Una ventata di novità è in arrivo per l’anno accademico 2024/2025 con la Riforma classi di laurea 2024, che a quanto pare, rivoluzionerà in positivo i percorsi universitari di molti ragazzi e ragazze del nostro Paese. Meno burocrazia, percorsi interdisciplinari più flessibili e soprattutto più valore riconosciuto alle ore dedicate allo studio.
In particolare, la Riforma introduce una serie di cambiamenti che riguardano in primis la quantità e la modalità di svolgimento degli esami, ma anche la stesura dei programmi universitari e dei piani di studio personalizzati, insieme a diverse nuove regole sui crediti formativi che gli studenti devono acquisire durante il loro percorso di studio.
Ma adesso vi raccontiamo meglio di cosa si tratta.
In cosa consiste la Riforma classi di laurea 2024 e cosa prevede
Il Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha delineato, attraverso due Decreti firmati dal Ministro Anna Maria Bernini, le nuove classi di laurea per i corsi triennali (Decreto Ministeriale n. 1648 del 19-12-2023) e magistrali (Decreto Ministeriale n. 1649 del 19-12-2023) e, di conseguenza, tutte le norme che regolano e caratterizzano l’offerta formativa degli atenei (che dovranno essere ultimate al massimo entro l’anno accademico 2025/2026).
A quali atenei si rivolge e quando entra in vigore
Cominciamo intanto col dire che è un tipo di Riforma che, come accennato, dovrebbe entrare in vigore a partire dall’anno accademico 2024/2025, e si applicherà indistintamente a tutte le università, siano esse pubbliche o private; rientrano nella lista anche le università telematiche. È arrivato, quindi, il momento per gli atenei di rivedere gran parte della loro organizzazione interna, in particolare tutto ciò che riguarda regolamenti didattici, piani di studio e modalità di svolgimento degli esami.
Le novità della Riforma classi di laurea 2024 e quali ambiti coinvolge
A questo punto, capiamo meglio quali cose cambiano e quali aspetti riguarda.
Numero e modalità di svolgimento degli esami
Cominciamo con gli esami. In base ai due Decreti, in ogni corso di laurea triennale, il numero massimo consentito di esami o valutazioni finali di profitto sarà 20. Scende a quota 12 per le lauree magistrali. In entrambi i casi va fatta eccezione per i corsi regolamentati dalle normative dell’Unione Europea.
Nei corsi di laurea magistrale a ciclo unico, che durano 5 o 6 anni, il numero massimo di esami consentiti – compresi test integrati per insegnamenti o moduli coordinati – ammonta rispettivamente a 30 e 36. Per entrambi i percorsi di laurea, sia triennali che magistrali, è possibile integrare esami che riguardano insegnamenti o moduli correlati.
Percorsi di studio interdisciplinari
Il futuro della formazione è interdisciplinare e anche questa riforma sembra confermarlo, dal momento che promuove la creazione di corsi di laurea in cui più discipline si intersecano tra loro. Questo cambiamento, non solo si traduce in un tipo di offerta più innovativa, ma punta anche a ridurre tutti quei vincoli relativi ai crediti formativi assegnati a ciascuna materia.
Nuove regole sulla creazione dei corsi universitari
Sempre secondo i due decreti, le università possono dar vita a due corsi diversi appartenenti alla stessa classe di laurea. Questi corsi però devono avere almeno 40 crediti (triennale) e 30 (magistrale) che non coincidono.
Inoltre, se un singolo corso di laurea ha i requisiti per essere classificato in due classi di laurea invece che uno solo, la scelta sta agli studenti, che al momento dell’immatricolazione indicano una delle due classi di laurea entro cui intendono conseguire il titolo. Sia per i corsi di laurea triennale, sia per i corsi di laurea magistrale, spetta in ogni caso ai singoli atenei definire in che modo un corso di laurea può coinvolgere più dipartimenti della stessa università o anche di più università.
Piani di studio personalizzati
Altra buona notizia: la riforma dà agli studenti più libertà nel personalizzare il loro piano di studi. Sarà possibile includere attività formative diverse da quelle previste dal regolamento didattico, a condizione che siano coerenti con l’ordinamento del corso di studi dell’anno accademico di immatricolazione.
Crediti formativi
Ma passiamo adesso alle novità che riguardano l’intero ambito dei crediti formativi (CFU). Intanto i due decreti dichiarano che sono i regolamenti didattici di ogni corso di laurea (triennale e magistrale) a stabilire il numero di crediti da assegnare a ogni attività formativa.
Inoltre, con la Riforma delle classi di laurea, viene stabilito che ogni credito formativo universitario corrisponde, a un impegno medio di 25 ore per studente. Inoltre, i regolamenti didattici di ciascun ateneo stabiliscono la percentuale dell’impegno orario totale che deve essere dedicata allo studio individuale o ad altre attività formative personali, che comunque non può essere inferiore al 50%, (eccetto nei casi in cui previste attività con un alto contenuto pratico o sperimentale).
Ancora, per quanto riguarda le lauree triennali, almeno il 40% del totale dei CFU deve essere riservato alle attività formative previste dalle tabelle allegate al Decreto n. 1648. La percentuale scende al 30% per le alle attività formative previste dalle tabelle allegate al Decreto n. 1649, nel caso delle magistrali non a ciclo unico.
In ogni caso, gli studenti dei corsi di laurea triennale che hanno accumulato 180 CFU (120 nel caso degli studenti iscritti a un corso di laurea magistrale) – compresi quelli relativi alla preparazione della tesi – possono sostenere l’esame finale e ottenere il titolo di studio, senza vincoli di tempo trascorso dall’iscrizione all’università. A questo proposito, le procedure da seguire nel caso di un’eventuale redazione della prova finale in lingua straniera sono determinate dai regolamenti didattici, che specificano gli obiettivi formativi in termini di risultati di apprendimento attesi, in linea con gli standard dell’Ue.
Infine, agli studenti che intendono fare un passaggio da un corso di laurea a un altro, si assicura che venga loro riconosciuto il numero massimo di CFU (per i corsi appartenenti alla stessa classe di laurea ammonta almeno al 50% dei crediti formativi).