benessere mentale, complicati da una serie di problemi sociali ed economici che si sono accumulati nel tempo.
Ma, nonostante quanto di negativo la pandemia ha portato, non si può attribuire esclusivamente al Covid il disagio psicologico con cui il 60,1% degli italiani convive da anni. Sono infatti questi i dati che riporta l’INC Non Profit Lab, il laboratorio di INC-PR Agency Content First, che con l’indagine “L’era del Disagio” ha cercato di fare chiarezza su un tema tanto grande quanto delicato.
Secondo un rapporto della World Health Organization (WHO o OMS), a livello mondiale già nel 2019 erano più di 300 milioni le persone che soffrivano di ansia e il 15% dei lavoratori di disturbi mentali.
Giovani e salute mentale: una panoramica
Un’indagine condotta da Cinga International Health ha rilevato che il 91% dei giovani tra i 18 e i 24 anni dichiara di essere stressato, rispetto a una media generale dell’84%. La letteratura scientifica indica che il 62,5% delle patologie mentali insorge prima dei 25 anni e secondo la ricerca dell’INC Non Profit Lab, la Gen Z è particolarmente colpita dal disagio psicologico, con una percentuale che sale infatti al 75% con picchi dell’81% tra le ragazze.
Anche il rapporto Istat del 2021 conferma questa tendenza, il 6,2% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni si è dichiarato insoddisfatto della propria vita e in una condizione di cattiva salute mentale. Dato ancor più allarmante: il 10,8% dei giovani (di età compresa tra i 15 e i 24 anni) assume psicofarmaci senza una prescrizione medica: per dormire, dimagrire ed essere più performante negli studi. Rispetto a quest’ultima motivazione è importante precisare che negli studenti la percentuale sale al 18% del totale.
È evidente che in tema di giovani e salute mentale la situazione sia allarmante, ma è anche importante sottolineare che sono proprio le nuove generazioni a combattere di più pregiudizi e stigma sociale che ruota intorno all’argomento, essendo aperti al dialogo e normalizzando il fatto di rivolgersi a professionisti. E questo è un grandissimo passo avanti rispetto alle generazioni precedenti, che deve procedere verso la strada della consapevolezza e dell’informazione.
Consigli per prendersi cura della salute mentale
Abbiamo visto che trovarsi in una situazione di disagio psicologico è, purtroppo, più comune di quel che possiamo immaginare e già questo dovrebbe far sentire meno soli e dare fiducia nel cercare aiuto. Ma non sempre tutto è semplice e lineare e non in tutte le situazioni è automatico trovare la strada giusta verso la risoluzione del problema. Cosa fare nel concreto se ci si ritrova a convivere con un malessere mentale? Ecco qualche spunto:
- parla del tuo disagio con qualcuno di cui ti fidi, aprirti può sicuramente essere un passo avanti nell’affrontare il problema;
- se non vuoi parlarne con qualcuno che rientra nella tua cerchia familiare o amicale, o l’hai fatto e hai deciso di chiedere un supporto professionale, le possibilità sono molteplici. È importante che tu sappia che rivolgersi a terapeuti privati non è l’unica soluzione. Esistono iniziative gratuite che si occupano proprio di questo e danno la possibilità a tutti di chiedere aiuto. Ad esempio i consultori, reparti di ospedali dedicati alla salute mentale, numeri telefonici, sportelli di ascolto presenti in alcune scuole;
- prova pratiche come la meditazione o la Mindfulness, utili a combattere ansia e stress e a concentrarsi sul qui ed ora;
- cerca di mantenere il controllo sui tuoi pensieri, non lasciare che siano i bias a farlo;
- ricorda che non tutti gli eventi sono in tuo potere, ma puoi comunque apportare dei cambiamenti positivi per te stess* e nel rapporto con gli altri;
- cerca di vedere il mondo in modo diverso: fare una lista delle tue convinzioni attuali può aiutarti a essere più lucido e razionale;
- lascia spazio alle sfumature: non classificare i tuoi pensieri come bianchi o neri. Ad esempio, invece di pensare “io non sono bravo nello studio”, prova con “a volte non sono bravo nello studio, posso migliorare”;
- ricordati che per risolvere problemi legati alla sfera psicologica ci vuole un tempo che è soggettivo e che dipende dall’entità del disagio, sii accogliente e paziente con te stess* e dedicati ad attività che ti fanno stare bene.