In una società sempre più complessa, con la digitalizzazione che invade ogni campo della conoscenza, anche l’università italiana è chiamata ad evolversi esplorando nuovi percorsi di formazione con un legame concreto alla realtà che ci circonda, nati dall’unione di più discipline. I vantaggi di intraprendere un corso di laurea interdisciplinare
Più o meno qualunque sia la nostra ambizione di carriera basta guardarsi intorno per capire che se aspiriamo a diventare medici dobbiamo ormai saperne di tecnologia: essere in grado di destreggiarsi tra telemedicina, cartelle cliniche digitali, digital twin, robot chirurgici finanche terapie che prevedono l’uso di realtà aumentata e virtuale nel breve non sarà più una scelta ma una necessità; così come saper leggere i big data se ambiamo a ricoprire ruoli in ambito economico o saper interpretare l’ambiente che ci circonda se ci proiettiamo verso una carriera ingegneristica. In sintesi: il mondo è diventato talmente complesso e interconnesso che pensare di approcciare lo studio a compartimenti stagni non è lungimirante. Le università del futuro prevedono percorsi formativi interdisciplinari che mixano insegnamenti scientifici e umanistici per creare una conoscenza nuova in grado di rispondere alla complessità dei tempi.
I vantaggi di uno studio interdisciplinare
Rispetto ai corsi di laurea tradizionali gli studi interdisciplinari, incoraggiano a pensare fuori dagli schemi andando oltre i confini predeterminati delle discipline accademiche. Invitano ad aprire gli occhi verso il mondo che ci circonda raccogliendone gli stimoli e sviluppando oltre a competenze tecniche differenziate anche competenze trasversali quali problem solving, pensiero critico, creatività, flessibilità, comunicazione efficace, intelligenza emotiva che poi non sono altro che le competenze richieste dai nuovi lavori anche secondo il World Economic Forum. Inoltre, trattare di argomenti interessanti che hanno un riscontro concreto nella vita reale attuale aumenta la motivazione allo studio rendendolo in un certo senso anche meno faticoso e sicuramente più avvincente.
Le università del futuro sono già qui: i corsi di laurea interdisciplinari in Italia
Ma per frequentare l’università del futuro non bisogna attendere molto, anzi, anche nel nostro Paese sono stati attivati corsi interdisciplinari tra i quali scegliere per assicurarsi una formazione aperta, innovativa e fortemente radicata nella contemporaneità.
Nel mese di marzo di quest’anno il Politecnico di Torino ha dato il via ufficiale al nuovo corso curriculare “Grandi Sfide”. Il corso di formazione obbligatoria per tutti gli studenti di Ingegneria individua 6 importanti sfide della contemporaneità – clima, mobilità, digitale, salute, energia, tecnologie e umanità – ciascuna articolata in 4 corsi diversi per un totale di 24 corsi co-insegnati da coppie di docenti, di cui uno con impostazione tecnica e uno proveniente dal mondo delle scienze umane e sociali. I due co-docenti forniranno agli studenti una introduzione teorica altamente interdisciplinare sull’argomento trattato nell’insegnamento. Finita l’introduzione teorica, gli studenti si divideranno in gruppi per la realizzazione di progetti che permetteranno loro di concretizzare quanto imparato, sempre seguendo un approccio interdisciplinare. Il corso coinvolge circa 3.600 studenti al secondo anno di tutti i corsi di Laurea triennali in Ingegneria, obiettivo: arricchire la formazione ingegneristica con tutti quegli elementi umani e sociali con cui le competenze scientifiche dei futuri ingegneri dovranno necessariamente avere a che fare.
Il corso Grandi Sfide è aperto, su base volontaria, anche agli studenti di Design, Architettura e pianificazione Territoriale interessati e di filosofia dell’Università di Torino.
Ma il Politecnico di Torino non è l’unico ateneo italiano a guardare verso una formazione interdisciplinare. Altri esempi possono essere individuati lungo tutto il territorio.
A Roma, l’Università Roma Tre da quest’anno accademico ha attivato il corso di laurea triennale in Economia e Big Data che unisce alle competenze tipiche di un corso di laurea economico, competenze informatiche e di programmazione. Il fine ultimo è quello di rendere lo studente capace di comprendere e gestire i processi generati dalla trasformazione digitale della società e di saperne valutare l’impatto sulle istituzioni, i mercati, gli agenti, e il disegno delle politiche pubbliche. Sempre nella capitale, ma questa volta all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, è stato avviato il corso di laurea magistrale Filosofia Politica Economia. Il percorso formativo, indirizzato in particolare agli studenti provenienti da corsi di laurea triennale delle aree giuridica, economica e politica, e ai laureati triennali in filosofia che desiderano una prospettiva di studio interdisciplinare, si propone di rispondente alla complessità della società attuale.
Oltre al corso in Economia e Big Data di Roma Tre, sono diverse le università che al percorso di studi tradizionale affiancano discipline legate all’ambito tecnologico. Abbiamo così l’Alma Mater di Bologna che propone la laurea magistrale in Digital humanities and digital knowledge adottando una prospettiva didattica che unisce la componente digitale alla competenza umanistica in un’ottica soprattutto di integrazione profonda e di ibridazione, e non di semplice affiancamento disciplinare. All’università di Pisa il corso di laurea triennale e magistrale in Informatica Umanistica pensato per formare figure professionali richieste dalla società dell’informazione in cui viviamo. Gli studenti da un lato acquisiscono una formazione umanistica, dall’altro imparano a padroneggiare professionalmente gli strumenti informatici pertinenti al trattamento di contenuti culturali. Materie giuridiche e tecnologia vanno a braccetto nel corso di laurea magistrale in Scienze Giuridiche per l’Innovazione presso l’Università di Macerata che intende formare un esperto giuridico in grado di rispondere ai problemi di carattere normativo/giuridico posti dall’applicazione dell’innovazione digitale e tecnologica all’organizzazione e ai processi produttivi di beni e di servizi, come pure all’organizzazione e all’attività amministrativa pubblica e privata. All’Università degli Studi Federico II di Napoli la medicina incontra la tecnologia nel corso di laurea magistrale a ciclo unico Medicina e Chirurgia ad indirizzo Tecnologico finalizzato allo sviluppo di una figura professionale di medico chirurgo esperto di tecnologiche complesse al servizio della prevenzione, della diagnosi e della cura delle malattie.