Eccoci qua dunque, in una nuova casa e con una nuova stanza, in una nuova città (tutta da scoprire), assieme ai nuovi colleghi, ai coinquilini e perché no, anche ai vicini di casa. Entusiasmo a mille ed h24.
È vero, forse si tratta di una introduzione un po’ generalizzante. Probabilmente tu non ci saresti neanche voluto andare all’università e sei stato costretto dai tuoi che volevano farti diventare più indipendente, o forse ti volevano medico o ingegnere o farmacista a tutti i costi! Ma questi sono casi estremi che non auguriamo a nessuno di vivere neanche in terza persona. Lo spettro delle “condizioni di ingresso” dello studente universitario è molto ampio, ma, tra gli studenti che accedono subito dopo aver conseguito la maturità, i denominatori comuni sono tanti, e tra questi spesso si cela l’ingenuità di poter mantenere la condotta tenuta durante il percorso scolastico. Non ci si riferisce alla necessità di studiare di più (quello è un dato banale), quanto alla necessità di rimodulare l’organizzazione delle proprie giornate in funzione di una catena indissolubile di “obiettivi”: lezioni, studio, esame.
Ciascun elemento di questa catena è un obiettivo da indagare singolarmente, ma precisiamo che non si vuole fornire un vademecum su come affrontare ciascun elemento, quanto degli spunti di riflessione che possano indurti a capire da te “come fare”. Diffida da chi vuole darti la pillola magica, il metodo universalmente infallibile e quasi sicuramente a pagamento! Impara piuttosto a risparmiare così da poterti avvalere di quegli strumenti che ritieni possano esserti di aiuto in una o in ciascuna delle tre “fasi”. Un voice recorder più performante se TU hai bisogno di riascoltare le lezioni, piuttosto che un libro suggerito dal docente per la TUA necessità di curare i prerequisiti per una specifica materia, ecc…
Sei pronto a ricevere una brutta notizia? Eccola: Il “metodo universitario” non esiste. Non c’è un modo per laurearsi nei tempi previsti e con un voto da capogiro. Il metodo è qualcosa di personalissimo. Esso include tutte le tue decisioni e le azioni che compirai dal primo giorno in cui metti piede all’università, fino a quando ti proclameranno dottore. Esso è influenzato dalle tue abitudini (buone o cattive che siano), dalle tue conoscenze pregresse e da tutti quei dettagli che obiettivamente caratterizzano la tua vita.
Soffermandoci per un attimo sulle lezioni, potremmo scrivere pagine di corbellerie, e probabilmente qualcuna di queste ti andrebbe a genio. Allora perché non dirti solo quello che conta veramente per fare bene? Le lezioni possono essere utili, poco utili o persino inutili (in rari casi), ma, dal momento che il docente è anche la persona che approverà o meno il tuo esame, il minimo che uno studente può fare è frequentare le lezioni e assorbire quante più “notizie” possibili, sia da un punto di vista nozionistico che da un punto di vista comportamentale del docente. Potremmo consigliarti di cercare di dormire bene e di usare 7 penne di colore diverso, ma che senso ha se poi arrivi in ritardo, non capisci nulla perché non hai rivisto gli appunti della lezione precedente, o peggio ancora hai preferito chattare perché “certe occasioni vengono una volta sola” ???
Per chiudere la questione “lezione”, solo questo possiamo dirti: la lezione è il momento meno opportuno per cercare svago e/o distrazione.
Giornata durissima, lezioni pesantissime con lacune immense sugli appunti? Se stai pensando ciò sei già sulla strada sbagliata (verso casa). Il materiale acquisito a lezione è un fagottino prezioso da manutenere e custodire. Se per qualche strano motivo non sei riuscito a confezionarlo per bene tra una pausa e l’altra e la lezione è finita, non fare il timido! È giunta l’ora di cercare aiuto presso i tuoi colleghi e, a mali estremi, presso lo stesso docente nelle ore di ricevimento. Questa è una buona occasione di confronto che ti metterà più a tuo agio in sede d’esame.
Passiamo allo studio vero e proprio. Anche qui, potremmo suggerirti di studiare in una camera anecoica piuttosto che nei giardini pubblici: la verità è che solo tu sai dove il tuo studio è più efficace. Solo tu sai se riesci a stare nella stessa stanza per 3 settimane consecutive o se ogni 3 giorni devi cambiare edificio. Quanto studiare? Come studiare? Qualcuno ti ha dato queste risposte? Ti ha solo rubato tempo (se non anche denaro). Studi, o meglio, impari da quando hai circa 6 anni. Per quale motivo alle soglie dei 20 anni dovresti ancora aver bisogno di qualcuno che ti spieghi come farlo? Sfrutta la tua posizione di studente universitario per migliorarti, per costruire il tuo futuro professionale. Non si vede, ma sei già immerso in una sorta di gara a chi ne sa di più nel minor tempo possibile. Pensaci.
Ogni esame è un gradino verso la laurea. Puoi aver seguito tutte le lezioni ed aver studiato sui libri (a buon intenditore poche parole), ma se poi non ti siedi all’appello d’esame, o fallisci miseramente o peggio ancora rinvii l’appuntamento come se potessi un giorno sapere tutta la materia alla perfezione, di fatto hai bruciato quanto di buono avevi fatto fino ad allora. Occorre resilienza, resistenza e alla fine coraggio. Guai ad escluderla, occorre spesso anche un bel po’ di fortuna, ma come ben sai la fortuna aiuta gli audaci. Sii dunque audace. E domani non ci sarà solo una pergamena appesa al muro, ma anche una persona competente e appagata dal suo lavoro.L’autore: Ivano Guastella, 27 anni, ha conseguito a Febbraio 2015 la laurea in ingegneria elettronica presso l’Università degli studi di Catania. Da marzo 2016 sarà in Inghilterra per frequentare un master degree in avionica.
Ha partecipato alla gara “Ti piace scrivere? Aiutaci a creare contenuti per il blog!” perché ha sempre ritenuto che l’informazione, in ambito universitario, sia qualcosa di cruciale. Questa gara gli ha dato modo di esprimere, sulla base delle sue esperienze personali, tutto ciò che ha ritenuto utile in termini di informazioni, per laureandi, laureati e per chi sta valutando di intraprendere un percorso accademico.