Alcuni consigli utili per fare chiarezza sul mondo dei tirocini universitari: quali procedure seguire per trovarli, attivarli e inserirli nel piano di studi
Studiare o lavorare… lavorare o studiare… o studiare e lavorare insieme? Qualcuno direbbe, è questo il dilemma. Ma come fare a risolverlo? Semplice, il tirocinio universitario può essere un ottimo punto di partenza per cominciare a familiarizzare con il mondo del lavoro – e tutte le dinamiche annesse – mentre si sta ancora studiando.
Troppo pesante, stressante o sfidante? Niente affatto, serve solo crearsi un buon piano d’attacco, sapersi organizzare per tempo e individuare il momento giusto per dare il via a colloqui, mandare cv e scrivere cover letter. (No, non ci siamo dimenticati di dire che servono anche determinazione e forza di volontà, semplicemente le diamo per scontate… Elementare, Watson!).
Buttiamoci, quindi, nel fantastico mondo dei tirocini universitari e cerchiamo di capirne di più su come sceglierli – e prima ancora come trovarli -, come funzionano, quanto durano e se sono previste eventuali retribuzioni.
Cosa si intende per tirocinio universitario?
Il tirocinio universitario, comunemente chiamato anche stage, è un’opportunità di cui possono beneficiare le giovani studentesse e i giovani studenti che sono iscritti a un corso di laurea triennale, magistrale o a ciclo unico per cominciare a familiarizzare con il mondo del lavoro, capire se davvero un determinato ambito rispecchia le loro aspettative e mettersi in gioco.
Quando si parla di tirocinio universitario si fa unicamente riferimento al tirocinio curriculare che si svolge durante il periodo di studi e che serve ad acquisire dei CFU (Crediti Formativi Universitari), ma che non ha nulla a che vedere con il tirocinio extracurriculare che, al contrario, può essere attivato anche una volta terminato il percorso universitario e che non è vincolante al raggiungimento dei CFU. (Serve, in altre parole, per non farsi trovare impreparati quando le aziende cercano neolaureati con esperienza).
Dove cercare un tirocinio curriculare e come attivarlo tramite università
Quali step seguire per cercare, richiedere e attivare un tirocinio universitario? Anche in questo caso, un passo alla volta. Distinguiamo, intanto due modalità di ricerca di uno stage: tramite l’università o muovendosi in autonomia:
- nel primo caso, la porta d’accesso al mondo dei tirocini curriculari sarà una sezione del sito – solitamente chiamata Stage&Placement – a cui lo studente accede tramite la sua pagina personale e dove trova tutte le posizioni che le aziende convenzionate con gli atenei mettono a disposizione. È possibile effettuare una selezione degli ambiti che più interessano, leggere le job description e, nel caso, inviare la candidatura direttamente dal portale o scrivendo agli indirizzi e-mail indicati;
- nel secondo caso è possibile cercare da sé le posizioni aperte tramite LinkedIn, ad esempio, o controllando la sezione “lavora con noi” delle realtà in cui si vorrebbe svolgere il tirocinio universitario (qui un esempio).
Strumenti e procedure
Comunque, al di là di come si cerchi (e trovi) uno stage, bisogna sempre svolgere una procedura di attivazione con la segreteria dell’ateneo che procederà poi ad assegnare allo studente un tutor di riferimento che spesso lavora in sinergia con una figura HR dell’azienda.
Il tutor redige un progetto formativo che riporta obiettivi e modalità di svolgimento dello stage, accompagna lo stagista lungo tutta la durata del tirocinio e chiederà, al termine, di scrivere una relazione sul lavoro svolto, goal raggiunti e competenze acquisite. Una volta che il contratto è stato redatto e firmato, l’azienda deve comunicare alla regione l’attivazione del tirocinio mediante una comunicazione obbligatoria per via telematica.
Un altro elemento con cui lo studente prenderà familiarità è il registro presenze, ormai reso obbligatorio in quasi tutte le regioni italiane e utilizzato per monitorare e annotare le attività del tirocinante e lo svolgimento dello stage.
Conclusi i mesi di stage si passa alla compilazione dell’attestato delle competenze e un’ulteriore procedura sempre tramite la segreteria dell’università permetterà di convalidarlo e inserirlo correttamente all’interno del piano di studi.
Quanto dura un tirocinio universitario
Un tirocinio universitario ha una durata variabile che solitamente va dai tre ai sei mesi e può prevedere una formula part time (quattro ore al giorno) o full time (ovvero le classiche otto ore lavorative). Spesso il monte ora dipende dalla quantità di CFU che bisogna ricoprire, ma in ogni caso non può superare i 12 mesi e –ça va sans dire – deve essere completato prima di laurearsi. Inoltre, tranne che per casi particolari e regolamentati dalle singole università, uno studente non può svolgere più di un tirocinio contemporaneamente.
Quando è meglio fare un tirocinio universitario
Ovviamente non c’è una regola che indica il momento “più giusto” per iniziare un tirocinio. Tuttavia, soprattutto nel caso dello stage curriculare di solito è preferibile svolgerlo durante l’ultimo anno di università, quando è stata conseguita la maggior parte degli esami e sono state acquisite le competenze teoriche più importanti.
Il tirocinio all’università è pagato?
Anche in questo caso occorre fare una distinzione tra tirocinio curriculare ed extracurriculare.
Nel primo caso, non potendo considerarsi un vero e proprio lavoro, ma un’esperienza formativa che permette allo studente di acquisire competenze, non è prevista alcuna retribuzione. Tuttavia, le aziende possono andare incontro allo studente proponendo una cifra simbolica che serve a coprire le spese di trasporto o offrirgli dei buoni pasto. Al contrario, il tirocinio extracurriculare dà diritto a percepire un rimborso spese minimo che, secondo le linee guida stabilite dalla legge, è pari a 300 euro lordi mensili.
Ma non finisce qui, esistono delle differenze nella retribuzione dei tirocini extracurriculari che variano da regione a regione.
- Abruzzo e Piemonte – 600 euro mensili per tirocini extracurriculari della durata di 40 ore settimanali;
- Sicilia, Umbria, Veneto e Molise – 300 euro mensili per 20 ore settimanali;
- Campania, Lazio e Lombardia – 400 euro mensili;
- Toscana e Friuli-Venezia Giulia – 500 euro mensili per 40 ore settimanali;
- Puglia – 450 euro mensili con eventuali incentivi per l’assunzione del tirocinante destinati alle aziende.
Articolo originariamente pubblicato il 22 Nov 2022